domenica 11 ottobre 2009
Carlo di Cicco: Sette giorni di sinodo per l'Africa. Un continente vivo (Osservatore Romano)
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SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG
Sette giorni di sinodo per l'Africa
Un continente vivo
La prima settimana dei lavori sinodali è trascorsa intensamente, rivelando che la seconda assemblea speciale per l'Africa, a soli quindici anni dalla prima, non è inutile ripetizione e che averla confermata non è stato un azzardo.
Dai giorni del sinodo considerati nel contesto della crisi economica mondiale e della ricerca di nuovi equilibri tra i Paesi del nord e del sud, ricchi e poveri, emerge chiaro un primo messaggio: l'Africa c'è, può e vuole contare come continente più di quanto è accaduto finora.
I lavori hanno raccontato una Chiesa cattolica inserita nella storia quotidiana delle popolazioni africane che, a causa anche di intrecci e interessi internazionali, generalmente vivono una vita difficile, spesso al limite della sopportabilità umana e della giustizia. Sarà forse per questa prossimità alla gente che il rapporto presentato ai Padri sinodali sulla condizione della Chiesa cattolica negli ultimi quindici anni documenta un grande dinamismo. Dal 14,6% del 1994, oggi i cattolici sono passati a 164.925.000, cioè il 17,5% della popolazione del continente. Anche le cifre delle voci ecclesiastiche sono confortanti e con il segno positivo: sono infatti aumentati vescovi, sacerdoti, religiosi, suore, catechisti e seminaristi, mentre gli operatori pastorali uccisi sono stati purtroppo ben 521. Ampia la presenza cattolica nell'ambito della pastorale sanitaria e nella promozione dell'educazione integrale. E il rinnovamento dell'episcopato africano è quasi totale, cioè pari al 98% dei 528 vescovi del continente.
Una Chiesa in crescita e più cosciente di sé - si è detto al sinodo - è chiamata a farsi presente all'interno di grandi cambiamenti e importanti sfide che sono di fronte all'Africa: pressioni su matrimonio e famiglia, spaccio di droga e traffico di armi, mutazioni climatiche, conflitti ridotti ma persistenti, come ha documentato in aula, a proposito del Darfur, l'ex rappresentante delle Nazioni Unite, Rudolf Adada. Vanno tuttavia considerate pure nuove opportunità di sviluppo e di cooperazione e le potenzialità del continente.
È in questa nuova Africa che si colloca la scelta della Chiesa decisa a porsi nel continente al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace.
Nella possibile nuova stagione di storia africana entra così il sinodo pensato da Giovanni Paolo ii e confermato da Benedetto XVI. E proprio alla sua apertura Papa Ratzinger ne precisa l'orizzonte e il metodo.
Scrivendo "Dio e l'Africa" si riassume, con buona approssimazione, il binario sul quale il Pontefice ha canalizzato il sinodo perché non resti una sterile riunione sociologica.
"Noi - ha ricordato parlando a braccio nella prima seduta generale - non possiamo in questo momento realizzare quanto c'è da fare per la Chiesa e per il mondo: solo nella forza dello Spirito Santo possiamo trovare quanto è retto e poi attuarlo".
Questo stile che guarda alla Pentecoste va applicato perciò anche adesso, quando si deve scegliere il cammino della Chiesa in Africa. I vescovi sono invitati da Benedetto XVI a comportarsi come gli apostoli, che dopo l'Ascensione "non hanno iniziato - come forse sarebbe stato normale - a organizzare, a creare la Chiesa futura. Hanno aspettato l'azione di Dio, hanno aspettato lo Spirito Santo. Hanno compreso che la Chiesa non si può fare, che non è il prodotto della nostra organizzazione: la Chiesa deve nascere dallo Spirito Santo. Come il Signore stesso è stato concepito ed è nato dallo Spirito Santo, così anche la Chiesa deve essere sempre concepita e nascere dallo Spirito Santo".
Pregare, prima di fare. Allora si coglie l'essenziale: che il cuore della Chiesa è l'amore e che alla luce di Dio si può individuare la radice delle ingiustizie, della corruzione e capire quanto deve essere rinnovato e trasformato. Dallo Spirito il sinodo può attingere coraggio, intravedere il vero sviluppo, aprire la Chiesa all'universalità della carità.
Circa 120 sono stati finora gli interventi dei Padri sinodali (che sono 239). Questi hanno manifestato una sostanziale convergenza: nel coraggio della denuncia, nelle indicazioni del vero sviluppo, nel farsi carico dei problemi della Chiesa e delle società africane in relazione con il resto del mondo e con la Chiesa universale. Essi hanno rispettato anche un'altra indicazione del Papa, il quale ha richiamato la forza dello Spirito "che unisce senza uniformare, che dà unità nella pluralità: ciascuno può capire l'altro nella pluralità".
L'esempio immediato è stato l'ascolto in assemblea del patriarca della Chiesa Tewahedo ortodossa etiopica Abuna Paulos. "Parliamo del Vangelo di Gesù Cristo al cuore degli africani - ha detto il patriarca - e Gesù tornerà in Africa". In Cristo - ha chiosato Benedetto XVI - "noi sappiamo che la riconciliazione è possibile, che la giustizia può trionfare e che la pace può durare. È questo il messaggio di speranza che siamo chiamati a proclamare. È questa la speranza che le popolazioni dell'Africa anelano oggi di veder realizzata".
c. d. c.
(©L'Osservatore Romano - 11 ottobre 2009)
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