domenica 9 novembre 2008
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Ratzinger su Pio XII «Dono eccezionale»
«Basta trattarlo in modo unilaterale» Un magistero inestimabile ancora oggi
nostro servizio
Alberto Bobbio
Città del Vaticano
Adesso basta, cioè la misura è colma. Non si può, insomma, concentrare l'attenzione sulla figura di Pio XII solo sulla questione ebraica, sul fatto se abbia o no aiutato gli ebrei, se abbia o no sufficientemente condannato il nazismo. Benedetto XVI ieri mattina ha cercato di mettere la pietra tombale su una polemica che va avanti da troppo tempo, anche se è del tutto evidente che la discussione non si fermerà.
Ricevendo in Vaticano i partecipanti del Congresso sulla figura di Pacelli e la sua eredità, promosso dalle due più prestigiose università pontificie, la Lateranense e la Gregoriana, Ratzinger ha denunciato che, parlando di Pio XII, «l'attenzione si è concentrata in modo eccessivo su una sola problematica, trattata per di più in modo piuttosto unilaterale». Invece c'è molto altro, perché Pio XII è stato un bravo prete, un eminente teologo, un ottimo Papa. Benedetto XVI ha evitato di far riferimento esplicito alla causa di beatificazione, ferma dopo le critiche del mondo ebraico sul presunto «silenzio» di Pacelli di fronte allo sterminio nazista. Due giorni fa il cardinale Bertone, Segretario di Stato vaticano, aveva puntualizzato che la canonizzazione è «un fatto religioso» di «esclusiva competenza della Santa Sede».
E ieri, proprio per scansare ogni equivoco, è stato il Papa a rilanciare la figura di Pio XII, contro ogni tentativo di riduzionismo. La polemica sui «silenzi» ha impedito insomma «un approccio adeguato», ha detto Ratzinger, «ad una figura di grande spessore storico e teologico».
Così ci ha provato lui a mettere le cose a posto, ieri mattina, ricordando che il magistero di Pio XII si qualifica per «vasta e benefica ampiezza». Ratzinger ha messo in fila le quaranta encicliche di Pio XII, i venti volumi dei discorsi e dei radiomessaggi, che Pio XII utilizzava per le questioni di più stretta attualità. Ha ricordato la «straordinaria lungimiranza» di Pacelli nel discorso sulla scissione degli atomi, quando ammonì sull'uso distorto che se ne poteva fare, perché quella scoperta poteva portare, come poi è avvenuto, alla costruzione di «armi micidiali», che avrebbero potuto «provocare catastrofi immani e perfino la distruzione dell'umanità». Tra le encicliche ha citato quelle sulla Sacra Scrittura e sulla liturgia. Pacelli è stato anche il Papa che ha emanato «norme sagge sulla formazione dei sacerdoti», i quali si devono «distinguere per semplicità e sobrietà di vita», e sulla riforma degli Ordini religiosi.
Anche sulla responsabilità dei laici nella Chiesa, Pio XII aveva detto cose fondamentali, indicando - ha rammentato Benedetto XVI - i «doveri dei giudici, degli avvocati, degli operatori sociali, dei medici».
Aveva capito l'importanza dei mezzi di comunicazione e l'aveva spiegata in un'enciclica, valorizzando al massimo il ruolo della radio con i suoi radiomessaggi. Sottolineava sempre, ha detto il Papa, «il dovere dei giornalisti di fornire informazioni veritiere e rispettose delle norme morali».
Ma Benedetto XVI non si è limitato ai contenuti di un pontificato ricco di suggestioni. Ha voluto tratteggiare anche la personalità di Pio XII. Ha spiegato che «era contrario alle improvvisazioni», che scriveva «con massima cura ogni discorso, soppesando ogni frase prima di pronunciarla in pubblico», che si avvaleva del «consiglio di eminenti specialisti». Pio XII era un uomo «misurato e realista», ma anche «alieno da facili ottimismi», pur essendo «immune dal pericolo di quel pessimismo che non si addice ad un credente»: «Aborriva le sterili polemiche ed era profondamente diffidente nei confronti del fanatismo e del sentimentalismo». Inoltre aveva «un'intelligenza non comune, una memoria di ferro, una singolare dimestichezza con le lingue ed una notevole sensibilità». Per questo il suo insegnamento era affidabile e per questo era amato non solo dai fedeli, ma anche da «tante persone non appartenenti alla Chiesa». Era un «diplomatico compìto, un eminente giurista, un ottimo teologo». Eppure tutto ciò non spiega a sufficienza la personalità di Pio XII, ha sottolineato il Papa, che ha ricordato come quel Pontefice non si risparmiasse, non si occupava mai della «sua salute cagionevole»: «Trovava sempre la forza per il suo immane lavoro». Ratzinger ha definito il magistero di Pio XII «poliedrico e fecondo», di «valore inestimabile ancora oggi». Ha ricordato gli oltre mille riferimenti dei padri conciliari al magistero di Pio XII, le oltre duecento citazioni che fanno riferimento a Pacelli nei documenti conciliari, seconde solo alle citazioni della Bibbia. Per Joseph Ratzinger, Pio XII è un «eccezionale dono del Signore alla Chiesa». Non lo dice esplicitamente, ma fa capire che semmai è su queste cose che bisogna indagare circa un'eventuale beatificazione.
© Copyright Eco di Bergamo, 9 novembre 2008
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