martedì 3 novembre 2009
Anglo-Cattolici: precisa novità nella Costituzione Apostolica. Anche in futuro potranno essere ordinati preti sposati (Accattoli)
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COSTITUZIONE APOSTOLICA CIRCA GLI ORDINARIATI PERSONALI PER ANGLICANI CHE ENTRANO NELLA CHIESA CATTOLICA: LO SPECIALE DEL BLOG
Cattolici-Anglicani. Anche in futuro, potranno essere ordinati uomini coniugati con l’autorizzazione della Santa Sede
Sacerdoti sposati: si deciderà “caso per caso”
di Luigi Accattoli
Non è ancora pubblicata la Costituzione apostolica con cui il Papa accoglie nella Chiesa Cattolica gruppi di anglicani, ma ora sappiamo che in essa c’è una precisa novità riguardo al celibato dei preti: vi si dice che non solo in questo momento di passaggio, ma anche in futuro in quelle comunità potranno essere ordinati uomini sposati con autorizzazione “caso per caso” da parte della Santa Sede.
L’abbiamo appreso sabato da una “chiarificazione” del portavoce vaticano nella quale sono riportati – a correzione di voci giornalistiche – due paragrafi di quella Costituzione, che fu annunciata a Roma e a Londra il 20 ottobre.
Fino a sabato si era capito che i sacerdoti anglicani sposati che passeranno al cattolicesimo da soli o con le loro comunità, entrando a far parte di “ordinariati personali” che ora si costituiranno, potranno essere ammessi al sacerdozio cattolico e “riordinati” in esso, ma in futuro anche questi “ordinariati” dovranno attenersi alla regola del celibato.
Si era capito inoltre che a questa regola generale si sarebbe avuta una qualche eccezione con il passare del tempo, quando cioè fossero arrivati all’ordinazione i “seminaristi” anglicani già sposati che ora passano al cattolicesimo.
Per loro – era stato detto dal cardinale Levada nella conferenza stampa del 20 ottobre – si deciderà “caso per caso”.
Già questa possibilità di ammettere al sacerdozio uomini sposati anglicani non ancora ordinati al momento del passaggio al cattolicesimo costituiva una novità, sia pur piccola e temporanea. Ma nei due paragrafi pubblicati sabato c’è un altro elemento nuovo, assai più impegnativo, riguardante quella possibilità per il futuro, cioè a tempo indeterminato: non più con riferimento a chi era prete o “seminarista” al momento del passaggio.
La chiarificazione vaticana è suonata come una smentita a quanto aveva scritto il collega Andrea Tornielli de Il Giornale, che invece ha il merito di aver posto l’interrogativo provocando la giusta risposta.
Per “chiarire” sono stati anticipati due paragrafi dell’articolo VI della Costituzione. Il primo afferma che «quanti hanno servito come diaconi, sacerdoti o vescovi anglicani e che possiedono i requisiti stabiliti dal diritto (…) possono essere accettati dall’ordinario come candidati agli ordini sacri nella Chiesa cattolica». Se sono «ministri sposati» saranno accettati con le spose e i figli, mentre i «non sposati» dovranno «osservare la norma del celibato».
Il secondo paragrafo guarda al futuro ed è qui che viene formulata la novità più importante: «L’ordinario – cioè il vescovo o il prete che avrà giurisdizione su ognuno degli “ordinariati personali” – di norma (pro regula) ammetterà all’ordine presbiterale solo uomini celibi. Può anche chiedere al Romano Pontefice l’ammissione di uomini sposati al presbiterato caso per caso, secondo criteri oggettivi approvati dalla Santa Sede».
Poniamo che in uno di questi “ordinariati” ci si venga a trovare – un giorno – in penuria di preti. Mancando “aspiranti” celibi, l’ordinario potrà chiedere al Papa l’autorizzazione a ordinare degli sposati.
Qui è la novità: nella previsione di questa possibilità. In teoria essa è aperta già oggi a ogni vescovo della Chiesa cattolica, essendo ben chiaro che il Papa può “derogare” dalle leggi canoniche.
Ma in pratica se un vescovo azzardasse una tale richiesta – e immagino che sarà pure capitato – gli verrebbe risposto d’ufficio che tale deroga non è prevista. Per gli ordinariati anglicano- cattolici invece ora viene prevista.
Leveda dice che quella previsione è fatta «in via puramente ipotetica». Facciamo dunque un’ipotesi su quanto potrebbe capitare tra dieci anni in una diocesi cattolica della Gran Bretagna dove vi fosse un buon numero di appartenenti a uno dei nascenti “ordinariati”.
Sia la diocesi sia l’ordinariato hanno penuria di preti. Avendo l’ordinariato già ottenuto l’ordinazione di “uomini sposati” che cosa impedirà che quell’esperienza – poniamo positiva – apra la via a un’analoga possibilità nella diocesi cattolica?
Il giovane Ratzinger nel saggio Fede e futuro (Queriniana, Brescia 1971, p. 115) aveva previsto che un giorno si sarebbe arrivati – per necessità e restando vigente la norma del celibato – all’ordinazione di “cristiani maturi” (viri probati) già sposati. Forse è per questa via degli ordinariati venuti dall’anglicanesimo che la Chiesa di Roma scioglierà domani il nodo del celibato ecclesiastico che già oggi segna profondamente le sue carni.
www.luigiaccattoli.it
© Copyright Liberal, 3 novembre 2009 consultabile online anche qui.
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11 commenti:
Ormai comincio ad essere preoccupato di questo testo della futura costituzione apostolica. Spero che sarà formulato canonicamente in modo inequivocabile. "L'anticipo" dei due paragrafi di sabato scorso mi lascia molto, ma molto perplesso.
Ora si chiarisce anche in modo definitivo la preoccupazione esternata da Tornielli (che da sempre era condivisibile), e ancora meno si capisce il senso e il tenore del comunicato di sabato scorso.
Concordo su tutta la linea!
R.
Vuole dire che Tornielli, come di solito, era bene informato, e invece la sala stampa, come alcune volte, ha fatto brutta figura ?
Vuol dire che la sala stampa e Levada non hanno letto ciò che ha scritto Tornielli, ma solo il titolo dell'articolo modificato dalla redazione de "Il Giornale".
Comunque sia: una cosa è certa: né Levada né la sala stampa sono stati in grado (né il 20 ottobre né sabato scorso) di essere chiari ed inequivocabili. Così succede quando si presenta un testo non ancora pubblicato.
Non sarebbe meglio aspettare di leggere la costituzione per intero?
Alessia
tornielli infatti scrisse che sarebbe stato preferibile presentare e pubblicare il testo simultaneamente.
Accattoli sbaglia:
"Questo articolo è da intendersi come coerente con la corrente prassi della Chiesa, in cui EX MINISTRI ANGLICANI sposati possono essere ammessi al ministero sacerdotale nella Chiesa cattolica secondo un criterio di caso per caso"
Ma questo succede già, nessuna novità!
succede per i preti sposati non per i seminaristi sposati.
Il solito Accattoli. In "Fede e Futuro", il Prof. Ratzinger non parlava di "sposati" ma di "cristiani provati che esercitano una professione", cioè di un "reclutamento" a supporto della tradizionale formazione in seminario. E anche ammettendo, ma non concedendo, che Ratzinger abbia "aperto" ai preti sposati nel 1971 in una opera secondaria, non si capisce perchè avrebbe più peso di quello che i Papi - incluso Benedetto XVI - e il Sinodo Dei Vescovi - hanno detto con crescente forza negli ultimi 38 anni:
"Alcuni si sono domandati se non sia il caso, in tali circostanze, di pensare all’ordinazione di viri probati. Questa soluzione non è da prendersi in considerazione e al problema posto occorre rispondere con altri mezzi. Come è noto, la possibilità di fare appello a dei viri probati è troppo spesso evocata nel quadro di una propaganda sistematica ostile al celibato sacerdotale. Tale propaganda trova il sostegno e la complicità di alcuni mass media." Giovanni Paolo II, 27.10.1990
"Molti fedeli sono così privati del Pane di vita. Per venire incontro alla fame eucaristica del popolo di Dio, che spesso per non brevi periodi deve fare a meno della celebrazione eucaristica, è necessario fare ricorso ad iniziative pastorali efficaci.
In questo contesto i Padri Sinodali hanno affermato l’importanza del dono inestimabile del celibato ecclesiastico nella prassi della Chiesa latina. Con riferimento al Magistero, in particolare al Concilio Vaticano II e degli ultimi Pontefici, i Padri hanno chiesto di illustrare adeguatamente ai fedeli le ragioni del rapporto tra il celibato e l’ordinazione sacerdotale, nel pieno rispetto della tradizione delle Chiese orientali. Certuni hanno fatto riferimento ai “viri probati”, ma quest’ ipotesi è stata valutata come una strada da non percorrere." Sinodo dei Vescovi, 11 Assemblea Generale Ordinaria 2-23.10.2005
"Il fatto che Cristo stesso, sacerdote in eterno, abbia vissuto la sua missione fino al sacrificio della croce nello stato di verginità costituisce il punto di riferimento sicuro per cogliere il senso della tradizione della Chiesa latina a questo proposito. Pertanto, non è sufficiente comprendere il celibato sacerdotale in termini meramente funzionali. In realtà, esso rappresenta una speciale conformazione allo stile di vita di Cristo stesso. Tale scelta è innanzitutto sponsale; è immedesimazione con il cuore di Cristo Sposo che dà la vita per la sua Sposa. In unità con la grande tradizione ecclesiale, con il Concilio Vaticano II (76) e con i Sommi Pontefici miei predecessori (77), ribadisco la bellezza e l'importanza di una vita sacerdotale vissuta nel celibato come segno espressivo della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, alla Chiesa e al Regno di Dio, e ne confermo quindi l'obbligatorietà per la tradizione latina. Il celibato sacerdotale vissuto con maturità, letizia e dedizione è una grandissima benedizione per la Chiesa e per la stessa società.
Scarsità di clero e pastorale vocazionale
[...]Tale situazione non può trovare soluzione in semplici accorgimenti pragmatici. Si deve evitare che i Vescovi, spinti da pur comprensibili preoccupazioni funzionali per la mancanza di clero, non svolgano un adeguato discernimento vocazionale e ammettano alla formazione specifica e all'ordinazione candidati che non possiedono le caratteristiche necessarie per il servizio sacerdotale.(79) Un clero non sufficientemente formato, ammesso all'ordinazione senza il doveroso discernimento, difficilmente potrà offrire una testimonianza atta a suscitare in altri il desiderio di corrispondere con generosità alla chiamata di Cristo." Benedetto XVI, Sacramentum Caritatis
Aspettiamo il testo della Costituzione e qullo che dirà il Papa. Punto.
Pure il Foglio di oggi scrive un articolo non dissimile da quello, clarissimo, di Luigi Accattoli, un corrispondente vaticanista di indiscussa autorevolezza. Alla luce dei due testi risulta evidente che la confusione regna sovrana in Vaticano in questi momento. Per quanto riguarda la smentita a Tornielli, mi sembra che con il passare del tempo ad essere smentiti siano gli smentitori. Ho anche notato che un solo quotidiano, dando la notizia della smentita di padre Lombardi, ha fatto il nome di Andrea Tornielli, L'Osservatore Romano, che pure pubblicava una sintesi della nota della Sala Stampa. Né Radio Vaticana né Avvenire, dimostrando stile e buon gusto, lo hanno citato. Così mi è venuto in mente quello che un mese e mezzo fa aveva scritto Sandro Magister sul suo blog, parlando di uno strano ostracismo da parte del direttore dell'Osservatore Romano Gian Maria Vian verso lo stesso Tornielli, a motivo del libro su Paolo VI scritto dal vaticanista.
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