lunedì 26 ottobre 2009
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Il Pontefice soddisfatto per il lavoro del Sinodo
Superate due tentazioni: la politicizzazione e la mancanza di realismo
CITTA' DEL VATICANO, domenica, 25 ottobre 2009 (ZENIT.org).
"Abbiamo fatto anche, con l'aiuto del Signore, un buon lavoro", ha affermato questo sabato Benedetto XVI al termine del pranzo con i Padri sinodali nell'Atrio dell'Aula Paolo VI.
Poco dopo la fine del pasto e prima del rendimento di grazie finale, il Papa ha preso la parola per esprimere la propria soddisfazione personale per lo sviluppo del Sinodo, il cui argomento "era una sfida non facile".
Il tema "Riconciliazione, giustizia e pace", di fronte ai gravi problemi del continente, implicava due pericoli, ha spiegato il Pontefice: quello di invadere il campo della politica e, al contrario, la possibilità di diventare troppo "spirituale" allontanandosi dalla realtà.
Le questioni trattate, ha ammesso, comportavano "certamente una forte dimensione politica, anche se è evidente che riconciliazione, giustizia e pace non sono possibili senza una profonda purificazione del cuore, senza un rinnovamento del pensiero, una metanoia, senza una novità che deve risultare proprio dall'incontro con Dio".
"Ma anche se questa dimensione spirituale è profonda e fondamentale, pure la dimensione politica è molto reale, perché senza realizzazioni politiche, queste novità dello Spirito comunemente non si realizzano", ha aggiunto.
Proprio per questo, "la tentazione poteva essere di politicizzare il tema, di parlare meno da pastori e più da politici, con una competenza, così, che non è la nostra".
L'altro pericolo era "quello di ritirarsi in un mondo puramente spirituale, in un mondo astratto e bello, ma non realistico".
"Il discorso di un pastore, invece, deve essere realistico, deve toccare la realtà, ma nella prospettiva di Dio e della sua Parola", ha detto il Papa. Una sfida che secondo lui è stata affrontata con successo.
"Questa mediazione comporta, da una parte essere realmente legati alla realtà, attenti a parlare di quanto c'è, e dall'altra non cadere in soluzioni tecnicamente politiche; ciò vuol dire indicare una parola concreta, ma spirituale".
"Era questo il grande problema del Sinodo e mi sembra che, grazie a Dio, siamo riusciti a risolverlo, e per me questo è anche motivo di gratitudine perché facilita molto l'elaborazione del documento post-sinodale".
Benedetto XVI ha quindi voluto ringraziare tutti i membri del Sinodo che hanno lavorato per portare avanti i lavori dell'assemblea.
In particolare, ha chiesto un applauso per i relatori, che, ha detto, "hanno portato il più grande peso del lavoro", lavorando di notte, la domenica e nelle pause per il pranzo.
Allo stesso modo, ha lodato l'attività dei traduttori, che "hanno una parte nella trama di 'creare Pentecoste'. Pentecoste vuol dire capirsi reciprocamente; senza traduttore questo ponte di comprensione mancherebbe".
Il Papa ha infine annunciato l'accettazione da parte del Cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson della nomina, resa pubblica questo sabato, a nuovo Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in sostituzione del Cardinale Renato Raffaele Martino.
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