martedì 21 aprile 2009
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Reazione della Santa Sede alle parole del capo di Stato dell'Iran alla Conferenza di Ginevra: no a "posizioni politiche estremiste e offensive"
Le contestazioni al presidente iraniano - reo di avere profittato di una tribuna dell’ONU per lanciare, ancora una volta, invettive antisemite contro Israele - hanno segnato l’avvio ieri a Ginevra della seconda Conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo, la discriminazione razziale e la xenofobia. E, dopo la bufera che ha visto 23 delegazioni europee abbandonare l’aula durante l’intervento di Ahmadinejad, oggi il clima sembra rasserenato dall’intenzione di portare avanti le istanze della Conferenza. Il servizio di Roberta Gisotti:
Pioggia di critiche sull’intervento, ieri pomeriggio, di Ahmadinejad “vile, vergognoso e odioso” denunciano gli Stati Uniti, infarcito di “follia” e “violenza”, rimarca il presidente israeliano Peres, “un appello intollerabile all’odio razziale”, protesta la Francia, invocando “estrema fermezza” dall’Unione Europea, che in una nota stampa, respinge le accuse di razzismo del leader iraniano contro Israele, ma conferma che le delegazioni presenti a Ginevra - 23 su 27 - vi resteranno, eccetto la Repubblica ceca, presidente di turno dell’UE, che ha deciso di abbandonare la Conferenza in segno di protesta, unendosi a Germania, Italia, Olanda e Polonia e fuori dai confini dell’Unione a Stati Uniti, Israele, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Grande il rammarico del segretario generale dell’ONU, Ban ki-moon che ieri mattina - senza buon esito - aveva incontrato il presidente iraniano, mentre l’Alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay, crede che la “miglior replica” sia quella “di rispondere e correggere, non di ritirarsi e boicottare” la Conferenza. Le parole farneticanti di Ahmadinejad sono oggi su tutti gli organi stampa del mondo. Nel mirino del presidente iraniano tutti i Paesi occidentali che avrebbero usato l’Olocausto, “il pretesto della sofferenza degli ebrei”, per insediare dopo il ’45 nel cuore del Medio Oriente un “governo razzista”; “il sionismo mondiale – ha detto – personifica il razzismo”; accuse poi agli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU complici da 60 anni di questo progetto. 30 minuti d’invettive, applaudite a più riprese da alcuni e contestate dalle grida “razzista, razzista” di alcuni manifestanti, mentre i diplomatici europei hanno prontamente abbandonato l’aula. Rientrato stamane a Teheran Ahmadinejad è stato accolto come un eroe, mentre una folla di studenti militanti fondamentalisti gridava “Morte all’America”. “Parteciperò a tutte le Conferenze internazionali nonostante il volere dell’Occidente”, che non tollera chi gli si oppone, ha dichiarato il leader iraniano. Ed oggi il giornale governativo “Iran” titola: “Il grido di giustizia nel cuore dell’Europa fa infuriare i razzisti occidentali”. Si è verificato dunque a Ginevra quanto paventato alla vigilia, ma il clima tra i partecipanti, nonostante tutto, resta costruttivo. L’Unione Europea chiede – archiviato speriamo il capitolo Ahmadinejad - “che la Conferenza si svolga in uno spirito di reciproco rispetto e di dignità”, nella speranza – aggiungiamo noi - che le cronache future fino alla giornata conclusiva dei lavori, venerdì 24, possano testimonia che questo auspicio è stato raccolto.
Quest’ultimo auspicio dell’Unione Europea è condiviso sostanzialmente dalla Santa Sede, presente a Durban con una sua delegazione, guidata dall’osservatore permanente all’Onu di Ginevra, l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi. E giunge oggi dalla Sala Stampa Vaticana una ulteriore precisazione, della quale ci riferisce Alessandro De Carolis:
Già nella serata di ieri, dopo l’intervento del presidente iraniano, Ahmadinejad alla conferenza di Durban II di Ginevra, la Sala Stampa della Santa Sede aveva effettuato alcuni commenti, attraverso il suo direttore, padre Federico Lombardi. Questa mattina, in aggiunta alle precedenti affermazioni, la Sala Stampa ha diffuso una ulteriore nota nella quale si rimanda anzitutto alle parole di Benedetto XVI, il quale - si ricorda - al Regina Coeli di domenica scorsa aveva formulato “sinceri voti” affinché “i Delegati presenti alla Conferenza di Ginevra lavorino insieme, con spirito di dialogo e di accoglienza reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo, di discriminazione e intolleranza, segnando così un passo fondamentale verso l’affermazione del valore universale della dignità dell’uomo e dei suoi diritti, in un orizzonte di rispetto e di giustizia per ogni persona e popolo”.
Di conseguenza, prosegue la nota odierna della Sala Stampa Vaticana, “la Santa Sede deplora l’utilizzazione di questo forum dell’ONU per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive, contro qualsiasi Stato. Ciò - si afferma - non contribuisce al dialogo e provoca una conflittualità inaccettabile. Si tratta, invece, di valorizzare tale importante occasione per dialogare insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato, in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l’intolleranza che ancor oggi colpiscono bambini, donne, afro-discendenti, migranti, popolazioni indigene, ecc. in ogni parte del mondo. La Santa Sede - conclude la nota - mentre rinnova l’appello del Papa, assicura che con tale spirito la sua Delegazione è presente e lavora alla Conferenza”.
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