martedì 18 novembre 2008
Che cosa vuol dire amare nel caso difficile di Eluana (Lodovici)
Vedi anche:
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Accogliere la sfida della vita: così, il cardinale Bagnasco sulla vicenda di Eluana Englaro (Radio Vaticana)
Vicenda di Eluana e legge sul fine vita: le opinioni di Paola Binetti e di Benedetto della Vedova (Il Giornale)
Bergonzoni: vi spiego il mio no al dogmatismo della scienza e del diritto (Il Sussidiario)
Vicenda di Eluana, Mario Mauro: L’ultima speranza è caduta di fronte a una sentenza assurda (Il Sussidiario)
Bagnasco su Eluana: «Non sospendere l'idratazione e l'alimentazione». Roccella: «Un glossario sullo stato vegetativo» (Corriere)
Un'occasione persa per tacere. Alcune suore vogliono il testamento biologico. Verrà mai il giorno in cui la Chiesa eviterà di farsi del male da sola?
Le foto di Eluana nel lettino? Orrore da talk-show (Solinas)
Caso Englaro: Radio Vaticana intervista il card. Bagnasco
E' in uscita il volume "Benedetto XVI e le sue radici. Ciò che ha segnato la sua vita e la sua fede" (Marcianum Press) del Prof. Alfred Läpple, ex docente di Joseph Ratzinger
Prof. Olivetti sul "caso" Englaro: le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione (Sir)
La «Deus caritas est» come l'avrebbero copiata gli amanuensi (Osservatore Romano)
Il Papa ed il dono dei talenti: la responsabilità dell’uomo di fronte alla vita propria e altrui (Sir)
I giornaloni sono molto cauti sul caso di Eluana. Non parlano di eutanasia ma nel 2005, per Terri Schiavo, il termine proibito venne utilizzato...
Card. Ruini: «Non pensavo che si potesse ripetere in Italia un caso come quello di Terry Schiavo»
Il fratello di Terri Schiavo: «Il papà di Eluana parli con il mio: cambierà idea»
All’improvviso moine e inchini. Le parole vere fan paura. Anche a chi come "Repubblica" va di solito pesante (Rondoni)
L'incontestabile peso del vocabolario: " Altro che morte naturale. Di eutanasia si tratta. E violenta (Morresi)
L'ex Presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarre: "Così la Cassazione ha introdotto l’eutanasia in Italia" (Il Sussidiario)
Eluana, quell'arbitrio che pretende di giudicare il mistero della vita (Cartabia)
Eugenia Roccella: «Ecco come sarà la legge sul testamento biologico» (Cusmai)
Gianni (l'amico del cardinale Scola) dorme vicino a Eluana. Ma lui non lo faremo morire (Colaprico)
Il Papa all'Angelus: "Ciò che Cristo ci ha donato si moltiplica donandolo! E’ un tesoro fatto per essere speso, investito, condiviso con tutti..."
CI SONO IN GIRO AFFERMAZIONI TROPPO BANALI
Che cosa vuol dire amare nel caso difficile di Eluana
GIACOMO SAMEK LODOVICI
Noi che siamo tremendamente addolorati per la fine atroce (una morte per fame e per sete) che aspetta Eluana siamo accusati di essere crudeli e sadici, mentre la scelta di farla morire viene da molti considerata un’espressione di amore.
Non mettiamo in dubbio la buona fede di chi ragiona in questi termini; tuttavia, chiediamoci: che cosa significa amare?
Ovviamente l’amore ha una molteplicità di espressioni, ma (lo suggerisce già Aristotele) amare qualcuno è un po’ come dirgli «è bene che tu sia, è meraviglioso che tu esista, gioisco perché tu sei». La prima forma di ogni amore consiste in una gioia perché chi amiamo vive, è un rendimento di grazie perché l’amato esiste. Precisiamo: amare non significa volere che l’altro esista come conseguenza del fatto che l’altro ci procura gioia, bensì vuol dire volere e insieme gioire per la sua esistenza. Far morire qualcuno, anche se a richiesta (tra l’altro presunta nel caso di Eluana), significa dire «non è bene che tu sia, non è meraviglioso che tu esista». Se qualcuno dice con anni di anticipo o grida (o sussurra) disperato nel presente: «io sono un peso per te» e/o «non vale la pena il mio vivere in questo stato», il vero amore risponde: «è bene che tu sia, è meraviglioso che tu esista anche se la tua condizione è dolorosa per te e/o gravosa per me». Chiedere di morire significa dire: «la mia esistenza non è (non sarà più) preziosa»; così far morire qualcuno (per esempio tramite l’azione con cui si toglie il sondino dell’alimentazione, oppure tramite l’omissione di chi non lo riattacca) equivale a dire a qualcuno: «è vero, tu non vali la pena, la tua esistenza in certe condizioni non è un bene che soverchi queste condizioni, non è prezioso che tu viva». In effetti, chi si occupa dei malati gravi sa che, quando chiedono di morire, quasi sempre lo fanno perché soffrono e perché si sentono soli. Ora, si noti bene, la sofferenza può essere quasi sempre molto lenita con le cure palliative. E la risposta alla solitudine non è far morire, bensì è l’affetto, è prendere per mano il malato, detergergli il sudore, guardarlo negli occhi anche se non risponde, stargli vicino: le invocazioni della morte esprimono la richiesta di non soffrire e una protesta contro la solitudine. Così, il desiderio di suicidarsi o la richiesta di eutanasia si manifestano, solitamente, quando una diagnosi infausta viene comunicata e molto spesso tramontano se il malato viene assistito e confortato. Le suore straordinarie che accudiscono Eluana hanno scritto: «L’amore e la dedizione per Eluana» è ciò per cui 'affermiamo la nostra disponibilità a continuare a servire – oggi e in futuro – Eluana. Se c’è chi la considera morta, lasci che Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva. Non chiediamo nulla in cambio, se non il silenzio e la libertà di amare e donarci a chi è debole, piccolo e povero'.
Sono crudeli e sadiche? Come si può mai considerare la loro dedizione a Eluana una forma di accanimento terapeutico? E come può essere amore far morire Eluana di fame di sete? Lasciare che il suo corpo si consumi lentamente a causa della secchezza dei tessuti, della disidratazione delle pareti dello stomaco (che provoca spasmi) e delle vie respiratorie, mentre la pelle si ritira, gli occhi si incavano, la temperatura corporea aumenta per mancanza di sudorazione, il naso sanguina, le labbra e la lingua si spaccano: questo è amore? È vero, sono previste delle misure per attenuare (ma solo in parte) questi effetti: ma ciò cambia la sostanza?
© Copyright Avvenire, 18 novembre 2008
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