domenica 20 settembre 2009
No a menzogne e egoismi nelle comunità religiose e civili: così il Papa, che esprime profondo dolore per l’attentato in Afghanistan (Radio Vaticana)
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Il Papa: "Se ciascuno, nel proprio ambiente, riuscisse a rigettare la menzogna e la violenza nelle intenzioni, nelle parole e nelle azioni, coltivando con cura sentimenti di rispetto, di comprensione e di stima verso gli altri, forse non risolverebbe tutti i problemi della vita quotidiana, ma potrebbe affrontarli più serenamente ed efficacemente" (Angelus)
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No a menzogne e egoismi nelle comunità religiose e civili: così il Papa, che esprime profondo dolore per l’attentato in Afghanistan e annuncia il viaggio in Repubblica ceca
Superare menzogne e egoismi per attingere alla sapienza di Dio: è l’invito del Papa che, all’Angelus a Castel Gandolfo, denuncia la tendenza a non rispettare la verità e a abbandonarsi a vendetta e odio. Poi, parole di dolore per l’attentato in Afghanistan con un appello alla pace e l'annuncio del prossimo viaggio in Repubblica ceca, che come l'Europa "ha bisogno di ritrovare le ragioni della fede e della speranza.” Il servizio di Fausta Speranza
Chi è chiamato ad essere promotore e “tessitore” di pace nelle comunità religiose e civili, nei rapporti sociali e politici e nelle relazioni internazionali, è il primo ad essere interpellato dalle parole del Papa che parla di “scorie della menzogna e dell’egoismo”. Anche se – aggiunge il Papa – l’appello è per tutti. Ai nostri giorni – dice Benedetto XVI – “si constata non di rado un carente rispetto della verità e della parola data, insieme ad una diffusa tendenza all’aggressività, all’odio e alla vendetta”. “Forse – spiega – è dovuto anche a “certe dinamiche proprie delle società di massa”. Ma è possibile disintossicarsi da tutto ciò ci ricorda con forza il Papa:
“Perché non attingere dalla fonte incontaminata dell’amore di Dio la sapienza del cuore, che ci disintossica dalle scorie della menzogna e dell’egoismo?”
Il Papa prende spunto dalla Lettera di Giacomo proposta nella Liturgia di oggi, in cui si contrappone la vera sapienza dalla falsa sapienza. Una è “terrestre, materiale e diabolica”, l’altra “che viene dall’alto anzitutto è pura, poi pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, imparziale e sincera”. Il Papa spiega ancora una volta che la Sacra Scrittura ci conduce a “riflettere su aspetti morali dell’umana esistenza, ma a partire da una realtà che precede la stessa morale, cioè dalla vera sapienza”.
“Come Dio dal quale proviene, la sapienza non ha bisogno di imporsi con la forza, perché detiene il vigore invincibile della verità e dell’amore, che si afferma da sé. Perciò è pacifica, mite e arrendevole; non usa parzialità, né tanto meno ricorre a bugie; è indulgente e generosa, si riconosce dai frutti di bene che suscita in abbondanza.”
“Per fare opere di pace bisogna essere uomini di pace”, sottolinea il Papa.
“Se ciascuno, nel proprio ambiente, riuscisse a rigettare la menzogna e la violenza nelle intenzioni, nelle parole e nelle azioni, coltivando con cura sentimenti di rispetto, di comprensione e di stima verso gli altri, forse non risolverebbe tutti i problemi della vita quotidiana, ma potrebbe affrontarli più serenamente ed efficacemente.”
Dopo la preghiera mariana, il pensiero del Papa va alle “numerose situazioni di conflitto che esistono nel mondo” da cui “giungono quasi quotidianamente, tragiche notizie di vittime sia tra i militari che tra i civili”. “Non possiamo abituarci”, dice il Papa che esprime “profonda riprovazione” e “sconcerto”. In particolare, esprime “profondo dolore” per “il gravissimo attentato in Afghanistan ad alcuni militari italiani”.
“Mi unisco con la preghiera alla sofferenza dei familiari e delle comunità civili e militari e, al tempo stesso, penso con eguali sentimenti di partecipazione agli altri contingenti internazionali, che anche di recente hanno avuto vittime e che operano per promuovere la pace e lo sviluppo delle istituzioni, così necessarie alla coesistenza umana.”
Il Papa assicura la sua preghiera e lancia un appello:
“Desidero qui anche rinnovare il mio incoraggiamento alla promozione della solidarietà tra le Nazioni per contrastare la logica della violenza e della morte, favorire la giustizia, la riconciliazione, la pace e sostenere lo sviluppo dei popoli partendo dall’amore e dalla comprensione reciproca.
Poi l’annuncio del prossimo viaggio, da sabato 26 settembre a lunedì 28, nella Repubblica Ceca, con soste a Praga, a Brno, in Moravia, e a Stará Boleslav, luogo del martirio di san Venceslao, patrono principale della Nazione.
“La Repubblica Ceca si trova geograficamente e storicamente nel cuore dell’Europa, e dopo essere passata attraverso i drammi del secolo scorso, ha bisogno, come l’intero Continente, di ritrovare le ragioni della fede e della speranza.”
“Sulle orme del mio amato predecessore Giovanni Paolo II, che visitò quel Paese per ben tre volte, - dice il Papa - anch’io renderò omaggio agli eroici testimoni del Vangelo, antichi e recenti, e incoraggerò tutti ad andare avanti nella carità e nella verità”.
Nei saluti in varie lingue il Papa è tornato sul concetto di sapienza: in francese l’invito a ricordare che “l’importante non è essere primo ma servitore”; in inglese, la riflessione che “chi desidera essere il più grande deve diventare il servitore di tutti”. In spagnolo, un saluto al gruppo della Academia Superior de la Policía Nacional di Colombia. In ceco, un ringraziamento per le preghiere e la richiesta di continuare a pregare perché “la Visita pastorale contribuisca al rafforzamento della fede, della speranza e della carità nel Popolo ceco”. In sloveno, il pensiero alla festa domani di San Matteo, Apostolo ed Evangelista, con un saluto particolare ai pellegrini della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di Janova Lehota.
In polacco, il Papa ricorda che si celebra oggi in Polonia la Giornata dei Mezzi di Comunicazione Sociale ed esprime “particolari parole di gradimento e di riconoscenza alle redazioni cattoliche dei media in Polonia, che festeggiano il 20° anniversario della loro attività”. “Auguro – dice - a tutti gli operatori nel settore delle comunicazioni sociali di propagare una cultura del rispetto, del dialogo e dell’amicizia”.
Infine in italiano un pensiero particolare a due scolaresche di Castel Gandolfo: la Scuola Pontificia Paolo VI e la Scuola Maestre Pie Filippini, al gruppo dell’UNITALSI di Martina Franca e ai partecipanti all’Ecorally di San Marino. E il saluto di “arrivederci” alla comunità di Castel Gandolfo, ricordando che domenica prossima il Papa sarà nella Repubblica Ceca, e nella settimana seguente rientrerà in Vaticano.
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