venerdì 15 maggio 2009
Il Papa: parole fortissime nel discorso di congedo. Benedetto prende di petto tutte le questioni e non si piega...a nessuno!
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Sono le parole piu' delicate del suo viaggio in Terra Santa: nel discorso di congedo, pronunciato sulla pista dell'aeroporto ''Ben Gurion'' di Tel Aviv prima di salire sull'aereo che lo riportera' a Roma e in Vaticano, papa Benedetto XVI sceglie di prendere di petto tutti i temi 'controversi' della sua visita di una settimana in Terra Santa, dalla visita al memoriale dell'Olocausto Yad Vashem, dove ha pronunciato un discorso che e' stato duramente contestato in Israele, fino alla questione palestinese e al muro di separazione israeliano, definito ''una delle immagini per me piu' tristi di questo viaggio''.
Che Israele, in questi cinque giorni, non sia stata conquistata dal papa tedesco, lo testimonia gia' il fatto che - mentre il papa e' ancora nella citta' vecchia di Gerusalemme - si comincino gia' a smantellare in tutta fretta i cartelloni e le decorazioni di benvenuto che decoravano strade e muri dei colori bianco e giallo della Santa Sede.
Il ''Jerusalem Post'', in un editoriale non firmato che analizza le prospettive della ''decisiva'' visita del premier israeliano Netanyahu a Washington la prossima settimana per incontrare Barack Obama, afferma categoricamente che il papa ha dimostrato di ''non capire'' il conflitto israelo-palestinese. Il quotidiano liberal ''Haaretz'' , in un articolo che fa il punto della visita di Ratzinger, parla, invece, di un papa ''che lascera' dietro di se' molti spiriti delusi''.
La sua visita e' definita ''molto politica'' e, in questi giorni, si legge nell'articolo, ''le liturgie sono servite come mero riempitivo tra un'affermazione politica e l'altra''. Il discorso di congedo del pontefice, limato fino all'ultimo minuto, non manchera' di rafforzare questa impressione. Ratzinger riprende l'immagine di San Paolo dell'albero di ulivo ebraico su cui si e' innestato il ramo cristiano, per descrivere i rapporti ''molto stretti'' tra cristiani ed ebrei.
Nel rievocare la visita allo Yad Vashem, parla di ebrei ''sterminati'' - rispondendo cosi' indirettamente a quei rabbini che gli avevano contestato l'uso del termine ''uccisi'', ritenuto troppo morbido - e, dopo che qualcuno lo aveva accusato di essere stato troppo ''tiepido'' e ''astratto'', ricorda la sua visita ''profondamente commovente'' di tre anni fa al campo di sterminio di Auschwitz.
Tuttavia, papa Ratzinger non si presenta come 'tedesco' e definisce il nazismo, senza citarlo per nome, ''un regime senza Dio che ha propagato un'ideologia di odio e antisemitismo''.
Le parole piu' difficili pero', il papa le cerca per affrontare ancora una volta la questione del conflitto israelo-palestinese: Ratzinger ribadisce di essere venuto come ''amico'' degli israeliani e dei palestinesi e rilancia l'appello per la fine di ogni ''spargimento di sangue'', ''combattimento'', ''guerra'' e ''terrorismo''; chiede ''una pace duratura basata sulla giustizia'' e soprattutto riafferma il proprio sostegno per una soluzione a due Stati, con il riconoscimento del diritto dei palestinesi ''a una patria sovrana indipendente, a vivere con dignita' e a viaggiare liberamente''. Soprattutto, il pontefice torna ancora a parlare del muro israeliano, ''una delle immagini per me piu' tristi di questo viaggio'', riconoscendo le ragioni che ne hanno motivato la costruzione ma ribadendo la preghiera affinche', un giorno, ''i popoli della Terra Santa possano vivere insieme in pace ed armonia senza il bisogno per questi strumenti di sicurezza e di separazione''.
Un discorso 'politico' che arriva al termine di un pellegrinaggio che la stampa israeliana ha definito quindi sin troppo ''politico'' e che fa passare in secondo piano il momento religiosamente forse piu' intenso del viaggio: i quattro minuti di preghiera silenziosa, solitaria, in ginocchio di fronte alla tomba vuota di Gesu', nella basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme.
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Sono particolarmente orgogliosa del mio Papa: non ha ceduto ad alcuna pressione ne' mediatica ne' politica ne' religiosa!
Israele non e' stata conquistata dal Papa? Chissa'...puo' darsi (chissenefrega in fondo).
Del resto nemmeno io esco da questo pellegrinaggio con un'idea esaltamente di questo paese.
Pazienza...ad maiora!
Restano nel mio cuore le immagini della Giordania, di Betlemme, di Nazaret e quelle, commoventi e struggenti, di stamattina al Santo Sepolcro.
R.
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8 commenti:
Ora che è scoppiata la pace fra l'Islam e il Papa, vorrei però sapere a chi sia addebitabile la scomparsa in pratica dei cristiani in Palestina e, anche, la loro fuga dal Libano. Stiamo attenti a non semplificare troppo. Saluti, Eufemia.
Infatti e' molto pericoloso semplificare.
La strumentalizzazione poltica della fede islamica e' alla base della fuga dei Cristiani dal Medio Oriente.
Questo e' un problema delicato che richiede parecchia attenzione.
Si puo' stanare l'islam moderato ma e' un lavoro molto lungo.
In Giordania ha dato i suoi frutti ma non in altri paesi.
Detto questo, occorre ammettere che gli israeliani non hanno fatto nulla per rendersi simpatici.
Ora auspico davvero un periodo di decantazione in cui ci si occupi della Chiesa Cattolica piu' che dei rapporti con ebrei ed islamici.
R.
Cara Raffaella non posso che essere orgogliosa quanto te.
Infatti, che senso avrebbe avuto se dopo tanti bei discorsi il nostro Pontefice si fosse piegato al volere dei media e di altri?
Egli va diritto per la sua strada ed è questo che mi porta oltre a tanto altro, a portargli rispetto, stima ed affetto, ogni giorno di più.
ma secondo voi il papa pensa "chissene frega"?
io non so cosa penserebbe il santo padre se leggesse queste cose...
con i "chi se ne fraga" non si va da nessuna parte
Beh, non si puo' fermare l'attivita' della Chiesa solo per le recriminazioni di qualcuno.
Si guarda avanti...con speranza.
R.
Ma dai anonimo........ hai capito benissimo che cosa intendeva raffaella..... adesso ci mettiamo a polemizzare anche qui dentro e tra di noi?
Caro anonimo vorrei ricordarti che al Papa sta a cuore l'unità della chiesa che ora manca come manca in tanti casi e lo abbiamo visto, il sentimento di obbedienza al Santo Padre. In questo ultimo periodo di questo clima ne abbiamo avuti molti di esempi. Dunque, non è che a noi non frega nulla del dialogo tra le religioni e della pace in terra santa ma, forse adesso è il caso di cominciare a mettere ordine anche in casa nostra; è chiaro che solo il Papa sa quali siano le priorità ed in base a quelle egli agirà di conseguenza.
non credo che il chissenefrega di Raffaella sia reale. Fa parte di quelle cose che si dicono quando, parafrasando una frase famosa, si hanno i sentimenti scoperti. Non so in che contesto vivi tu anonimo, ma ti assicuro che non è per niente facile oggi essere cattolici in comunione con papa Benedetto. In molti di coloro che scrivono qui, gli vogliono proprio umanamente un gran bene e seguendo attentamente e senza intermediari ciò che dice e fa, si rendono conto di quanto spesso certe critiche e presunti incidenti diplomatici siano amplificati e pretestuosi. C'è da capire se poi alla fine a qualcuno possa scappare un "machissenefrega", più uno sfogo simbolico che un'intenzione reale.
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