martedì 25 agosto 2009

Il Papa concede l'indulgenza plenaria per gli 800 anni dalla nascita di Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V. Intervista con mons. Molinari


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La prossima festa della Perdonanza celestiniana, che avrà come tradizionale fulcro la città de L’Aquila, sarà vissuta quest’anno dagli abruzzesi con sentimenti del tutto particolari. Nonostante le ferite inferte dal terremoto alla città, sono attese molte persone alle celebrazioni che si apriranno la sera del 28 agosto, alla presenza del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Ma quest’anno la Perdonanza è ulteriormente enfatizzata dal giubileo per gli 800 anni dalla nascita di Pietro da Morrone che fu eletto Papa nel 1294 col nome di Celestino V. La Penitenzieria Apostolica ha concesso, a nome di Benedetto XVI, una speciale indulgenza plenaria ai fedeli che nel corso dell’Anno Celestiniano, che si concluderà il 29 agosto 2010, pregheranno davanti alle spoglie dell’antico Pontefice, portate durante l’Anno nelle varie diocesi dell’Abruzzo e del Molise. Fabio Colagrande ne ha parlato con l’arcivescovo de L’Aquila, mons. Giuseppe Molinari:

R. - E’ un fatto positivo che ci sia la Perdonanza anche quest’anno, malgrado tutto, e certamente sarà una Perdonanza sobria, senza cose eccessive, senza fronzoli inutili. Forse questa Perdonanza così sobria, ridotta all’essenziale, è quella che piace di più a San Celestino: Celestino voleva richiamarci alla grande verità dell’amore di Dio, del perdono di Dio, della riconciliazione, della conversione e della pace. E questo risalta meglio quando vengono a mancare altri contesti che rischiano di distrarre un po’.

D. - La 715.ma celebrazione del Perdono di Celestino V ricorda anche, però, agli aquilani che la storia continua …

R. - Certo. Sono 715 anni che si celebra la Perdonanza ed è bello che riusciamo a celebrarla anche quest’anno, malgrado tutto, con l’aiuto dei Vigili del Fuoco, di tutti gli addetti alla sicurezza che ci hanno reso disponibile una parte della basilica. Le celebrazioni avverranno all’aperto e poi, a piccoli gruppi, ci sarà la possibilità di entrare, di fare un percorso per cui si entra lo stesso nella Porta Santa di Santa Maria di Collemaggio.

D. - Che significato assume la presenza del segretario di Stato vaticano alla cerimonia di apertura?

R. - Noi sentiamo in questa presenza la presenza stessa del Santo Padre che ci ha fatto già un grande onore venendo qui il 28 aprile, quando ancora era fresca la tragedia del terremoto. Ricordiamo tutti la sua parola, ricordiamo tutti la sua umanità, il suo sostare prima di tutto in ascolto delle persone, il suo incoraggiarle. Ma ricordiamo anche quando ha visitato la Basilica di Collemaggio devastata, quando si è fermato di fronte all’urna di San Celestino.

D. - Quel gesto che significato ha avuto per i tanti devoti di Celestino V?

R. - Quel gesto ha tanti significati. Per noi ha il significato di una devozione, di un’ammirazione che Papa Benedetto ha per questo grande Papa che - è vero - agli occhi degli storici sembra un Papa che non ha conseguito tanti successi: in fondo, il suo Pontificato è durato pochi mesi e si è concluso con una rinuncia. Però, quel breve tempo è stato un periodo pieno di luce per la Chiesa, è stato un invito per tutta la Chiesa a rinnovarsi.

D. - Sarà una Perdonanza particolare, quella del 2009, anche perché quest’anno, con la Perdonanza, si apre l’Anno Celestiniano: che significato ha questo giubileo?

R. - Anche questa è una circostanza molto bella, perché ricorrendo questo centenario di San Celestino tutti i vescovi di Abruzzo e Molise insieme abbiamo voluto sottolineare il giubileo celestiniano proprio con questa peregrinatio in tutte le diocesi di Abruzzo e Molise: certamente, sarà un passaggio - quello dell’urna di San Celestino - che porterà grazia, conforto, che risveglierà la fede… Non sarà un fatto folkloristico ma è proprio un appello alla conversione, alla riconciliazione.

D. - Mons. Molinari, quanto ha bisogno di riconciliazione, oggi, L’Aquila?

R. - L’Aquila ha tanto bisogno di riconciliazione, come tutti. Soprattutto in questo periodo del post-terremoto, c’è rischio anche di divisioni, di conflitti e quindi questa forza riconciliatrice servirà senza dubbio a noi, alla nostra città, alla nostra comunità diocesana. Però, ci auguriamo che questo messaggio di Celestino vada oltre i confini del nostro Abruzzo e del nostro Molise per raggiungere tutta la nazione italiana, per raggiungere tutto il mondo. Perché, in fondo, è il messaggio stesso del Vangelo.

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1 commento:

Scenron ha detto...

http://www.viterbooggi.org/index.php?tipo=contenuto&ID=9688&categoria=pagine

=D