lunedì 25 maggio 2009

Il Papa: «Non scoraggiatevi la chiesa non vi abbandona» (Pagliarella)


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Il Papa: "Non vivere più per se stessi, ma per Cristo: ecco ciò che dà senso pieno alla vita di chi si lascia conquistare da Lui. Lo manifesta chiaramente la vicenda umana e spirituale di san Benedetto, che, abbandonato tutto, si pose alla fedele sequela di Gesù" (Vespri)

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IL PAPA A CASSINO E MONTECASSINO: I VIDEO

VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CASSINO E MONTECASSINO (24 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

L'omelia In primo piano lavoro, famiglia e guerra

«Non scoraggiatevi la chiesa non vi abbandona»

Il pontefice si è rivolto in particolare a coloro che sono in cassa integrazione o licenziati

Pietro Pagliarella

Lavoro, famiglia e vittime della guerra.
Papa Benedetto XVI ha scelto Cassino per affrontare tre temi di grande importanza e la scelta non è stata certamente casuale dal momento che la città martire rappresenta un simbolo con la presenza di forti insediamenti industriali, dell'abbazia benedettina più famosa al mondo e per aver portato, più di ogni altro luogo, le ferite della guerra forse più cruenta della storia dell'umanità. Benedetto XVI, al campo Miranda, è stato salutato da una moltitudine di persone in un tripudio di gioia e di colori. Loro che fin dalle otto del mattino avevano cominciato ad affollare la piazza nella trepida attesa del Santo Padre. Attesa scioltasi in un boato di gioia all'ingresso del papa nel campo Miranda. A precedere il pontefice erano state le autorità civili che hanno voluto portare il saluto della città. A ringraziare il papa della sua presenza a Cassino è stato il sindaco Bruno Scittarelli: «È per noi motivo di grande gioia - ha esordito il primo cittadino - accoglierla in questa terra di San Benedetto, come è già avvenuto con i suoi predecessori, papa Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1979 e nel 1980; segno questo del forte legame che nel corso degli anni si è andato consolidando con la nostra terra. È un grande privilegio per Cassino, per i suoi abitanti e per l'intera diocesi sentirsi figli di San Benedetto e vivere quotidianamente illuminati dalla sua vigile guida e protezione». «Benedetto colui che viene nel nome del Signore» è stato la frase di benvenuto di dom Pietro Vittorelli, abate di Montecassino, a papa Benedetto XVI. «Un papa di nome Benedetto che visita la terra di San Benedetto è una parola fin troppo eloquente della misericordia di Dio che ancora una volta benedice questa nostra terra, una terra che ha visto distruzioni e riedificazioni, ma che ha fatto della pace il suo orgoglio.
Il progetto di San Benedetto - ha continuato dom Vittorelli - riassunto nei verbi: costruire, fondare, riedificare, in un'epoca di decadenza, di disordine e di anarchia ricreò allora realtà comunitarie che vissero valori nuovi e vitali costruiti sulla Parola di Cristo: questa è la più grande eredità per questa chiesa diocesana che cerca di ricalcarne le orme». E poi «la nostra chiesa diocesana non ha mai perso di vista i fratelli in difficoltà di qualunque razza e religione fossero.
Ancora un papa, il Papa è in questa diocesi per aiutarci a costruire, a fondare, a riedificare usando i solidi mattoni delle virtù dei nostri padri sopravvissuti ai crolli per costruire un mondo nel quale ci sia ancora posto per l'accoglienza, il perdono, la carità». Parole che hanno commosso il Santo Padre: «Rendo grazie a Dio per il bene che sta realizzando la vostra comunità sotto la guida del suo Pastore, il Padre Abate Dom Pietro Vittorelli, che saluto con affetto e ringrazio per le cortesi parole che mi ha rivolto a nome di tutti. Con lui saluto la Comunità monastica, i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose presenti. Saluto le Autorità civili e militari, in primo luogo il Sindaco a cui sono grato per l'indirizzo di benvenuto, con cui mi ha accolto all'arrivo in questa Piazza Miranda, che da oggi porterà il mio nome. Saluto i catechisti, gli operatori pastorali, i giovani e quanti in vario modo si prendono cura della diffusione del Vangelo in questa terra carica di storia, che ha conosciuto durante la seconda guerra mondiale momenti di grande sofferenza. Ne sono silenziosi testimoni i tanti cimiteri che circondano la vostra risorta città, tra i quali ricordo in particolare quello polacco, quello tedesco e quello del Commonwealth. Il mio saluto si estende infine a tutti gli abitanti di Cassino e dei centri vicini: a ciascuno, specialmente agli ammalati e ai sofferenti, giunga l'assicurazione del mio affetto e della mia preghiera». Parole che fanno da prologo alle considerazioni sul tema del lavoro e dei problemi dei giovani: «Umanizzare il mondo lavorativo è tipico dell'anima del monachesimo, e questo è anche lo sforzo della vostra Comunità che cerca di stare a fianco dei numerosi lavoratori della grande industria presente a Cassino e delle imprese ad essa collegate. So quanto sia critica la situazione di tanti operai. Esprimo la mia solidarietà a quanti vivono in una precarietà preoccupante, ai lavoratori in cassa integrazione o addirittura licenziati.
La ferita della disoccupazione che affligge questo territorio induca i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti ne hanno la possibilità a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie. A questo proposito, come non ricordare che la famiglia ha oggi urgente bisogno di essere meglio tutelata, poiché è fortemente insidiata nelle radici stesse della sua istituzione? Penso poi ai giovani che fanno fatica a trovare una degna attività lavorativa che permetta loro di costruirsi una famiglia. Ad essi vorrei dire: non scoraggiatevi, cari amici, la Chiesa non vi abbandona!».

© Copyright Il Tempo, 25 maggio 2009 consultabile online anche qui.

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