domenica 9 novembre 2008
Al via a Budapest, un incontro tra rappresentanti della Santa Sede e del Gran Rabbinato d’Israele (Radio Vaticana)
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Al via a Budapest, un incontro tra rappresentanti della Santa Sede e del Gran Rabbinato d’Israele sulle prospettive cattoliche ed ebraiche nella società civile
Una riflessione sul modo in cui ebraismo e cattolicesimo possono incidere nel tessuto sociale dove vivono. A svilupparla saranno i rappresentanti delle due fedi che da oggi, e fino al 12 novembre, prendono parte, a Budapest, all’incontro fra la Commissione della Santa Sede per i Rapporti religiosi con l’Ebraismo e la delegazione del Gran Rabbinato d’Israele per le Relazioni con la Chiesa Cattolica. Tema: “La società civile e la religione, prospettive cattoliche ed ebraiche”. Sugli obiettivi di questo appuntamento, Philippa Hitchen, della nostra redazione inglese, ha intervistato padre Norbert Hofmann, segretario della Commissione pontificia presente in Ungheria:
R. - Abbiamo scelto questo Paese perché è un Paese dell’Europa dell’Est. Noi vogliamo approfondire qual è lo stato del dialogo in questi Paesi: come si sa, qui anche la Chiesa ortodossa è molto importante e quindi collaborare con la Chiesa ortodossa è un obbligo per noi anche su questo punto. Per questo, ci sarà anche un osservatore del Patriarcato ecumenico che parteciperà a questo convegno. Queste sono le mie speranze. Poi, c’è anche un altro aspetto: prima di questo incontro ufficiale, ci sarà un incontro di giovani: sei giovani cattolici ed ebrei. Vogliamo formare gente giovane che possa promuovere il dialogo, perché il futuro del dialogo dipende dalla gioventù.
D. – In alcuni di questi Paesi dell’Est Europa c’è un grande timore di una rinascita dell’antisemitismo …
R. – C’è sempre stato purtroppo l’antisemitismo, in una maniera o nell’altra, in questi Paesi dell’Europa dell’Est. Però, gli ebrei hanno in noi cristiani un alleato per combattere l’antisemitismo. Troviamo già nella Dichiarazione conciliare “Nostra aetate” la condanna dell’antisemitismo: quindi, possono contare su di noi, i nostri fratelli maggiori ebrei, perché l’antisemitismo non è conciliabile con l’etica cristiana.
Come ha ricordato Benedetto XVI all'Angelus, la notte tra il 9 e il 10 novembre di 70 anni fa, la Germania visse una delle peggiori pagine della sua storia. I nazisti aggredirono in massa gli ebrei in tutto il Paese, uccidendone un centinaio e deportandone 30 mila nei campi di concentramento, dopo aver incendiato oltre 260 sinagoghe e devastato migliaia di negozi. Di quella tragica “Notte dei cristalli”, come fu denominata, verrà fatta memoria durante l’incontro di Budapest, come spiega il cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdő, al microfono di Marta Vertse, incaricata del Programma ungherese della Radio Vaticana:
R. – La parte ebraica farà menzione del 60.mo anniversario della fondazione dello Stato d’Israele. All’inizio dell’incontro ci sarà anche una commemorazione della "Notte dei cristalli" del Terzo Reich, che portò una ondata di violenza di massa contro gli ebrei della Germania.
D. – L'evento coincide con l’anniversario?
R. – Coincide con l’anniversario e noi dobbiamo ricordare questo triste anniversario per non dimenticare mai, perché atti di violenza razzista o atti di discriminazione e violenza contro gruppi religiosi o etnici non si ripetano più nella storia del mondo. Purtroppo, nel mondo vediamo adesso simili atti anche contro i cristiani. Oltre a prendere atto di questi fenomeni di violenza, cerchiamo anche di protestare insieme con i responsabili della Santa Sede, per difendere i diritti umani dei cristiani in Iraq, in India, in altri Paesi del Medio Oriente.
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