domenica 17 maggio 2009
Gioia ed affetto accolgono il Papa a Betlemme (Custodia di Terra Santa)
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Con grande piacere pubblichiamo questo bellissimo resoconto di una giornata speciale.
Approfitto per segnalare il sito "Custodia di Terra Santa".
Gioia ed affetto accolgono il Papa a Betlemme
CTS Notizie
Mercoledì 13 maggio 2009: E’ cominciata presto, questa giornata che ieri aveva sommato emozioni e stanchezza: il Papa è giunto a Betlemme poco prima delle 8.00 e, nel piazzale antistante il Palazzo presidenziale, è stato accolto dal presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas).
Gerusalemme e Betlemme distano pochi chilometri l’una dall’altra, eppure il Papa ha attraversato un mondo, e se il Muro di separazione è quanto di più evidente Betlemme offre agli occhi di ogni pellegrino, è tutta la realtà di un popolo che il Presidente ha illustrato davanti al Santo Padre. In modi diversi, con differenti passioni, le sofferenze del popolo palestinese sono presentate al Papa forse non solo perché è legittimo e comprensibile che i figli chiedano al padre ascolto e conforto, ma per l’urgenza di cogliere il momento perché il mondo ascolti e presti attenzione.
Il Papa ha risposto con un discorso che dimostra che ben conosce, anche nei dettagli della vita delle persone, la situazione delle città chiuse dal muro, e le sofferenze causate da un conflitto lungo e logorante. Il testo del discorso è a disposizione e merita di essere letto integralmente. Da sottolineare c’è l’aperta consapevolezza che le sue parole sono oggetto di attenzione (vengono vivisezionate dalla stampa locale!) da parte di una popolazione in maggioranza giovane e quindi li chiama in causa direttamente: “Rivolgo questo appello ai tanti giovani presenti oggi nei Territori Palestinesi: non permettete che le perdite di vite e le distruzioni, delle quali siete stati testimoni suscitino amarezze o risentimento nei vostri cuori. Abbiate il coraggio di resistere ad ogni tentazione che possiate provare di ricorrere ad atti di violenza o di terrorismo”.
Ma noi, quando il Papa era ormai entrato a Betlemme, vagavamo per stradine che finivano nel nulla alla ricerca di un passaggio per raggiungerla.
Lunedì pomeriggio il Papa è stato accolto dai soldati che pattugliavano le strade di una Gerusalemme completamente deserta; ieri la maggior parte dei pellegrini che ha raggiunto la Valle del Getsemani ha fatto esperienza di sbarramenti dei quali oggi si parla tra incredulità e ironia; questa mattina, finalmente, la Città del Pane!
Grande Betlemme: un’accoglienza serena, gentile, dove la gente – certo i cristiani sono una piccola minoranza – sorrideva ai nostri berrettini bianchi e gialli.
L’arrivo nel grande piazzale dove, di fronte al Peace Center, era eretto l’altare, davanti alla Piazza della Mangiatoia è stato una gioia: finalmente l’allegria, la piazza piena, l’attesa condivisa, le bandiere (non solo palestinesi, ma oggi erano la maggioranza): qui il Papa è arrivato con un po’ di gente che l’ha atteso lungo le strade, qui è stato accolto con un calore davvero grande, gioioso, coloratissimo. La Santa Messa è iniziata in orario: come già ieri, il clima è stato di grande raccoglimento, e il controllo dell’ordine non rigidissimo ha permesso una partecipazione più serena, non turbata da distrazioni. Dopo il saluto d’introduzione di Sua Beatitudine il Patriarca mons. Fouad Twal, la Liturgia della Parola con la seconda Lettura cantata secondo la melodia bizantina, l’acclamazione al Vangelo in rito siriaco (che bellezza la Liturgia della Terra Santa che sa amalgamare i riti ed esaltare la convivialità delle differenze!), ecco l’omelia del Papa. Attesa e subito interrotta da un fremito di commozione perché dopo poche righe dice: “Il mio cuore si volge in maniera speciale ai pellegrini provenienti dalla martoriata Gaza a motivo della guerra…”. Ha davanti a se, stipate accanto ai Cavalieri del Santo Sepolcro, in prima fila, un gruppo di donne che tengono alzate le fotografie dei loro familiari uccisi. Su di esse si puntano adesso le macchine fotografiche… Gran parte della sua omelia è dedicata alla speranza cristiana, alla gioia che pure si deve sottolineare a Betlemme, che ha esultato per la venuta del Salvatore che qui è nato e che la rende “associata al gioioso messaggio della rinascita, del rinnovamento, della luce e della libertà.”
Il sole splende su Betlemme, e fa caldo. Ma la partecipazione commossa a questo abbraccio del popolo al Papa è davvero una forza che scalda il cuore. Siamo tutti molto contenti. Siamo contenti perché il Papa ha potuto, finalmente, sentire che anche qui gli vogliamo bene. Quanto dura la Messa? Il tempo scorre veloce, e subito dopo la benedizione finale i frati francescani percorrono veloci il piazzale trasportando nella sacrestia della chiesa di Santa Caterina gli arredi sacri. Il Papa, con il suo seguito, passa osannato dirigendosi a Casa Nova, dove pranzerà. E’ festa per cuochi e operai del Casa Nova oggi: saluteranno il Papa alla sua entrata in Refettorio, e a fine pranzo staranno ancora con lui per una fotografia ricordo.
Dopo un breve riposo, il Santo Padre si è recato per un momento di preghiera privato nella Grotta della Natività. Attorniato poi da tutti i frati, e insieme al padre Custode e al Ministro Generale, fra J.M. Carballo, è poi sostato nella chiesa di Santa Caterina per una fotografia con loro. Lo attendono al Baby Caritas Hospital e al Campo profughi di Ayda: buon proseguimento del suo viaggio, Santità.
Irene B.
http://www.custodia.org/spip.php?article5822
FOTO: Il Papa con i frati della Custodia dopo il pranzo a Betlemme
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