mercoledì 2 settembre 2009

Papa Benedetto XVI visiterà Palazzo dei Papi sede del più lungo conclave (Ignazzi)


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VITERBO (UnoNotizie.it)

Elisa Ignazzi

La visita di Benedetto XVI a Viterbo domenica prossima lascerà un segno importante in una città il cui passato è strettamente connesso con la storia della Chiesa. Nel 1257 Papa Alessandro IV decise di trasferire a Viterbo la sede della Curia Romana a causa dell’instabilità politica dell’Urbe. Nacque così l’esigenza di costruire un edificio adeguato come nuova residenza pontificia. Il Palazzo Papale, oggi diventato simbolo della città, venne realizzato tra il 1255 e il 1266 su iniziativa del Capitano del Popolo Raniero Gatti. La loggia, invece, fu ultimata nel 1267 da Andrea di Beraldo Gatti, succeduto allo zio nella magistratura cittadina.

L’intera costruzione ha subìto all’inizio del novecento una campagna di restauro che, da un lato, ha recuperato le sue forme gotiche, dall’altro, le ha conferito un aspetto “bifronte”. Il lato verso Valle Faul si presenta, grazie all’uso di imponenti contrafforti, come una struttura massiccia che sembra riprendere le caratteristiche difensive tipiche dell’architettura militare. Al contrario, il lato verso piazza del Duomo offre all’osservatore un profilo totalmente diverso, molto più leggero ed elegante. Infatti la loggia, da cui Benedetto XVI impartirà la benedizione ai fedeli il 6 settembre prima di celebrare la Santa Messa, è formata da otto coppie di esili colonnine che sostengono archi a tutto sesto i quali, a loro volta, intrecciandosi, formano archi a sesto acuto.

Gli archi sono sormontati da una trabeazione con due file di stemmi dove si alternano gli scudi a strisce orizzontali della famiglia Gatti, il leone emblema della città, l’aquila imperiale e le chiavi, simbolo del Papato. La snellezza dell’insieme è data dall’ampia arcata sottostante che, sorretta da una grande colonna poligonale, apre uno scorcio sulla Valle Faul. All’interno il Palazzo Papale comprende una serie di ambienti tra cui la cosiddetta sala Gualtiero che prende il nome dal vescovo che la fece ristrutturare nel XVI secolo. Da qui si accede direttamente alla sala del conclave, tramite un grande portale architravato, e agli appartamenti del vescovo. Dalla prima elezione pontificia che si tenne a Viterbo nel 1261 uscì papa Urbano IV, ma fu il successivo conclave quello che viene ricordato da tutti come il più lungo della storia.

All’interno del collegio cardinalizio, infatti, si erano delineate due opposte fazioni che non riuscivano a raggiungere una maggioranza: una filoimperiale per un papa italiano, l’altra filoangioina per un papa francese. Le sterili riunioni si protrassero per ben due anni e mezzo fino a che i cittadini viterbesi, esasperati dall’assurda situazione, sotto la guida di Raniero Gatti presero il drastico provvedimento di chiudere i cardinali nella sala delle riunioni. Il termine conclave, dal latino cum clave, è stato coniato proprio a Viterbo in occasione di questa travagliata elezione durata 33 mesi e un giorno.

Alla ulteriore ostinazione dei cardinali, i viterbesi risposero con un’altra azione, questa volta decisiva: scoperchiarono il tetto del Palazzo dei Papi, esponendo i religiosi al sole e alle intemperie, e razionarono loro i vettovagliamenti. Sul pavimento del palazzo sono ancora visibili i buchi che servirono ai cardinali per piantare i bastoni delle tende utilizzate come riparo. Il tormentato conclave si concluse il primo settembre 1271 con l’elezione di Tedaldo Visconti, membro estraneo al Sacro Collegio. Trovandosi allora in Terrasanta, il nuovo Papa fu ufficialmente consacrato solo l’anno successivo con il nome di Gregorio X. Successivamente nel Palazzo furono eletti altri papi: il 17 settembre 1276 Giovanni XXI, il 25 novembre 1277 Niccolò III, il 22 febbraio 1281 Martino IV. Poi, quando la sede papale venne nuovamente trasferita, il Palazzo cadde nell’abbandono e subì deturpazioni che tolsero alla loggia tutta la sua bellezza. Soltanto i restauri del 1904 hanno restituito alla struttura l’antica e raffinata fisionomia.

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