domenica 10 maggio 2009
Il cardinal Carlo Maria Martini sul viaggio del papa in Medio Oriente: A Gerusalemme cercando la pace (Corriere)
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Il cardinal Carlo Maria Martini sul viaggio del papa in Medio Oriente
A Gerusalemme cercando la pace
«Siamo tutti col Papa e preghiamo per il successo del suo buon pellegrinaggio»
Carlo Maria Martini
Quando il Papa compie un gesto significativo e solenne, come è quello di un viaggio a Gerusalemme, lo compie a nome e in rappresentanza di tutta la Chiesa. Siamo dunque tutti noi che ci troviamo in preghiera con lui nella Santa Città. Questo viaggio del Papa è insieme un viaggio spirituale e un viaggio di buona volontà. E’ un viaggio spirituale, cioè un pellegrinaggio vero e proprio alle fonti della fede cristiana, cioè ai luoghi dove Gesù ha vissuto, è morto e dove è stato incontrato vivente dopo la morte.
E insieme un pellegrinaggio verso la radice santa del patriarca Abramo, da cui procedono ebrei, cristiani e musulmani. Come viaggio di buona volontà, si propone di presentarsi ai fratelli nella mitezza e umiltà di Cristo, asserendo la disponibilità dei cristiani a collaborare pacificamente con tutti, purché vi siano le condizioni di tale collaborazione. Come viaggio di buona volontà non mira a successi diplomatici o politici, anche molto buoni in sé, come l’ideale della pace tra i popoli di quelle regioni, ma intende contribuire a porre le basi della buona convivenza e della mutua intesa che preludono una pacificazione tanto desiderata. Come pellegrino il Papa si colloca in quel flusso mai veramente interrotto di pellegrini che dall’inizio del cristianesimo in poi si sono succeduti in quella regione e hanno mostrato la radicazione gerosolimitana della Chiesa, insieme con la radicazione romana e quella universale, che vuole vedere tutti riuniti in una medesima comunione di chiese sorelle. Quando abitavo e vivevo a Gerusalemme, dove ho vissuto per sei anni e in cui continuo a vivere spiritualmente, a chi mi chiedeva: «Perché ha scelto di vivere a Gerusalemme?» rispondevo: «E quali sarebbero le ragioni per non vivere a Gerusalemme?». Noi siamo dunque tutti a Gerusalemme col Papa che tutti ci rappresenta e preghiamo per il buon successo del suo pellegrinaggio.
© Copyright Corriere della sera, 10 maggio 2009 consultabile online anche qui.
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