lunedì 5 gennaio 2009

Il Papa presiederà domani nella Basilica di San Pietro la Messa per la Solennità dell'Epifania (Radio Vaticana)


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Il Papa presiederà domani nella Basilica di San Pietro la Messa per la Solennità dell'Epifania: la Chiesa faccia risplendere la luce di Cristo testimoniando l'amore!

Domani mattina, alle 10.00, il Papa presiederà nella Basilica Vaticana la Messa nella Solennità dell’Epifania del Signore, seguita dalla tradizionale recita dell’Angelus con i fedeli radunati in Piazza San Pietro. Entrambi gli eventi saranno seguiti in diretta dalla nostra emittente. Benedetto XVI, nelle due precedenti celebrazioni di questa solennità, nel 2006 e nel 2007, ha affermato che l’Epifania invita la Chiesa a far risplendere la luce di Cristo nel mondo mediante la testimonianza dell’amore e della verità. Il servizio di Sergio Centofanti.

Nella Solennità dell’Epifania si celebra la “manifestazione di Cristo alle genti”, rappresentate dai Magi venuti dall’Oriente. Ma la manifestazione del Dio fatto uomo – sottolinea il Papa - mette in crisi i nostri criteri:

“Nel Bambino di Betlemme Dio si è rivelato nell’umiltà della ‘forma umana’, nella ‘condizione di servo’, anzi di crocifisso. E’ il paradosso cristiano. Proprio questo nascondimento costituisce la più eloquente ‘manifestazione’ di Dio: l’umiltà, la povertà, la stessa ignominia della Passione ci fanno conoscere come Dio è veramente” (6 gennaio 2006).

Gran parte dell’umanità ancora non conosce il mistero del Bambino di Betlemme. La missione è ancora agli inizi. La Chiesa – afferma il Papa – “è chiamata a far risplendere nel mondo la luce di Cristo, riflettendola in se stessa come la luna riflette la luce del sole”:
“Questo dovranno realizzare i discepoli di Cristo: ammaestrati da Lui a vivere nello stile delle Beatitudini, dovranno attrarre, mediante la testimonianza dell’amore, tutti gli uomini a Dio: ‘Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli’ (Mt 5,16). Ascoltando queste parole di Gesù, noi, membri della Chiesa, non possiamo non avvertire tutta l’insufficienza della nostra condizione umana, segnata dal peccato. La Chiesa è santa, ma formata da uomini e donne con i loro limiti e i loro errori. E’ Cristo, Lui solo, che donandoci lo Spirito Santo può trasformare la nostra miseria e rinnovarci costantemente” (6 gennaio 2006).

Il Papa invita tutti ad accogliere la salvezza che viene da Cristo:

“Cristo è luce, e la luce non può oscurare, ma solo illuminare, rischiarare, rivelare. Nessuno pertanto abbia paura di Cristo e del suo messaggio!...La sua luce è lo splendore della verità. Lasciatevi illuminare da Lui, popoli tutti della terra; lasciatevi avvolgere dal suo amore e troverete la via della pace” (6 gennaio 2007).

Sull'Epifania ascoltiamo ora la riflessione del vescovo di La Spezia-Sarzana-Brugnato Francesco Moraglia, al microfono di Tiziana Campisi:

R. – L’Epifania è la prima manifestazione di Dio all’umanità. Ci aiuta proprio a riscoprire la grazia nella nostra vita come la presenza di Dio, Dio che si manifesta in un uomo per salvare l’umanità attraverso la sua grazia. Gesù, quel Bambino posto su un po’ di paglia, è il dono di Dio all’umanità; questo uomo concreto diventa l’interlocutore di ogni uomo, un uomo come noi che ha una sua genealogia, una sua stirpe, un suo popolo, una sua cultura, ma che essendo il dono di Dio, parla ad ogni uomo, incontra ogni uomo.

D. – Come leggere oggi, le pagine del Vangelo di Matteo che raccontano dei Magi giunti a Betlemme per adorare Gesù?

R. – Come Parola di Dio, quindi Parola capace di far chiarezza qui ed ora nella mia vita perché, essendo una Parola che è accaduta, che si è realizzata, ha quindi la forza di cambiare ogni vita umana. E’ un richiamo a lasciarci porre quelle domande che questi saggi e questi sapienti d’Oriente si sono posti; sono dei ricercatori del senso della vita, dell’assoluto e quindi sono persone che dicono molto la nostra epoca e direi anche, la rimproverano perché la nostra epoca ha bisogno soprattutto di riscoprire le domande sul senso. Siamo in un’epoca, in una società legata soprattutto alla tecnoscienza: "sappiamo tutto" e riusciamo a comprendere sempre meno le cose fondamentali del senso della vita per noi, per i nostri amici, i nostri conoscenti, le persone a cui noi vogliamo bene. Noi abbiamo bisogno soprattutto, come uomini di tutti i giorni, di riscoprire il senso della fede come realtà che cambia il nostro quotidiano.

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