lunedì 18 maggio 2009

Il cardinale Tauran ad Amman per un incontro col mondo musulmano ad una settimana dalla visita del Papa


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da ASCA

E' cominciato oggi ad Amman (in Giordania) un colloquio su ''Religione e Societa' civile'' promosso dal ''Royal Institute for Inter-Faith Studies'' (Istituto reale di studi interreligiosi) e dal Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, ad una settimana dalla fine della visita di papa Benedetto XVI nel Paese arabo.
L'incontro e' stato aperto questa mattina dal card. Jean-Luois Tauran, presidente del dicastero vaticano che guida una delegazione di 12 membri e dall'ambasciatore Hasan Abu Nimah, direttore dell'istituto. La delegazione musulmana e' composta anch'essa da 12 membri provenienti da Egitto, Iran, Giordania, Arabia Saudita, Libano.
Tre le sessioni di lavoro: la prima e' dedicata al rapporto tra la religione e la societa' civile nella storia e nel pensiero giuridico-filosofico.
La seconda e' dedicata al rapporto tra religione e societa' civile nelle societa' moderne e la terza al tema del colloquio. L'incontro terminera' con una sessione di lavoro incaricata alla redazione di un comunicato finale.
Al termine dell'incontro interverra' anche il principe El Hassan bin Talal, che per oltre trent'anni e' stato l'erede al trono di Giordania fino a quando non gli e' stato preferito l'attuale re Abdullah II.
Al termine del colloquio, il card. Tauran restera' nella capitale giordana per un incontro con i membri e i consultori del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso appartenenti all'area mediorientale che si terra' dal 21 al 23 maggio.
Il cardinale ha anche tracciato un bilancio della visita del pontefice in Terra Santa e delle prospettive future del dialogo tra ebrei, cristiani e musulmani in un'ampia intervista pubblicata oggi sul quotidiano cattolico francese ''La Croix''.
E' stato un viaggio, ha commentato Tauran, che ha dimostrato che ''il dialogo interreligioso e' divenuto una delle priorita' del pontificato di Benedetto XVI''.
''Benedetto XVI - dice - ha chiaramente e pedagogicamente dimostrato come questo dialogo tra le tre grandi religioni monoteiste puo' essere fondato''.
''Innanzitutto perche' noi proclamiamo e testimoniamo, come credenti, che Dio esiste e che noi lo possiamo conoscere. Inoltre, dando questa testimonianza, noi diciamo e spieghiamo che siamo fratelli gli uni per gli altri e che ci dobbiamo rispettare come tali.
Infine, noi obbediamo a Dio e dobbiamo costruire spazi in cui Dio ci cerca, spazi di pace. In questo senso, siamo tutti pellegrini della verita'''. Secondo il presidente del dicastero vaticano, la presenza del papa in Terra Santa ha ''contribuito a migliorare le relazioni'' tra ebraismo, cristianesimo e islam. Ed ha aggiunto che il fatto di aver voluto riunire ''in un'unica riflessione i tre monoteismi'', rappresenta ''una grande novita''', anche perche' il papa ha indicato i due campi di azione dove le tre religioni possono ritrovarsi: nel ''rapporto tra fede e ragione'' e nella ''cultura'' dove le religioni si ritrovano nell'indicare ''il senso di rispetto e di adorazione per l'assoluto, la verita'''. Riguardo ai risvolti del viaggio sul fronte del processo di pace in Medio Oriente, il card. Tauran ha detto: ''Per il papa, come per la Santa Sede, occorre promuovere una pace fondata sulla giustizia, con la formazione di due Stati, ed e' indispensabile che la comunita' internazionale di impegni per risolvere il conflitto''. Sulla possibilita' e volonta' di pace in quella terra, una riflessione: ''Ci si puo' interrogare.
Il papa ha detto di aver percepito questa volonta' e dei segni di buona volonta'. Credo che sia gli uni che gli altri abbiano compreso che essi non possono essere felici senza gli altri ne' vivere con un muro tra di loro, in senso reale e figurato''.

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