martedì 1 settembre 2009
Cossiga: la vicenda resta oscura. Ma il Vaticano non vuole strappi (Cazzullo)
Vedi anche:
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l'intervista
Cossiga: la vicenda resta oscura
Ma il Vaticano non vuole strappi
Aldo Cazzullo
«Non conviene compromettere il rapporto con il Cavaliere»
Presidente Cossiga, lei che ha una qualche esperienza dei rapporti tra lo Stato italiano e la Santa Sede, quale idea si è fatto di questa storia?
«A dire il vero, ho la testa da un'altra parte».
Cioè?
«Sto cercando di sistemare un parente in Rai».
Un parente?
«Le mie residue energie sono totalmente profuse a far nominare mia nipote Bianca Berlinguer direttrice del Tg3, anche se mi ha rinnegato... Allo scopo ho appena finito di parlare con il dg Mauro Masi. E questo nonostante lei discenda dal ramo aristocratico della famiglia, mentre io sono pronipote di un pastore».
Veniamo ai rapporti tra Stato e Chiesa.
«Ho scritto al Giornale una lettera, per disapprovare l'attacco al direttore di Avvenire. Converrà che si tratta di un gesto nobile, essendo lo stesso Avvenire che nel ‘91, allora come oggi al seguito di Repubblica, chiese le mie dimissioni da capo dello Stato. Resto convinto però che della vita privata non si debba scrivere. Della vita di Berlusconi come di quella di Boffo; che, come direttore del quotidiano dei vescovi, non è meno personaggio pubblico del premier».
La sua non pare una difesa molto convinta.
«Al contrario; benché abbia sempre trovato Avvenire un giornale noioso, e abbia considerato fuori luogo gli attacchi a Berlusconi. Meno convinta è la difesa dell'arcivescovo di Mazara del Vallo, che chiede a Boffo un passo indietro. Magari dopo aver chiarito una vicenda che resta oscura. Perché, se davvero il direttore ha prestato il cellulare a un amico che l'ha usato per molestare una signora, ciò denota una bontà inversamente proporzionale all'accortezza. Come si vede anche dalla sua reazione all'attacco del Giornale».
A cosa si riferisce?
«Boffo sbaglia a prendersela con Feltri, tanto più a querelarlo. La vicenda doveva restare privata, ma ora che è divenuta pubblica si è fatta seria. Ho qui davanti a me un libretto di preghiere, prefato da Ratzinger, dove a pagina 17 si elencano i quattro peccati che "gridano vendetta al cospetto di Dio": il primo è l'omicidio volontario, il secondo l'atto impuro contro natura. È lo stesso Ratzinger che, tre giorni dopo l'ascesa al soglio, ha deposto il capo dei legionari di Cristo a causa di una figlia segreta».
I servizi segreti hanno avuto un ruolo?
«In Italia, da Rutelli in giù, si imputano ai servizi segreti pure i 34 alpinisti morti quest'estate in montagna. Mi pare piuttosto che la chiave di questa storia vada cercata nella comunità di Don Gelmini. E quindi semmai riguarda la magistratura».
Il punto non è la vita privata di Boffo, quanto la tensione tra governo e Vaticano.
«Qui sta l'errore di Feltri. Credendo di far piacere a Berlusconi, gli ha procurato un fastidio inutile».
La mancata cena con Bertone dopo la Perdonanza?
«La cerimonia non è importante. Venerdì scorso ho consigliato a Berlusconi di rinunciare, così come gli avevo detto di evitare i pellegrinaggi da Padre Pio suggeriti da Nunzia De Girolamo e altre amenità. Palesemente il viaggio all'Aquila non era destinato a omaggiare Celestino V ma a incontrare Bertone. E Bertone non poteva incontrare Berlusconi quella sera senza delegittimare la Conferenza episcopale italiana».
Sta dicendo che per un giorno la Cei e il Vaticano, fino a quel momento divisi sul caso Berlusconi, si sono ritrovati sulla stessa posizione?
«A essere divisa è la Cei. Sono i vescovi che non riescono a trovare una posizione comune. E questo accade perché monsignor Bagnasco è un'ottima persona, un pastore angelico, ma non ha, come dire, la granitica fermezza di Camillo Ruini. Purtroppo, politici come Ruini non si trovano a ogni angolo. Quanto al segretario della Cei, monsignor Crociata (nomen omen), se il Vescovo segretario della conferenza episcopale francese avesse detto di Sarkozy e Carlà Bruni quello che ha detto lui di Berlusconi e delle sue supposte "fidanzate", verrebbe arrestato per vilipendio in piena Parigi, forse anche nel Duomo di Notre Dame o nella Chiesa abbaziale di Saint-Denis...».
Cosa pensano davvero i vescovi italiani di Berlusconi?
«Alcuni lo considerano come il ricco epulone. Tenga conto che per molti prelati italiani la ricchezza è peccato più grave della dissolutezza».
E gli altri?
«La pensano allo stesso modo. Però pensano anche all'8 per mille, all'esenzione dall'Ici, alle scuole private. E ai limiti imposti dal centrodestra al divorzio breve, alla fecondazione assistita, alla pillola abortiva, al testamento biologico. Ma i vescovi devono stare attenti, perché nel Pdl i cattolici sono minoranza. Non vorrei che a destra prevalesse un istinto vendicativo, e la legge sul fine vita venisse insabbiata».
E Ratzinger?
«Ratzinger sa a malapena chi sia Berlusconi. E del caso Boffo ha letto le cinque righe che gli ha preparato la segreteria di Stato e padre Georg gli ha porto prima della preghiera serale. Ratzinger fa il Papa. Per queste cose c'è Bertone».
Come sono allora i rapporti tra Bertone e Berlusconi, dopo la Perdonanza mancata?
«L'Italia è uno Stato concordatario. E non c'è nessun motivo di bisticciare con uno Stato concordatario. Il Vaticano si occupa del mondo, e fronteggia una situazione drammatica. Benedetto XVI e Bertone si occupano di Obama, che nonostante le promesse si circonda di cattolici pro choice, cioè abortisti. Dell'America Latina, su cui si allunga l'ombra rossa di Chavez. Dell'Europa, dove persino i cattolici belgi si ribellano al Papa sul no ai preservativi. Del Ppe, che è in mano alla Merkel, protestante che si è sposata solo per obbedire a Kohl, ai popolari spagnoli, che introdussero i diritti per le coppie di fatto prima ancora dei socialisti, e a Sarkozy e Carla Bruni, sulla cui moralità non mi pronuncio per non essere arrestato appena mettessi piede a Parigi. L'unico che non dà problemi al Vaticano, anzi lo asseconda, è Berlusconi. Vuole che compromettano il rapporto con lui per una notte con la D'Addario? Poniamo che Berlusconi cada. Qual è l'alternativa?».
Fini?
«Un uomo impegnato a riscoprire il pensiero antiborghese e anticattolico del suo maestro Almirante, per giunta infatuato dell'ebraismo, come confermano le mie fonti in Israele? Peggio mi sento».
Il Pd?
«Da quando Prodi si definì "cattolico adulto" (e io gli risposi definendomi un "cattolico infante") e da quando Franceschini e 60 parlamentari difesero i Dico e protestarono contro l'editoriale di Boffo intitolato "Non possumus", la Chiesa considera il Pd perduto».
Casini?
«È l'unico che può trarre profitto dalla situazione. Fino a quando Avvenire non ricorderà ai suoi lettori che pure lui è divorziato e risposato...».
© Copyright Corriere della sera, 1° settembre 2009 consultabile online anche qui.
Leggo:
Ratzinger fa il Papa. Per queste cose c'è Bertone...
Amen!
E del caso Boffo ha letto le cinque righe che gli ha preparato la segreteria di Stato e padre Georg gli ha porto prima della preghiera serale...
Ne dubito...e' stato lo stesso Papa a rivelare, a Les Combes, di leggere ogni giorno Avvenire.
:-)
A essere divisa è la Cei. Sono i vescovi che non riescono a trovare una posizione comune. E questo accade perché monsignor Bagnasco è un'ottima persona, un pastore angelico, ma non ha, come dire, la granitica fermezza di Camillo Ruini.
La Cei era divisa anche ai tempi di Ruini (forse anche di piu'...) e continua ad esserlo.
E' proprio questo che crea confusione nei fedeli.
R.
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6 commenti:
La Cei,organismo meramente burocratico,come tutte le conferenze episcopali sono di intralcio alla diffusione del Vangelo.
Paradossalmente nella Chiesa cattolica si è creata una sorta di frammentazione nazionale come nella Chiesa Ortodossa pericolo da cui i Papi avevano preservato per due millenni la Chiesa di Roma Cattolia e per ciò universale.
Il rimedio? Scioglierle...il Papa Vicario in terra di Nostro Signore Gesù Cristo ne ha il potere ,lo usi. I Vescovi sono veramente cattolici se uniti cum Petro et sub Petro!
non ho capito la foto...
La foto di un Angelus...
R.
Grazie Antonio! Hai detto quello che io non osavo dire (anche se lo penso)!
Le conferenze episcopali sono, o sono diventate, anti-evangeliche. Luoghi di gestione e difesa di potere, fonti di confusione e di divisione.
Andrebbero davvero abolite!
Ma... Vi immaginate se Papa Benedetto lo facesse!
Sarebbe benedetto per tutti i secoli a venire, ma verrebbe materialmente fatto a pezzi. E appeso sull'obelisco di piazza San Pietro. A testa in giù. Come il primo del Apostoli. Appunto!
Hai pienamente ragione Antonio.
I politici italiani tendono a credere che, come ai tempi di Montini, il papa stia lì per loro. Giustamente Cossiga ricorda che il mondo riserva alla Chiesa problemi più grossi di Boffo/Berlusconi. Comunque, la posizione di Boffo è indifendibile. Saluti, Eufemia
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