martedì 8 settembre 2009
La curiosità: Il diacono accanto al Papa a Viterbo? Un poliziotto
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Il diacono accanto al Papa? Un poliziotto.
Tiratori scelti, artificieri, cani antisabotaggio e agenti “infiltrati” a Viterbo e Bagnoregio. L’eccezionale lavoro di una sicurezza “invisibile”.
(nm)
Durante la messa a Valle Faul, sedeva accanto al Papa, vestito di verde e di bianco.
Sembrava (ed era) un diacono. Ma, nello stesso tempo, era anche un noto uomo di polizia: l’ispettore Trevi, in forza alla questura di Viterbo e, in passato, al vertice del Commissariato di Tarquinia. Non è stata, questa, la sola sorpresa che ha riservato l’imponente apparato della sicurezza. C’erano altri “infiltrati”: come un infermiere.
Per la sicurezza del Papa, non è stato trascurato nulla: sia a Viterbo, sia a Bagnoregio. Con gli uomini del questore Urti che, tramite il capo di Gabinetto, Ada Morgese, hanno tenuto contatti, per settimane, con i colleghi del Vaticano. E, in particolare, con la Gendarmeria vaticana e l’Ispettorato di polizia del Vaticano. Complessivamente, per quel che riguarda le forze dell’ordine viterbesi, sono stati impiegati oltre duecento uomini. Con l’ausilio, tra gli altri, dei tiratori scelti, degli artificieri e dei cani antisabotaggio. Sovrintendente di tutti i servizi, sia a Viterbo che a Bagnoregio, è stato il vicario, Vincenzo Cianchella. Direttori dei servizi, rispettivamente, Di Fusco a Bagnoregio e Monaco a Viterbo. Alla Quercia, prezioso è stato il ruolo del dirigente dell’Anticrimine, Peruzzi. Da sottolineare che, per qualche ora, alla Domus, è entrata in vigore l’extraterritorialità. Quell’ambito, infatti, è stato preso in consegna dalla Gendarmeria vaticana. Si trattava, infatti, di uno spazio della Curia. Curia che, per l’appuntamento della Quercia, aveva selezionato le quaranta presenze per la cerimonia del baciamano. Notabili viterbesi, sponsor, persone che, per essere ammesse alla presenza del Papa, avevano ragioni particolari e specialissime. Centoventi, invece, sono state le suore, provenienti dai dodici monasteri della Tuscia, che sono entrate nel Santuario della Quercia (e che, alla vista del papa, hanno fatto un tifo da concerto rock). Molte le suore giovani, le straniere. Tutte entusiaste, sorridenti, piene di letizia e di amabilità. Splendide le loro vesti. Bianche, rosse, del colore del cielo. “Fiaccole” della spiritualità, le ha definite il Papa.
Ma tutte, per entrare, hanno dovuto esibire il loro pass. A esaminarli, una graziosa scout. Una delle migliori espressioni di quel volontariato che, da tempo, si sta guadagnando, in silenzio, posizioni di assoluto rilievo nella società viterbese. Il risultato, per comune riconoscimento, è stato uno dei più riusciti servizi per la sicurezza del Papa mai realizzati negli ultimi anni. Va detto che, a contribuire al felice esito della giornata, è stata anche la popolazione. La disciplina della gente. Non, però, l’atteggiamento di tanti uomini, della politica e delle istituzioni, che, a vario titolo, pretendevano di avere accesso ai luoghi riservati della visita papale senza che, alla loro richiesta, corrispondesse un qualche fondamento.
Tra coloro che, il 6 settembre, hanno avuto una buona ragione d’essere presenti, l’ex sindaco di Bagnoregio, Erino Pompei, e l’assessore provinciale Aldo Fabbrini. Pare abbiano portato, a suo tempo, una copia rilegata della sua tesi di laurea su San Bonaventura a Ratzinger; dopo che, già tre anni fa, era stato Pompei a iniziare il lungo, delicato e sotterraneo lavoro per far venire il Pontefice nella Tuscia.
© Copyright Corriere di Viterbo, 8 settembre 2009 consultabile online anche qui.
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4 commenti:
Ciao, ho trovato questa "curiosità"...li.pa.
Da maremmaoggi.it
TRA I DONI CONSEGNATI AL PAPA, ANCHE LA SCULTURA RAFFIGURANTE SANTA ROSA, REALIZZATA DALLO SCULTORE-ORAFO VITERBESE FRANCESCO CAPOTOSTI
08/09/2009 22.03.00 - VITERBO
Tra i doni consegnati al Santo Padre la scorsa domenica, in occasione della visita pastorale nella Tuscia, anche l'opera raffigurante Santa Rosa, realizzata appositamente dallo scultore-orafo viterbese Francesco Maria Capotosti, artista apprezzato a livello nazionale ed internazionale. Nella scultura, interamente in argento, la giovane patrona viterbese è raffigurata con lo sguardo rivolto al cielo. Nella mano sinistra porta una piccola croce lineare, nella destra invece un mazzolino di rose rosse in corallo. Il basamento è in peperino viterbese e la tecnica con la quale è stata realizzata è la fusione a cera persa rifinita a cesello e bulino. “L'opera donata a Benedetto XVI – ha sottolineato il sindaco Giulio Marini – realizzata dall'artista viterbese Capotosti, rappresenta la fede di un'intera città verso la propria Santa. Un dono che racchiude la nostra storia, la nostra tradizione, il nostro amore per una bambina vissuta quasi otto secoli fa. Un'opera che va a rafforzare ancora di più il forte legame da sempre esistente tra la nostra città e il Papa”.
Ed io, invece, sarò, per la seconda volta, il Diacono accanto al Papa sabato mattina ;)
d.M.S.
Grazie li.pa. :-)
Caro d.M.S., questa si' che e' una bella notizia :-)
Complimenti!
Raffaella
Leggo solo ora...non mi devi ringraziare...è un piacere leggere il tuo blog e trovo naturale segnalarti qualche news sul nostro amato Santo Padre...o no?
:-) Ciao...ancora complimenti...e continua così!!!
li.pa.
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