mercoledì 2 settembre 2009

La Chiesa fa quadrato (Marco Politi)


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L'ANALISI

La Chiesa fa quadrato

di MARCO POLITI

INTERVIENE il Papa, telefonando di persona, per esprimere il suo appoggio totale al presidente della Cei cardinale Bagnasco ed è un intervento con cui il pontefice massimo manda un segnale di "serrate le file" a tutta la Chiesa cattolica italiana. Dopo il messaggio "rasserenante" di Benedetto XVI al direttore dell'Avvenire.
Dopo la denuncia dello stesso Bagnasco nei confronti dell'attacco "disgustoso" di Feltri, dopo la solidarietà espressa dal Segretario di Stato Bertone allo stesso Boffo, l'intervento fuori dall'ordinario del pontefice indica alla gerarchia ecclesiastica una linea univoca di determinazione nei confronti della maldestra campagna d'autunno del Giornale berlusconiano.
Se il Cavaliere aveva sperato di seminare la divisione nel campo della Chiesa cattolica, intimidendo le voci di denuncia e facendo balenare al Vaticano una specie di do ut des ("Voi tacitate le critiche al governo perché io vi appoggio su testamento biologico, pillola abortiva, scuola e questioni etiche"), la mossa di Benedetto XVI è un segnale di sbarramento nei confronti di qualsiasi tentazione del genere possa albergare nell'animo del premier.
E' un caso - per motivi tipografici - ma è una coincidenza significativa il fatto che nello stesso giorno anche il settimanale Famiglia Cristiana, così sensibile alle esigenze del cattolicesimo sociale al punto da rischiare qualche volta la collisione con le gerarchie più attente agli interessi politici, esprima solidarietà sul caso Avvenire, denunciando a sua volta il "grave e disgustoso attacco subito per avere osato criticare le scelte del Governo".
L'intervento diretto di Benedetto XVI, così inusuale, esprime anche una preoccupazione per una situazione di scollamento, che si stava producendo all'interno della Chiesa.
Vale la pena di soppesare ad una ad una le parole riportate dal comunicato della Conferenza episcopale. Il Papa non ha soltanto espresso "stima, gratitudine e apprezzamento" per Bagnasco e il lavoro della Cei, ma ha anche "chiesto notizie e valutazioni sulla situazione attuale".
Così facendo ribadisce il ruolo di Bagnasco come suo interlocutore diretto per quanto riguarda l'orientamento, gli interrogativi, le richieste dei vescovi italiani, che in larga misura soffrono da mesi in modo sotterraneo un grande disagio per i comportamenti di Berlusconi. Non è un mistero che una parte dell'episcopato viva malissimo la prospettiva di appoggiare o appoggiarsi al centrodestra in presenza di una "filosofia di fondo cinicamente anticristiana" (sono le parole di un vescovo) come quella del modello di vita e società propugnato dal premier.
C'erano stati nei giorni scorsi episodi, che avevano causato sconcerto all'interno degli ambienti ecclesiali italiani.
L'intervista del Segretario di Stato, Bertone, all'Osservatore Romano era parsa distanziarsi da certe critiche antigovernative di esponenti ecclesiastici dentro e fuori del Vaticano. Le dichiarazioni critiche del direttore dell'Osservatore, Vian, nei confronti di recenti prese di posizioni dell'Avvenire avevano disorientato l'opinione pubblica cattolica.
Ne risultava l'immagine di una Chiesa, cui nel momento cruciale mancasse un preciso baricentro.
Ecco perché Benedetto XVI - dopo che già il portavoce vaticano Lombardi aveva respinto i tentativi di contrapporre Segreteria di Stato e Conferenza episcopale - ha sentito l'urgenza di dire lui una parola definitiva, rafforzando il ruolo del cardinale Bagnasco.
Certamente permangono all'interno della gerarchia ecclesiastica valutazioni profondamente differenti sul modo di rapportarsi nei confronti del governo Berlusconi, pesantemente condizionato dalla xenofobia e dall'egoismo regionale della Lega. Ed è un fatto che per l'episodio di Terni la posizione del direttore dell'Avvenire rischia di indebolirsi sempre più. Ma la Chiesa ha i suoi tempi per dipanare i nodi.
Di sicuro il Cavaliere deve toccare con mano in queste ore che la rozza manovra di provare a spaccare il mondo ecclesiastico presentando parroci cattivi, vescovi fuorviati e un Avvenire avverso al governo da un lato e dall'altro una Santa Sede con la quale vi sarebbe un sereno dialogo quotidiano, non è passata. In forte difficoltà in Italia e all'estero, Berlusconi deve sapere che il suo futuro è appeso al filo del placet vaticano.

© Copyright Repubblica, 2 settembre 2009 consultabile online anche qui.

Solo un appunto: il Papa non ha mandato alcun messaggio al direttore di Avvenire.
Per il resto sono d'accordo con Politi: Benedetto XVI ha dato l'ordine di serrare le file.
Parliamoci chiaro: la Chiesa Italiana e' attualmente impresentabile.
Troppe divisioni interne, troppa confusione, troppe spinte centrifughe.
Il messaggio del Santo Padre e' sempre coerente: esiste una sola Chiesa di Cristo, non tante chiesupole quanti sono i campanili con tanti capettini che la pensano in maniera diversa l'uno dall'altro.
Come scrive Socci oggi su Libero: Benedetto XVI e' la sola garanzia per i Cattolici italiani.
Infine ribadisco: la Chiesa giri al largo dalla politica in modo che anche gli stessi blogger possano tornare a parlare di argomenti piu' interessanti ed intelligenti
.
R.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Politi ha finito le vacanze, i vaticanisti e professori sono tutti ai lori posti di combattimento. Saluti, Eufemia

Raffaella ha detto...

Si', stamattina era anche a Omnibus de La 7, ma piu' che il vaticanista ha fatto il politologo.
R.

euge ha detto...

Infine ribadisco: la Chiesa giri al largo dalla politica in modo che anche gli stessi blogger possano tornare a parlare di argomenti piu' interessanti ed intelligenti.
R.

Già!!!!!!!!! E' ora di finirla!

Anonimo ha detto...

D'accordo, però il vescovo Forte ha altre idee. Saluti, Eufemia
CHIESA: MONS. FORTE, C'E' CRISI MORALE URGONO NUOVI ATTORI VITA PUBBLICA =
CHIESA NON PUO' STARE ALLA FINESTRA, LAVORI SUI GIOVANI

Citta' del Vaticano, 2 set. - (Adnkronos) - ''Abbiamo bisogno di
un sussulto morale che ci renda tutti piu' forti con l'aiuto del
Signore naturalmente'', c'e' bisogno ''di protagonisti della vita
pubblica che parlino anzitutto attraverso la qualita' della loro
vita'' come furono De Gasperi, Adenauer, Schumann; mentre il
deterioramento del clima morale nel Paese impone alla Chiesa di non
''restare alla finestra ne' di coltivare un orticello quando il grande
campo della vita sociale, della vita politica esige la preparazione di
energie future che siano capaci di rinnovarlo dal di dentro''. E'
quanto ha detto mons. Bruno Forte, Presidente della Commissione della
Cei per la dottrina della fede e arcivescovo di Chieti, ai microfoni
della Radio Vaticana, intervenendo sull'attuale situazione etica e
morale che si vive in Italia.