sabato 11 aprile 2009

Il dramma dei Cristiani all'attenzione del mondo: il Calvario dell’Orissa alla ribalta del Colosseo (Bernardelli)


Vedi anche:

Il Papa alla Via Crucis: Gesù spezza la solitudine delle nostre lacrime (Mazza)

Maria e l'ascesa di Cristo al Golgota tra letteratura e tradizione. Volti di donne in un vociante corteo (Osservatore Romano)

Il Papa: impegno e solidarietà contro prove così dolorose (Bobbio)

Salgono a 292 le vittime del sisma in Abruzzo. La solidarietà del Papa per i terremotati (Radio Vaticana)

Uomini e Dio: editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)

La Chiesa si prepara alla Notte Santa: alle 21.00 la Veglia Pasquale presieduta dal Papa in San Pietro (Radio Vaticana)

Dal Santo Padre uova di Pasqua per i bambini abruzzesi, calici per le Messe e una cospicua donazione in contanti

Nella via Crucis il messaggio ai terremotati. Il Papa: "C'è speranza" (Fiorino)

Il predicatore pontificio: gli ateo-bus? Un lusso da privilegiati (Setti)

SANTA PASQUA 2009: RACCOLTA VIDEO, PODCAST E FOTO

Mons. Fisichella: Parola chiave Pasqua (Liberal)

Notte tranquilla in Abruzzo. Il bilancio sale a 291 morti accertati. Si scava ancora...

Omaggio a Paolo VI: Papa Ratzinger a Brescia

Via Crucis: il Papa unisce il dolore del mondo al dolore di Cristo

Il Papa: "Abbiamo rivissuto la vicenda tragica di un Uomo unico nella storia di tutti i tempi, che ha cambiato il mondo non uccidendo gli altri, ma lasciandosi uccidere appeso ad una croce" (Parole del Santo Padre al termine della Via Crucis)

Le sofferenze del mondo nella Via Crucis del Papa al Colosseo (Marroni)

Venerdì Santo: se Dio esiste, il non credente perde tutto. Predica di padre Cantalamessa nella celebrazione della Passione del Signore (Zenit)

VIA CRUCIS 2009: MEDITAZIONI E PREGHIERE DI MONS. THOMAS MENAMPARAMPIL

Predica per il Venerdì Santo di padre Cantalamessa: “Fino alla morte, e alla morte di croce”

Il Papa, scalzo a San Pietro, adora la Croce ed ascolta una invettiva sul profitto (Izzo)

Benedetto XVI si inginocchia scalzo alla croce in San Pietro

Via Crucis: Gesù continua a soffrire e morire anche oggi (AsiaNews)

Migliaia di persone hanno partecipato ai funerali mentre le scosse di terremoto continuano (Osservatore Romano)

Funerali all'Aquila. Il Papa: Dio doni a tutti il coraggio di continuare a sperare. Card. Bertone: Gesù crocifisso trasformi questa morte in amore

La Sacra Sindone, storia del testimone silenzioso della Resurrezione (Zaccone)

Il Papa nella Messa in Coena Domini: «Questa è l’ora dell’amore donato senza limiti» (Muolo)

Il messaggio di Benedetto XVI in occasione dei funerali delle vittime del sisma in Abruzzo

Anno Sacerdotale, Mons. Bagnard: Giovanni Maria Vianney, la santità che nasce nell'oblio del mondo (Osservatore Romano)

FESTIVITA' PASQUALI 2006-2009: LO SPECIALE DEL BLOG

IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

DRAMMA DEI CRISTIANI ALL’ATTENZIONE DEL MONDO

Il Calvario dell’Orissa alla ribalta del Colosseo

GIORGIO BERNARDELLI

«Cristo è in agonia tra di noi e nei nostri tempi».
Il Calvario dei cristiani dell’India si è materializzato così, ieri sera, nella Via Crucis guidata da Benedetto XVI al Colosseo.
Le bellissime meditazioni scritte dall’arcivescovo di Guwahati, Thomas Menamparampil, ci hanno permesso di sentire vicina la voce profondamente evangelica di questa Chiesa che – da sedici mesi, ormai – vive nella sofferenza.
Vicina nonostante la distanza, non solo geografica, che ci separa da una realtà come quella indiana. La Via Crucis di ieri sera ci ha portato con la mente e con la preghiera accanto ai cristiani dell’Orissa, lo Stato orientale dove più cruente sono state le violenze.
Abbiamo sostato con la Croce nel distretto di Kandhamal, dove in occasione del Natale 2007 cominciò l’ondata di odio alimentata dai fondamentalisti indù. Un dramma che ha lasciato dietro di sé 130 morti accertati, un centinaio di chiese distrutte, migliaia di case bruciate. Oggi sono ancora tremila le persone che vivono nei campi profughi perché non possono ritornare da cristiani nei loro villaggi. Ma molte di più sono quelle che hanno vissuto la loro Via Crucis abbandonando per sempre il distretto di Kandhamal e andando a stabilirsi nelle baraccopoli di qualche metropoli indiana. Ci ha ricordato questo dramma la celebrazione di ieri sera al Colosseo. E non poteva esserci momento più opportuno. Perché in questa Pasqua i cristiani dell’India stanno vivendo una vigilia importante: da giovedì prossimo, infatti, l’India va alle elezioni per il rinnovo del Parlamento federale di New Delhi. In un Paese che chiama al voto ben 710 milioni di elettori la macchina elettorale è complessa: si vota in cinque turni, zona per zona, nell’arco di un mese.
E giovedì si comincia proprio dall’Orissa. È una tornata elettorale molto delicata per un’India in cui le tensioni ultimamente sono tornate a crescere in maniera preoccupante. Lo si è visto nel distretto di Kandhamal, dove i fanatici dell’hindutva (il movimento nazionalista indù) si sono scagliati in maniera violenta contro i cristiani, 'rei' di operare conversioni tra quanti rimangono ai margini anche nell’India del boom economico. Ma lo si vede, ad esempio, anche nello Stato dell’Assam, quello dell’arcivescovo Menamparampil, da tempo sconvolto dagli attentati di un movimento indipendentista locale: proprio in questa settimana ci sono stati dieci morti. E poi c’è il terrorismo musulmano – portato alla ribalta in novembre dalle stragi di Mumbai – che mette il dito nella piaga dei rapporti tra gli indù e gli islamici. Non a caso questa campagna elettorale in India è stata dominata dalle affermazioni razziste e violente di Varun Gandhi – un nipote di Indira Gandhi, passato col rivale partito nazionalista Bjp – che giura sulla Bhagavad Gita di tagliare le mani a chiunque rifiuti di riconoscere l’identità indù dell’India.
Parla, dunque, di un Paese intero alle prese con la difficoltà di mantenere salda la propria identità plurale il Calvario dei cristiani dell’Orissa. E dice anche quanto la battaglia di giustizia che da molti mesi qui la Chiesa sta conducendo sia decisiva non solo per il piccolo gregge dei cristiani (circa il 3 per cento della popolazione) ma per il futuro di tutti in India. Nelle meditazioni di ieri sera l’arcivescovo Menamparampil ha citato la non violenza di Gandhi, un verso di Tagore, la dedizione ai poveri di Madre Teresa e persino la sapienza delle Upanishad, uno dei testi sacri della tradizione indù. È stata la risposta più chiara a quella parte fanatica del mondo indù che a New Delhi guarda ai cristiani come a una religione straniera. La Chiesa ha fiducia nell’India. Si sente a casa nella sua storia e nella sua cultura. Per questo, in questa Pasqua così particolare, non smette di annunciare anche a chi è rimasto tagliato fuori dal 'miracolo indiano' il suo messaggio di speranza.

© Copyright Avvenire, 11 aprile 2009

Nessun commento: