domenica 18 ottobre 2009
Anno Sacerdotale: Riflessioni dell'Arcivescovo Segretario, Mons. Mauro Piacenza (15 ottobre 2009)
ANNO SACERDOTALE (19 GIUGNO 2009-19 GIUGNO 2010): LO SPECIALE DEL BLOG
«Volete essere uniti sempre più strettamente a Cristo Sommo Sacerdote, che come vittima pura si è offerto al Padre, consacrando anche voi stessi a Dio per la salvezza di tutti gli uomini?»
(Pontificale Romanum. De Ordinatione Episcopi, presbyterorum et diaconorum, editio typica altera , Typis Polyglottis Vaticanis 1990)
Dal Vaticano, 15 ottobre 2009
Carissimi Confratelli nel Sacerdozio,
l’unica ragione della nostra vita e del nostro ministero è Gesù di Nazareth, Signore e Cristo! L’esistenza dei Sacerdoti ha in Lui, e solo in Lui, la propria origine, il proprio fine e, nel tempo, l’intero proprio svolgersi. Il rapporto intimo e personale con Gesù Risorto, vivo e presente, è realmente l’unica esperienza che possa spingere un uomo a donare totalmente se stesso a Dio, per i fratelli.
Noi ben sappiamo, carissimi, come il Signore ci abbia sedotto, come il suo fascino sia stato per ciascuno di noi irresistibile, come afferma il profeta: «Mi hai sedotto, Signore ed io mi sono lasciato sedurre, hai fatto forza ed hai prevalso» (Ger 20,7). Questo fascino, come ogni cosa davvero preziosa, ha continuamente bisogno di essere difeso, custodito, protetto ed alimentato, perché non si perda o, forse peggio, non divenga uno sbiadito ricordo, insufficiente a reggere l’urto, spesso aggressivo, della realtà del mondo! L’intimità divina, origine di ogni apostolato, è il segreto per custodire permanentemente il fascino di Cristo!
Siamo Sacerdoti, prima che per ogni altra, anche buona, ragione, per essere «strettamente uniti a Cristo Sommo Sacerdote», uniti a Colui che è la nostra unica salvezza, l’Amato del nostro cuore, la Roccia su cui costruiamo ciascun attimo del nostro ministero, Colui che ci è più intimo di noi stessi e che più di tutto desideriamo. Cristo Sommo Sacerdote, ci “attira” dentro di sé. Questa unione a Lui, che è il Sacramento dell’Ordine, comporta la partecipazione alla Sua offerta: «L’unirsi a Cristo suppone la rinuncia. Comporta che non vogliamo imporre la nostra strada e la nostra volontà; che non desideriamo diventare questo o quest’altro, ma ci abbandoniamo a Lui, ovunque e in qualunque modo Egli voglia servirsi di noi» (Benedetto XVI, omelia, Santa Messa Crismale, 9/04/2009).
L’espressione, «essere uniti», ci ricorda che tutto ciò non è opera nostra, frutto di un nostro sforzo volontario, ma opera della Grazia in noi: è lo Spirito che ci configura ontologicamente a Cristo Sacerdote e ci dona la forza di perseverare, sino alla fine, in questa partecipazione alla vita e perciò all’opera divina. La «vittima pura», poi, che è Cristo Signore, richiama ciascuno all’insostituibile valore del celibato, che implica la perfetta continenza per il Regno dei Cieli e quella purezza che rende “gradita a Dio” la nostra offerta in favore degli uomini.
L’intimità con Gesù Cristo e la protezione della Beata Vergine Maria, la “tutta bella” e la “tutta pura”, ci sostengano nel quotidiano cammino di partecipazione a quell’Opera di un Altro, nella quale consiste il ministero sacerdotale, sapendo che, tale partecipazione, è portatrice di salvezza innanzitutto per noi che la viviamo: Cristo è, in tal senso, la nostra vita!
X Mauro Piacenza
Arciv. tit. di Vittoriana
Segretario
FOTO scattata dal nostro Massimo ad Ars :-)
Grazie per il bellissimo regalo.
R.
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1 commento:
Una ventata d'aria pulita dopo le schifezze di canale 5.
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