martedì 25 agosto 2009

Immigrati, Mons. Vegliò: Calderoni offensivo (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo il commento di Salvatore Izzo sull'ultima polemica fra il governo e Mons. Vegliò.
Ringraziamo ancora una volta il vaticanista dell'Agi per l'obiettivita' e la professionalita'
.
R.

IMMIGRATI: MONS. VEGLIO', CALDEROLI OFFENSIVO

(AGI) - CdV, 25 ago.

(di Salvatore Izzo)

Una nota diffusa dal Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti (ma non ripresa dall'Osservatore Romano) testimonia oggi l'irritazione del capo dicastero, mons. Antonio Maria Veglio', per le affermazioni, da lui giudicate irrispettose, del ministro per la semplificazione Roberto Calderoli a commento di recenti dichiarazioni dello stesso Veglio' riguardo alla tragedia dei 73 eritrei affogati nel Canale di Sicilia.
''E' inaccettabile e offensivo - si legge nel testo a firma dell'arcivescovo - quanto viene riportato nella dichiarazione del Ministro, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveriesseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo''.
''La mia dichiarazione partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilita''', ricorda l'arcivescovo, che in particolare tiene a replicare alle considerazioni di Calderoli riguardo a una per lui possibile smentita vaticana a Veglio': ''con tutto il rispetto possibile e per amore di verita’, vorrei asserire - continua la nota - che come Capo Dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza Episcopale Italiana''.
Secondo il presule, nel prevedere una correzione di rotta sulla base di precedenti precisazioni della Sala Stampa della Santa Sede o della Cei ''forse il Signor Ministro aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro''.
Prevedendo una sconfessione di mons. Veglio', Calderoli sembra averlo confuso con il suo vice: mons. Agostino Marchetto, le cui critiche al ddl Sicurezza furono effettivamente derubricate ad ''autorevoli opinioni'' dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, per il quale quelle critiche ''non possono essere qualificate come vaticane''.
Cosi' come - in linea di principio - non possono essere attribuite tout court alla Cei tutte le considerazioni dei giornalisti che lavorano per i media cattolici.
Ed ecco le parole dette sabato scorso dal ministro vaticano, alle quali si riferivano le critiche di Calderoli: ''l'ennesima tragedia della migrazione, avvenuta nel Canale di Sicilia, ci ricorda quanto scrive Benedetto XVI nella enciclica 'Caritas inveritate': 'Ogni migrante e’ una persona umana' che 'possiede diritti fondamentali inalienabili' da rispettare 'in ogni situazione''', promuovendo ''una forte e lungi mirantepolitica di cooperazione internazionale'' necessaria affinche' il problema degli immgrati possa essere ''adeguatamente affrontato'', come indicato dall'enciclica.
Per l'arcivescovo, ''se da una parte e' importante sorvegliare tratti di mare e prendere iniziative umanitarie, e' legittimo il diritto degli Stati a gestire e regolare le migrazioni. C'e' tuttavia un diritto umano ad essere accolti e soccorsi''.
Un richiamo all'etica, dunque, ma senza nessuna polemica verso il Governo Italiano, come si evince anche da un altro passaggio dell'intervista rilasciata alla Radio Vaticana e ripresa anche dall'Osservatore Romano che indicava il dovere del Soccorso in Mare e in generale dell'accoglienza degli immigrati citando l'Europa ma anche l'America e in particolare il caso del confine tra Messico e Stati Uniti, dove si consumano altri drammi umani. Tanta prudenza, tuttavia, non e' bastata ad evitare gli attacchi oltre che di Calderoli anche del leader della Lega e ministro per le riforme Umberto Bossi che aveva provocatoriamente chiesto che fosse il Vaticano per primo ad aprire i suoi portoni agli immigrati, ricalcando la polemica mossa lo scorso 25 luglio, intervenendo a un Convegno in corso a dOrvieto, dal ministro dell'Interno, Robero Maroni, con il riferimento alle norme severe dello Stato Citta' del Vaticano verso chi entra senza autorizzazione nei suoi confini. In quell'occasione, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, aveva definito la dichiarazione di Maroni ''una battuta'' e aveva osservato che ''non risulta che in Vaticano cisiano prigioni piene di clandestini'', mentre il presidente del Tribunale Vaticano, prof. Giuseppe Dalla Torre, aveva chiarito che le norme richiamate da Maroni erano state recepite dopo il Concordato dall'ordinamento italiano dell'epoca e mai applicate. In realta', pero', anche le parole ironiche di Maroni erano una risposta alle dichiarazioni polemiche sul pacchetto sicurezza fatte alcuni giorni prima dal ''numero due'' del dicastero vaticano per la pastorale delle migrazioni, mons. Agostino Marchetto, di fatto gia' sconfessate dal portavoce Lombardi. Al quale pero' tutti questi attacchi leghisti e le prudenza ufficiale del Vaticano non ha fatto cambiare idea proprio oggi infatti l'arcivescovo Marchetto ha diffuso un suo articolo pubblicato sulla rivista giuridica online statunitense ''Jurist'' che definisce l'introduzione del reato di calndestinita' ''il peccato originale'' della nuova legge, che ''rendera’ difficile o addirittura impossibile a chi arriva irregolarmente nel nostro Paese trovare una casa e mandare soldi alla propria famiglia all'estero'' ed anche ''essere registrato come genitore di un bambino o contrarre matrimonio''. ''Gli Stati - afferma l'articolo - hanno certamente il diritto di controllare le loro frontiere e di fare in modo che non siano un punto di ingresso permeabile ai criminali, che possono anche approfittare della miseria e delle disperate condizioni di chi vuole emigrare. Tuttavia, giustizia e solidarieta' non sono opposti, vanno di pari passo, cosi' come la sicurezza pubblica e l'accoglienza. Il bene comune di unanazione, in ogni caso, deve essere considerato nel contesto del bene comune universale''.

© Copyright (AGI)

Vale sicuramente la pena rileggere la nota di Padre Lombardi del 21 febbraio 2009:

DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, REV.DO P. FEDERICO LOMBARDI, S.I.

In tarda mattinata il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Rev.do P. Federico Lombardi, S.I., ha rilasciato ai giornalisti la seguente dichiarazione:

Non di rado i mezzi di informazione attribuiscono al "Vaticano", intendendo con ciò la Santa Sede, commenti e punti di vista che non possono esserle automaticamente attribuiti.
La Santa Sede, infatti, quando intende esprimersi autorevolmente usa mezzi propri e modi consoni (comunicati, note, dichiarazioni).

Ogni altro pronunciamento non ha lo stesso valore.

Anche di recente, si sono verificate attribuzioni non opportune. La Santa Sede, nei suoi organi rappresentativi, manifesta rispetto verso le autorità civili, che nella loro legittima autonomia hanno il diritto e il dovere di provvedere al bene comune.

Bollettino Ufficiale Santa Sede

9 commenti:

lupo ha detto...

ennesimo autogol comunicativo e mediatico.
ogni vescovo va a ruota libera.
per me conta solo il papa.

Antonio ha detto...

Un bel tacer non fu mai scritto...
Gli interventi a ruota libera, senza rispetto per le autorità costituite italiane, di mons. Vegliò non fanno altro che alimentare l'anticlericalismo sempre strisciante!
Le urla,la hybris e le liti da cortile non portano a nulla.

Anonimo ha detto...

Basta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Son d'accordo con lupo. Se papa BENEDETTO parla, non si discute. Il resto fa schifo!

Angelo ha detto...

Che vi piacciano o no, Vegliò e Marchetto sono gli uomini scelti dal Papa per l'organismo della Chiesa Cattolica che si occupa di immigrazione.
Bisognerebbe ringraziarli perché continuano a ricordarci l'insegnamento sociale della Chiesa, presto dimenticato da tanti sedicenti cattolici al potere.

Stefano ha detto...

Parlare di Hybris e perciò paragonare Calderoli ad una mitologica divinità greca è, mi si consenta, abbastanza divertente. Tacciare di hybris chi argomenta opinioni diverse da quelle della linea di governo, invece, mi sembra estremamente triste e pericoloso. Tuttavia in questa sede è forse più interessante riflettere su di un’altra questione, partendo dal constatare quanta attenzione sia fatta quando si tratta di sollevare dubbi sul comportamento del governo di centro destra, della fretta con cui si precisa che le opinioni dei vescovi non sono da considerarsi espressione della linea del Vaticano, anche quando, ad esempio, si tratti di opinioni sulle questioni dell’immigrazione espresse dal segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale delle migrazioni. Perché questo apre ad un tema, a mio avviso, di enorme interesse e rilevanza. Accettando, infatti, che le autorità massime della Chiesa in cui crediamo siano da considerarsi oltre che guide spirituali, guide morali e non solo, anche per quanto riguarda la nostra vita di società qui sulla Terra, per cui sia da considerare di enorme rilevanza la loro opinione, dai credenti in veste di cittadini e soprattutto dai governanti, ma se accettiamo anche che all’interno della Chiesa stessa le autorità abbiano opinioni discordi fra loro, o personali, come si fa a sapere, a decidere, a quale si debba dare ascolto? C’è una gerarchia anche in questo? Come possiamo pensare di essere, in qualche modo, tenuti a seguire come guida una voce, se è solo una fra altre? E così come se ne sono formate differenti, per quanto magari divise in maggioritarie o minoritarie, in seno ai pensatori e alle autorità della Chiesa stessa, non dovremmo essere autorizzati a cercare le nostre personali anche noi?
Spero davvero che mi si risponda perché rappresenta per me una questione di enorme interesse e riguardo a cui ho ancora tanti dubbi.
Ste

Raffaella ha detto...

Esiste solo una linea: quella del Papa.
R.

Stefano ha detto...

Non mi sembra così semplice. Prima di tutto, se davvero lo fosse, non sarebbe stata necessaria la nota di Padre Lombardi. Cioè, se possiamo considerare come Verità solo le posizioni del Papa, cade la necessità di specificare quale siano le posizioni del Vaticano e quali no con note ufficiali, perché sono considerabili tali solo quelle espresse direttamente dal Papa e perciò tutte le altre hanno in fondo lo stesso valore, insignificante. In secondo luogo perché partendo dal suo presupposto, Raffaella, non è possibile non notare che ci sono questioni verso cui il Papa non ha espresso una opinione o posizione precisa, è che è generale atteggiamento del Pontefice, che io apprezzo, evitare di entrare nello specifico delle questioni particolari, in questi mesi si potrebbero fare molteplici esempi. Non sarebbe perciò corretto interpretare questa come la linea corretta, e giudicare di conseguenza estremamente scorretta quella degli uomini di Chiesa che approfittando del rilievo della loro carica intervengono direttamente e spesso con estrema durezza nel dibattito politico, criticando o sostenendo le azioni politiche più varie e cercando costantemente di presentarsi come voce più autorevole, più ancora dell’informazione personale ad esempio, quando si tratti di votare o decidere semplicemente la propria posizione rispetto a fatti sociali/politici (dalla vicenda della giovane Englaro fino alle accuse per i comportamenti presunti del Premier, vale a dire da qualsiasi parte)?
Ste

Raffaella ha detto...

E' assolutamente giusto cio' che dici, Stefano.
Sappiamo che il Papa si e' piu' volte espresso sulla necessita' di accogliere gli immigrati (anche nell'ultima enciclica).
Essi, se vivono nella legalita', non sono un peso ma una risorsa preziosa per noi Italiani.
Questa e' la linea che io condivido e a cui obbedisco.
Non credo pero' che il Papa polimizzerebbe apertamente con un ministro.
R.

euge ha detto...

Angelo è giusto quello che dici ma forse sarebbe il caso che imparassero a non polemizzare con i ministri.

Il Papa ha più volte ribadito i stessi concetti ma, senza mettersi in urto con nessuno.
Dov'è andata a finire loa famosa astuta ed accorta diplomazia vaticana?