lunedì 31 agosto 2009

Che cosa sappiamo o non sappiamo del "caso" Boffo? Qualche riflessione...


Cari amici, sul "caso" Boffo regna la confusione piu' totale ma io vorrei mettere qualche punto fermo.
Aiutatemi in questa riflessione
.

CHE COSA NON SAPPIAMO?

In realta' sono tantissimi i fatti che non conosciamo.
Io escluderei la famosa informativa della polizia.
Su questo foglio non c'e' alcuna certezza: non si sa chi l'ha scritto, da dove viene e a chi era destinato. Io direi di cestinarlo anche se francamente, fossi stata un vescovo, non l'avrei buttato nel cestino senza pormi una miriade di domande ma tant'e'...
Quell'informativa della polizia (o chissa' di quale altro soggetto), quindi, non dovrebbe piu' essere nemmeno citata
.

CHE COSA SAPPIAMO?

Sappiamo che Boffo e' stato effettivamente condannato all'ammenda di 516 euro con decreto del Tribunale di Terni.
Come facciamo a saperlo?
Abbiamo visto la copia del documento e poi c'e' l'ammissione dello stesso Boffo.
Nella replica a Feltri, infatti, il direttore di Avvenire afferma che la nota informativa e' una patacca, ma non nega la condanna di cui sopra.
Inoltre, su indicazione della maggiorparte dei giornali, Boffo ha ammesso anche in passato di essere stato condannato proprio in seguito alla denuncia di una signora di Terni molestata telefonicamente.
Non c'e' dubbio, quindi, che la ragione della condanna sia questa.
Rileggiamo l'articolo di ieri di Lorenzo Salvia e in particolare segnaliamo
:

"Boffo avrebbe deciso di proteggere il ragazzo preferendo chiudere la vicenda nel più breve tempo possibile. E sarebbe stato que­sto a spingerlo a patteggiare da­vanti al giudice per l’udienza preliminare di Terni e pagare l’ammenda di 516 euro".

Se questo e' vero, non ci sono dubbi: la condanna e' stata inflitta per molestie telefoniche ad una signora di Terni, vittima del reato.
Secondo la ricostruzione del Corriere, Boffo affermerebbe di non avere fatto le telefonate.
Il colpevole sarebbe un ragazzo proveniente da una comunita' di recupero, poi morto di overdose.
Questa ricostruzione dei fatti e' esatta?
Non e' stato Boffo a fare le telefonate per cui e' stato condannato? Come puo' dimostrare questa affermazione?


Ecco il punto!
La condanna c'e' stata, non ci sono dubbi.
E' questo che ci deve interessare. Tutti i commenti, gli editoriali, le interviste si basano sulla nota informativa che pero' nessuno puo' assumere come prova.
Il Giornale e gli altri quotidiani girano intorno alla questione discutendo su una informativa che non si sa da dove provenga!
Sembra che nessuno si preoccupi pero' del fatto assodato: la condanna.
E' su questo che occorre un chiarimento!
Ed e' su questo che si gioca la credibilita' della Cei gia' purtroppo gravemente intaccata
.
R.

21 commenti:

fr. david ha detto...

Condivido in pieno quanto da te affermato, carissima Raffaella! E ribadisco quanto ho già scritto: Boffo dovrebbe fare un passo indietro, dimettersi, in attesa di un chiarimento. Per il bene della Chiesa e suo personale. Questa vicenda sta diventando a dir poco grottesca.

euge ha detto...

Cara Raffaella, anch'io condivido in pieno questa tua riflessione e ricostruzione dei fatti. Anche per me vale il discorso che su questa faccenda vada fatta ulteriore chiarezza ma, in attesa di questo, le dimissioni sarebbero un atto dovuto ed ancora di più la CEI le dovrebbe accettare senza ulteriori tentennamenti visto che la sua credibilità è stata seriamente danneggiata.

Benedettina ha detto...

Raffaella cara, sono d'accordo con te e la CEI (non la Chiesa!) ha fatto una pessima figura. Non c'era alcun motivo di schierarsi a favore di Boffo così apertamente eviolentemente senza aver accertato nulla.
Secondo me, bisognava chiamarlo in separata sede e invitarlo a fare un serio esame di coscienza sulla base del quale avrebbero potuto capire di più. Sulle dimissioni, mi sembrano a dir poco necessarie e poi non c'era motivo di mettersi a urlare così d parte di Boffo e di rreplicare a Feltri in mod anche volgare. Non mi identifico nel suo linguaggio e con il suo comportamento Per me, ora come ora, con l'Avvenire chiudo.
Non dimentichiamo che il Primate d'Italia è Benedetto XVI e non il card. Bagnasco e il Santo padre è talmente intelligente e talmente illuminato da on intromettersi in simili faccende. Boffo non è un sacerdote e ognuno risponde della sua coscienza. Mi sembra che Papa BENEDETTO non abbia mai esitato a confrontarsi con la vertà, anche se dolorosa e si sia esposto in prima persona quando c'era da riparare, ma si trattava di sacerdoti e vescovi.
Sarebbe opportuno che chi ci rappresenta e che scrive su un giornale cattolico e dirige TV cattoliche desse un esempio di coerenza e di coraggio

Enrico ha detto...

Cara Raffaella,

avanzo qualche possibile spiegazione giuridica. E' stata pubblicata la "fedina penale", ossia il certificato del casellario, da cui risulta semplicemente che c'è stato un decreto penale di condanna, la pena (ammenda) e il pagamento della stessa.

Ora, il decreto penale è un provvedimento del GIP (giudice per le indagini preliminari) che nei reati minori irroga la pena (ridotta della metà) con decreto, senza processo e senza nemmeno sentire l'imputato. Il quale può, entro 15 giorni, fare opposizione e allora si apre il regolare processo, oppure chiedere il patteggiamento oppure ora, per le sole contravvenzioni (come in questo caso), l'oblazione, che evita di 'spocarsi la fedina'.

In altri termini, col decreto penale il GIP ti propone: se ci eviti la fatica del processo, ti becchi la pena dimezzata. E così è stato, nel caso presente nessuno ha fatto opposizione.

Tuttavia nel decreto penale dev'essere precisato il capo di imputazione, ossia il fatto che costituisce il reato; inoltre per arrivare al decreto penale, devono essere state compiute indagini da cui risulti la fondatezza dell'accusa (ad es., nel caso, i tabulati telefonici). A meno che Feltri sia stato così avventato da aver utilizzato materiale di dubbia autenticità, vien da pensare che abbia in mano il decreto, gli atti di indagine svolti dalla polizia giudiziaria allorché ha accertato i fatti, nonché la querela della persona offesa, e simili: atti tutti che si devono trovare nel fascicolo, archiviato, conclusosi col decreto penale in discorso.

Insomma: la questione sembra sufficientemente chiara, viste anche le non smentite dell'interessato. Il quale non può quindi invocare la presunzione costituzionale di innocenza, dato che la condanna è passata in giudicato. Poi, l'errore giudiziario è sempre possibile; ma se l'asserita verità è che voleva coprire un ragazzo in difficoltà con la droga, beh... questo sarebbe assai stupido: un tossicodipendente se ne frega di una ulteriore condanna bagatellare come quella, mentre Boffo aveva tutto l'interesse, se avesse avuto elementi, per difendersi fino in Cassazione. Ma il ragazzo è morto di overdose, quindi non può smentire e, chi vuole, può far finta di credere che era lui il reo, così come può credere che Berlusconi è di costumi castigati...

Raffaella ha detto...

Il ragionamento di Enrico e' fondato!
Aggiungo anche che sarebbe estremamente grave per un avvocato consigliare ad un cliente, che sa innocente, di accettare un patteggiamento.

euge ha detto...

Benedettina. condivido e sottoscrivo.

Anonimo ha detto...

Tristezza, è il sentimento che non riesco a togliermi di dosso... Di tutta la faccenda chi soffre di più è la Chiesa, in particolare la "fede dei piccoli". Sono schifato di tutte le parole, troppe parole... Sconcerto di fronte all'atteggiamento della CEI, resta la preghiera per il Santo Padre perchè trovi forza dall'alto per sconfiggere l'elevato tasso di ipocrisia che si ritrova in casa. E non mi si venga più a dire che non si può "leggere" la Chiesa con gli occhiali della politica: se c'era qualcuno che sapeva, perchè il Boffo è rimasto al suo posto? Carità cristiana? E la virtù della prudenza dove è andata a finire? Qualcuno si preoccupi del gregge e meno dei suoi "affari". Più coraggio e meno maneggio di poteri vari. Resto in attesa di un chiarimento limpido da parte di Boffo, altrimenti vada a casa. Per il resto "Avvenire" ha perso un lettore, già poco convinto della linea editoriale. "La verità vi farà liberi"

Fabiola ha detto...

Accettare un patteggiamento non significa necessariamente dichiararsi "colpevoli". Lo stabilisce una sentenza della Cassazione. Può anche essere un modo per non prolungare un procedimento penale, nel caso di un reato relativamente lieve.
Io non mi sento di condannare Boffo né, tantomeno, i Vescovi che lo hanno difeso. Può darsi che la CEI debba fare chiarezza, ma certo non in pubblico. D'altra parte, se è vero, come pare, che la falsa "informativa" era stata consegnata, da tre mesi, a quasi tutti i Vescovi italiani mi sembra evidente il tentativo di disfarsi di Boffo alla guida di Avvenire. E faccio fatica ad immaginare che la cosa sarebbe tornata a vantaggio del centro-destra. Io leggo Avvenire tutti i giorni e mi sono sorpresa sempre dell'equilibrio che il Direttore ha mostrato. A parte alcune sbavature, il giornale ha saputo mantenersi saldo nella difesa dei "principi non negoziabili" pur se evidentemente sottoposto a pressioni da diverse parti, anche,se non soprattutto, ecclesiastiche.
Fatico a capire che cosa Feltri pensasse di ottenere da tutto questo, se non di vendere più copie. Oggettivamente, si è trattato di un boomerang soprattutto dal punto di vista di un "partigiano" di Berlusconi.
"Quem Deus vult perdere, dementat."

Anonimo ha detto...

Ecco dove ci portano i "Cattolici adulti". Boffo non è stato generoso nemmeno con il Papa. Ha apprezzato i suoi discorsi e il suo stile su alcune questioni, ma su altre, ad esempio il Motu proprio sulla liberalizzazione del messale di Giovanni XXIII è stato blando e poco attento , come pure sul difenderlo davanti all'attacco ingiustificato dei media per il caso Williamson e la revoca della scomunica alla Fraternità S. Pio X.

Insomma, Boffo, fa parte di quella cordata btori, forte tettamanzi che "schifa" tutto quanto provenga da prima del 1962 (inizio CVII) e non è stato troppo attento a non utilizzare un linguaggio più soft riguardo le coppie di fatto e i diritti omosessuali . Così ciò che girava nelle redazioni giornalistiche e nei Palazzi Romani ,ora attaccando la "VIDEOCRazia" è venuto sporcatamente alla luce. farebbe bene a tirarsi fuori , stare in rispettoso silenzio e cedere la direzione del quotidiano a persona più moderata .

Anonimo ha detto...

Ho visto l'informativa sul sito del Corriere.
Si tratta di un foglio anonimo,che chiunque potrebbe ideare senza difficoltà.
Come si fa a dargli incondizionatamente credito senza ulteriori elementi?

Antonio

Anonimo ha detto...

Sono sconcertato da queste miriadi di perplessita'......
Sono certo che il tempo fara' emergere se il Dr. Boffo ha e aveva o avra' i requisiti morali per stare ad Avvenire.

Il resto sono solo chiacchiere di "partito", perche' in analogo caso nessuno perderebbe tutto questo tempo in inutili elucubrazioni.


Non penso nemmeno che Il giornale abbia fatto riferimento ad una informativa senza sapere da chi arriva , chi la firmata ect...

a meno di pensare che li' sia tutti sprovveduti...

ma e' possibile???

Caterina63 ha detto...

Concordo con l'analisi di Raffaella e la prima risposta a firma di Fr. David....

Boffo non occupa un posto da nulla...è direttore di un giornale che è il portavoce dei Vescovi, per dirla con le parole di san Paolo: DEVE AVERE UNA CONDOTTA IRREPRENSIBILE non solo per se stesso e per l'esempio, ma anche per il grado di credibilità che si rischia di offuscare a tale giornale...

La CEI ha peccato di leggerezza...se dovesse occuparsi di tutte le calunnie che reputa tali PER TUTTI I CATTOLICI COINVOLTI, non farebbe più il suo lavoro....ma non si occupa di TUTTI i casi, ergo due pesi e due misure? Meglio allora accettare le dimissioni di un martire piuttosto che difendere l'indifendibile...

Boffo, che dovrebbe essere persona di Chiesa, se davvero AMA LA CHIESA, dovrebbe mettersi da parte...e lasciare a Dio il tempo e i modi opportuni per rendergli giustizia laddove fosse stato calunniato davvero...ma intanto NESSUNO DI LORO pensa alla Chiesa, ma solo alla propria immagine...
Tremo all'idea che la stessa CEI non ha pensato prima alla Chiesa ma bensì all'immagine di una persona...

Amare la Chiesa significa MORIRE PER LEI, METTERSI DA PARTE...

Bentrovati ^__^

Anonimo ha detto...

No, accettare un patteggiamento vuol dire riconoscere di essere colpevoli. Certo che è così, vogliamo scherzare? Altrimenti dove saremmo, in un Paese dove si preferisce essere condannati in fretta per non stare sotto processo?!?

Caterina63 ha detto...

Raffaella ha detto...

Il ragionamento di Enrico e' fondato!
Aggiungo anche che sarebbe estremamente grave per un avvocato consigliare ad un cliente, che sa innocente, di accettare un patteggiamento.

***********************

Non scandalizzarti cara Raffaella, questo è ciò che accade spesso...all'avvocato non interessa l'innocenza o la colpevolezza del cliente, ma che si vinca la cusa...o si abbia il maggior sconto di pena...
Il patteggiamento è spesso consigliato specialmente quando si hanno prove scarse...
delle volte è utile quando uno, innocente davvero, non ha la prova per dimostrarlo, altre volte è dannoso...ma tutto dipende dalla volontà di vincere la cusa che non dimentichiamolo non è solo un problema di eventuali condanne, ma anche di molti soldini da sborsare...
e quando c'è di mezzo il danaro....
ma questa è un altra storia...
^__^

Colpevole o innocente che sia, a causa dell'incarico che ricopre, PER AMORE DELLA CHIESA, sarebbe stato un atto davvero evangelico il dimettersi e poi chiarire...

La CEI, in questo caso, avrebbe fatto meglio a suggerire le dimissioni perchè il BRACCIO DI FERRO non paga...
Cristo ha vinto SPOGLIANDOSI, umiliandosi...

Diverso sarebbe stato se Boffo ricopriva un incarico in cui non coinvolgeva il portavoce dei Vescovi....

sam ha detto...

Quante belle cose logiche e razionali hai scritto Raffaella e quanti bei commenti lucidi e lineari in questo post.
Di tutta sta vicenda, la cosa che più mi inquieta (si vede che sono cresciuta alla scuola di Ratzinger!) è il relativismo dominante che, sbarazzandosi senza problema del principio di non contraddizione, consente a molti di cambiare completamente il proprio metro di giudizio e la logica di ragionamento in funzione semplicemente delle proprie appartenenze o dei propri desideri. Ma tant'è, questi sono i segni dei tempi...

Carissimo Antonio, di solito condivido tutti i tuoi post ma in questo caso non ne capisco il senso. Infatti mi pare che qui proprio nessuno dia credito all'informativa anonima e questo nonostante mi paia che nè Boffo nè altri, in mezzo alle innumerevoli attestazioni di solidarietà, se la siano sentiti finora di dire una sola parola per negarne i contenuti nel merito, ovvero per smentire l'asserita omosessualità di Boffo.
Ma ammettiamo pure che questo non sia avvenuto per pudore o perchè si tratta di un discorso troppo politicamente scorretto e omofobo per la mentalità mondana e ammettiamo anche che non ci interessi per niente che Boffo sia etero o omosessuale e che la cosa sia ininfluente per la Direzione di Avvenire.
Mi pare che la tesi qui prevalente, e che io condivido, è che basta e avanza quel che sta scritto nel Casellario giudiziario perchè il buon senso e la responsabilità imponessero al Direttore di Avvenire di rassegnare immediatamente le sue dimissioni e poi di difendersi e spiegare. A quel punto, di fronte ad una difesa argomentata la CEI poteva pure trespingerle.
Dico che Boffo avrebbe dovuto comportarsi così anche nel caso e, anzi, a maggior ragione nel caso che Boffo sia innocente e dunque si trovi ad essere perseguitato per causa della giustizia avendo commesso una buona azione.
In fondo noi sappiamo che la verità vince sempre quando accetta di farsi spogliare e sacrifica l'amor proprio per il bene di tutti.

Raffaella cara c'è ancora una cosa che non ho capito e che vorrei chiarire, se mi puoi aiutare.
La storia delle molestie telefoniche alla moglie dell'amante da dove esce? Dall'informativa anonima, perchè il casellario parla genericamente di molestie, ma non circostanza i fatti.
Dunque, benchè anonima e inattendibile, almeno su questo l'informativa sarebbe credibile, visto che la controversione pubblicata dal Corriere di fatto la avalla e conferma, benchè cambiando l'identità del molestatore, che non è Boffo ma un tossicodipendente poi deceduto (cosa sul piano strettamente logico improbabile, ma possibile).

Ma questa controversione si può sapere da dove esce, da una dichiarazione ufficiale di Boffo o si tratta di un'altra velina o addirittura di voci di corridoio ufficialmente non confermate, nè smentite da alcuno?
In tal caso la controversione non avrebbe nè più, nè meno che il valore e l'attendibilità dell'informativa di Feltri e ad entrambe non si dovrebbe dare alcun credito, come dice Antonio.
Resta dunque valido il solo documento del casellario.
Quindi, facendo finta che tutto il resto non sia mai esistito, c'è qualcuno che può chiedere al Dott.Boffo semplicemente di chiarire lui a cosa si riferisca la sua condanna per molestia alle persone commessa nel gennaio 2002?
Grazie.

Raffaella ha detto...

Ciao Sam, dal decreto si evince la condanna ed il reato ma ovviamente non si entra nello specifico.
Spetta al procuratore capo decidere se mettere a disposizione dei giornalisti, per dovere di cronaca, gli atti che si trovano in archivio.
Ho letto che decidera' domani.
Per adesso non possiamo affermare con certezza chi sia la vittima del reato perche' il decreto (unico documento ufficiale) non ne parla.
Certo e' che l'articolo citato (660) prevede il reato di molestie alle persone, quindi c'e' sicuramente una vittima anche se noi non possiamo sapere ne' chi e' ne' se coincide con la signora indicata dal Giornale.
Possiamo solo presumere che i fatti siano quelli scritti da tutti i quotidiani perche' non vi e' stata smentita in questo senso.
Siamo pero' nel campo delle ipotesi.
R.

sam ha detto...

Grazie mille Raffaella della risposta.
Ho visto che non hai ancora pubblicato il mio post, ma mi ha fatto ridere leggere, subito dopo avertelo inviato, il commento di Caterina che, in contemporanea e con altre parole, esprimeva il medesimo concetto che ti ho scritto io della verità che si afferma spogliandosi da posizioni di forza.
Queste belle "coincidenze" mi ricordano e confermano sempre che la VERITA' esiste, anche se il mondo fa di tutto per farci credere il contrario.
:-)

Raffaella ha detto...

Me ne sono accorta :-))
Imbocco un vicolo cieco dietro l'altro eheheheheh
A mia discolpa posso dire che oggi ho battuto il ditino del piede (che ha un nome ma non me lo ricordo) contro la gamba del letto.
Un po' come il Papa ma a me e' andata meglio...
R.

sam ha detto...

Buona guarigione! Anch'io oggi non sono stata bene. Che sia per offrire alla nostra Buona Madre un piccolo surplus di penitenza e di partecipazione al dolore per la Sua povera Chiesa?

Raffaella ha detto...

Grazie, Sam, ma e' solo un graffietto :-))
Buona guarigione a te :-)
R.

Anonimo ha detto...

Umanamente possiamo esser vicini a Boffo, ma sulla base dei fatti non mi pare si stia comportando bene.
Perchè non spiega, non ci da la sua versione della vicenda. QUanto poi al profilo professionale di Boffo, come giornalista non mi è mai piaciuto, il suo stile è prolisso, involuto, quando il vangelo dice "sia la tua parola si, si, no, no".
VIttorio