giovedì 24 settembre 2009

Caso Williamson, chi sapeva e che cosa sapeva…(Tornielli...da leggere con molta, molta, attenzione)


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Cari amici, su segnalazione di Sonny, leggiamo il testo dell'ultimo post di Andrea Tornielli, pubblicato sul sul blog.
Con la consueta chiarezza il vaticanista analizza con razionalita' e ponderazione i vari punti della questione.
Leggiamo e poi commentiamo
.
R.

Caso Williamson, chi sapeva e che cosa sapeva…

Andrea Tornielli

Sul Giornale di ieri ho pubblicato un articolo dedicato al nuovo attacco contro Benedetto XVI sul caso Williamson che arriva dalla Svezia, dov’è andata in onda una nuova puntata del programma televisivo che lo scorso gennaio aveva trasmesso l’ormai tristemente famosa intervista al vescovo lefebvriano che negava le camere a gas, alla vigilia della pubblicazione del decreto di revoca della scomunica.
Prima di scriverlo, avevo chiesto a padre Lombardi una battuta, che ho riportato. Oggi la notizia è ripresa da vari quotidiani, che citano la smentita ripetuta ieri da padre Lombardi.
Mi ha colpito molto il testo di un’email che lo stesso direttore della Sala Stampa vaticana ha spedito al programma svedese, che trovate tradotto nel sito Fides et Forma. Nell’email, Lombardi scrive: “Non sapevo che l’informativa su Williamson fosse stata inviata in Vaticano, e io non so chi l’abbia ricevuta e letta. Nessuno mi ha detto una parola su di essa“, aggiungendo anche che nulla in proposito gli disse il cardinale Castrillòn Hoyos.
E’ evidente l’intento strumentale da parte di chi intende coinvolgere il Papa, che era - purtroppo - all’oscuro di tutto.
Ma dall’email del portavoce vaticano emerge anche la volontà di smarcarsi rispetto alle responsabilità altrui.
Ricordo che il 22 gennaio, nel pomeriggio (due giorni prima della pubblicazione del decreto di scomunica, già peraltro consegnato con largo anticipo a mons. Fellay; e un giorno dopo la messa in onda dell’intervista negazionista di Williamson, anticipata da Der Spiegel) si svolse una riunione in Segreteria di Stato alla quale erano presenti i cardinali Bertone, Levada, Hummes, Re e Castrillòn, insieme al Sostituto Filoni e all’arcivescovo Coccopalmerio.
Alla riunione non era stato invitato padre Lombardi.
Durante l’incontro, da quanto risulta al sottoscritto, non si è parlato dell’intervista a Williamson, ma solo del significato della revoca della scomunica e se questa implicasse la piena comunione, etc. etc.
Inoltre, si era deciso che il decreto “già sufficientemente chiaro”, non andava presentato alla stampa.
In quel momento Fellay aveva già in mano il decreto di revoca, ma mancavano ancora due giorni alla sua pubblicazione e, dopo l’intervista a Williamson, si poteva ritirare oppure congelare in attesa di chiarimenti.
Le gravissime parole del vescovo lefebvriano sono state sottovalutate da chi sapeva: dalla trasmissione della Tv svedese emerge chiaramente che il vescovo di Stoccolma Arborelius comunicò al nunzio notizie sull’intervista già prima della fine del 2008.
Come e quando queste notizie sono state trasmesse in Vaticano? Chi le ha ricevute e come sono state utilizzate?
Com’è potuto accadere che un atto di misericordia e riconciliazione voluto dal Pontefice si trasformasse in un boomerang che ha portato tensioni nel rapporto con parte del mondo ebraico e contestazioni aspre nel mondo cristiano?
Di certo, pur essendo evidenti le sbavature e i ritardi nella gestione del caso anche dopo che era scoppiato, appare del tutto artificioso e strumentale il tentativo di coinvolgere Benedetto XVI, che ha voluto far sapere - attraverso il comunicato della Segreteria di Stato del 4 febbraio - di essere stato all’oscuro dell’intervista di Williamson.
Il caso, purtroppo non il solo, documentava i problemi di funzionamento della macchina curiale (non della macchina comunicativa, che avrà pure le sue pecche, ma in questo caso non ha responsabilità dirette), ma poteva dirsi assolutamente superato dopo la straordinaria lettera con la quale Papa Ratzinger aveva preso su di dé le responsabilità dei suoi collaboratori.
Nel caso Williamson-revoca della scomunica sono stati commessi gravi errori di valutazione, anche se appare indubbio che ci sia stato chi - anche dentro le mura vaticane - ha soffiato sul fuoco, talvolta con dichiarazione inopportune che hanno contribuito a dare l’immagine di una Curia allo sbando.
Ma Benedetto XVI, del tutto incolpevole, se ne è assunta coraggiosamente la responsabilità di fronte alla Chiesa e al mondo.
E non si capisce perché ora si voglia riaprire un caso doloroso, a meno di non volere, ancora una volta, mettere in difficoltà il Papa.

dal blog di Andrea Tornielli

Tutto estremamente chiaro...
Ferma restando la grave caduta di stile del vescovo di Stoccolma, del nunzio apostolico in Svezia e di Kasper, ci sono domande che meritano una risposta.
La curia svedese ha mandato l'informativa? Si'? Che fine ha fatto?
E' stata occultata? Da chi? Chi sapeva e ha taciuto per poi, magari, "spendere" le informazioni presso i media?
Non ci vuole un genio per capire in quale ufficio e' finita.
Quali eminenti "sacerdoti" (le virgolette sono doverose) hanno soffiato sul fuoco in tutti questi mesi in curia, in Europa e soprattutto in Germania ed Austria?
La risposta e' talmente lampante che non c'e' nemmeno bisogno di scriverla :-)
Io capisco la loro frustrazione: come ci ha riferito ieri Eufemia, nonostante tutti i tentativi di mettere Benedetto XVI all'angolo, egli figura sempre ai primi posti fra i leader nei sondaggi tedeschi :-)
Deve essere sconfortante non avere mai nemmeno una citazione ;-)
Da tutta questa melma (passatemi il termine ma non ne conosco uno piu' adatto senza scadere nella volgarita') emerge fulgido e radioso l'esempio di Benedetto XVI.
Ma chi di noi, nel nostro piccolo, conosce una persona capace di caricarsi delle responsabilita' altrui?
Non e' forse piu' facile smarcarsi, schivare il fango, riversare la colpa sul prossimo? Non e' forse piu' semplice dire: "Io non vedo, non sento e non parlo"?
Certo! Ora e' un giochetto scaricare il barile sul card. Hoyos. A chi importa? E' anche andato in pensione!
Ho apprezzato molto la decisione di quei prelati che non si sono prestati al gioco della tv svedese.
Non ho alcuna stima, invece, per chi si e' fatto bello presso la SVT. Leggo che c'era anche un italiano.
Come direbbe Vian, rivendico la decisione di non ospitare piu' nel blog gli articoli di uno degli intervistati.
Quanto e' difficile seguie l'esempio del Santo Padre, per tutti noi!
Forse una "girandola" di trasferimenti a nuovi incarichi, di pensionamenti o di richiami sarebbe, a questo punto, decisamente opportuna anche per diminuire la confusione fra i fedeli
.
R.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Papa sa perfettamente da chi è circondato. Personaggi ambigui, vigliacchi e corrotti. Ebbene, per amore della Chiesa di Cristo, di questo corpo oggi sfigurato, il nostro Benedetto ha accettato di mettersi in gioco, di farsi martire, caricandosi sulle spalle un peso, per altri, insostenibile. Ci ha chiesto di pregare per lui, ben sapendo cosa avrebbe dovuto subire. Vuole porre le basi per una Chiesa finalmente purificata e pacificata. Sa che il cammino sarà lungo e terribilmente doloroso Noi possiamo aiutarlo con la preghiera, la testimonianza e, permettetemi di dirlo, con una immensa dose pietà per quelli che "non sanno quello che fanno". La stessa pietà che, lo so, prova lui. La rabbia, il dolore, il disgusto sono immensi, ma è necessario cercare di fare un passo avanti. Per il nostro Papa, per la nostra Chiesa.
Alessia

Francesco Colafemmina ha detto...

Cara Raffaella,

suggerirei di cercare in Segreteria di Stato. Infatti i Nunzi apostolici riferiscono alla Segreteria di Stato. Non a Castrillon ed Ecclesia Dei. E non riferiscono neppure a Bartone, ma ad un altro personaggio che ha anche partecipato alla riunione del 22 gennaio. Cosa aspettiamo? Sappiamo o no che costui ha detto ai quattro venti che l'attuale papa è "il peggiore degli ultimi 100 anni"? Su, forza... un po' di sana pulizia...

Anonimo ha detto...

ricordo l'acido nelle parole del suddetto intervistato italiano, all'epoca, in relazione alla revoca della scomunica, intevistato che è anche estensore di una rubrica quotidiana su Avvenire

i tempi sono maturi: non rinnoverò l'abbonamento ad Avvenire quest'anno...

molto più serio "investire" quella somma a sostegno di questo blog

Luigi

massimo ha detto...

SEGNALO:

http://www.paolorodari.com/2009/09/24/monitoring-papale-cosi-una-societa-norvegese-guarda-il-web-per-b-xvi-e-previene-altri-casi-williamson/

sam ha detto...

".. chi si e' fatto bello presso la SVT. Leggo che c'era anche un italiano. Come direbbe Vian, rivendico la decisione di non ospitare piu' nel blog gli articoli di uno degli intervistati."
?
Ci illumini?

Raffaella ha detto...

Ha detto tutto Luigi :-))
E' Gianni Gennari, lupus in pagina.
Si scaglio' contro il Papa per avere deciso di revocare la scomunica ai Lefebvriani.
R.

Raffaella ha detto...

Per essere piu' chiara:

Lefebvre,Rosso "malpela" Benedetto XVI: «Mi vergogno dell’esito di questa faccenda. Non so se si deve vergognare anche il Papa» (Talamanca e Galeazzi)

sam ha detto...

Scusa, non avevo ancora letto Messainlatino. Dunque anche costui si è fatto intervistare dalla Tv Svedese! Mi era sfuggito questo passaggio.
Grazie.

gianniz ha detto...

Tante sono le affermazioni, su questo e su altri blog, che aiutano a capire tutta questa faccenda.
Mi preme però, in questo caso, che tutti teniamo ben diritta la barra su quello che a me sembra il vero obiettivo di Kasper e della sua nutrita compagnia.
L’obiettivo non è il Papa. Ormai, c’è e se lo devono tenere, anche se a loro, K&C, non piace. In fondo possono anche contare sul fatto che è anziano e che quindi possa durare poco!
L’obiettivo, di K&C, è linea dottrinale di Papa Benedetto, in generale, e, più in particolare, l'andamento dei colloqui per il rientro della FSSPX nel seno della Chiesa. Che desiderano veder fallire. Non è un caso che questa polemica risorga proprio ora alla vigilia dell'inizio dei colloqui!
Se la FSSPX rientra nella Chiesa la linea dottrinale, pseudo/protestante, riformata, che, K&C rappresentano, subirebbe un colpo mortale! Non perché, numericamente, cambierebbero gli equilibri, ovvio, ma perché il volto della Chiesa cambierebbe troppo e non secondo i loro desideri. L'equilibrio dottrinale verrebbe, credo definitivamente, spostato verso una chiara predominanza di una visione di "continuità e ortodossia" dottrinale. Quella che Papa Benedetto predica da sempre. Che da sempre viene ostacolata e derubricata come ‘opinione’ personale del teologo Ratzinger. Non come visione della Chiesa.
Se la FSSPX rientrasse nel grembo di madre Chiesa, questa visione di Ratzinger verrebbe, almeno implicitamente, riconosciuta come visione della dalla Chiesa. Tutta.
E, il prossimo conclave (lontanissimo, ma inevitabile), molto difficilmente potrebbe vedere un nuovo Papa non in linea con questa visione di Chiesa.

Possono solo operare perché questa riunificazione non avvenga per continuare a…sognare!

Bastardlurker ha detto...

Non capisco come si possano presentare i lefrebviani, negazionisti del Concilio Vaticano II, come continuatori dell'ortodossia dottrinale della Chiesa Cattolica.

Chi ha creato questa situazione incresciosa sono stati i lefebvriani, che conoscevano idee e contenuto dell'intervista di Williamson e che hanno spifferato ai media la notizia della remissione della scomunica.

E visto che l'ufficializzazione della remissione è successiva alla trasmissione tv dell'intervista a Williamson mi sembra patetico non riconoscere che SS BXVI, pur conoscendone le idee antisemite, ha comunque revocato la scomunica dei lefebvriani.

Raffaella ha detto...

Non risulta che siano stati i Lefebvriani a spifferare la notizia ai media ma...
Le indicazioni sono su Fides et Forma.
Nessuno condivide le affermazioni antisemite di Williamson, ma bisogna ammettere che non sono i Lefebvriani ad avere il monopolio della lingua lunga.
R.

Anonimo ha detto...

I Nunzi Apostolici, come si sa, inviano le comunicazioni ad un ufficio ben preciso: la I sezione affari generali della segreteria di stato; l'ufficio è retto da mons. Filoni.


Antonello