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di Redazione
I cristiani insieme a ebrei e musulmani devono «salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza».
Lo ha detto il Papa durante l’incontro che si è svolto ieri a Nazareth con i capi religiosi della Galilea.
L’ultima giornata di Benedetto XVI in Terra santa è dedicata alla città dove vive il più alto numero di arabi israeliani, la città della sacra famiglia. Alla grande messa sul monte del precipizio, sotto un sole cocente, partecipano 50mila fedeli, 10mila dei quali neocatecumenali. Canti e preghiere sono in arabo, ma l’omelia che il pontefice legge in inglese, viene poi tradotta in ebraico. Il Papa parla del ruolo essenziale della famiglia, e dello Stato «chiamato a sostenere le famiglie» e a proteggerle, citando anche il dovere di «riconoscere e rispettare» la dignità della donna.
Ratzinger accenna anche alle «tensioni» tra cristiani e musulmani che «hanno danneggiato i rapporti», invitando a «edificare ponti» e alla convivenza pacifica. Nizam Sakhafa, l’imam della moschea Shihab-e-din di Nazareth che da anni rivendica diritti territoriali su parte del complesso francescano della basilica dell’Annunciazione è stato per l’occasione allontanato dalla polizia israeliana: potrà tornare in città solo a visita papale conclusa.
Era stato lui nei giorni scorsi aveva diffuso volantini per chiedere il boicottaggio della visita di Benedetto XVI, che ha usato la papamobile ma soltanto tra i fedeli, nell’area dove ha celebrato la messa.
Infine, all’auditorium della basilica, Ratzinger ha incontrato i leader religiosi, e tenendosi per mano con l’imam e con il rabbino Rosen, ha ascoltato la canzone di pace intonata da Rosen.
AnTor
© Copyright Il Giornale, 15 maggio 2009 consultabile online anche qui.
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