martedì 30 giugno 2009

Il Papa su San Paolo: sue le ossa, la scienza conferma (Muolo)


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Il Papa chiude l'Anno Paolino: La parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan diffuso...E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il Magistero della Chiesa. In realtà, tuttavia, non ci vuole per questo del coraggio, perché si può sempre essere sicuri del pubblico applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo contemporaneo. È questo non-conformismo della fede che Paolo chiama una “fede adulta” (Monumentale omelia del Santo Padre)

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CONCLUSO L’ANNO PAOLINO

Nell’atto conclusivo di questi dodici mesi 'speciali', il Pontefice lo ha esaltato come «l’Apostolo del non-conformismo, della fede adulta e della verità nella carità»

Il Papa: sue le ossa, la scienza conferma

DA ROMA MIMMO MUOLO

San Paolo continua a camminare anche sulle strade del terzo millennio.
Alla fine dell’an­no che Benedetto XVI ha voluto dedicargli, l’esempio dell’ « Apostolo del non- conformismo, della fede adulta e della verità nella carità» – come lo stesso Pontefice l’ha definito nell’atto conclusi­vo di questi 12 mesi speciali – continua infatti a ir­radiarsi dalla tomba situata nella Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Tomba mai aperta in venti se­coli, ma che (in base a una indagine effettuata con una microsonda) contiene frammenti ossei ap­partenuti a una persona vissuta tra il I e il II seco­lo. e «sembra confermare, dunque – ha commen­tato Papa Ratzinger – l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell’apostolo Paolo».
L’annuncio, molto importante non solo sul piano archeologico, è giunto domenica sera, dallo stesso Benedetto XVI, durante la celebrazione dei Primi Vespri del­la Solennità dei santi Pietro e Pao­lo che il Vescovo di Roma ha pre­sieduto nella grande Basilica sul­la via Ostiense.
«L’anno comme­morativo della nascita di san Pao­lo si conclude stasera – ha ricor­dato il Papa –. Siamo raccolti pres­so la tomba dell’Apostolo, il cui sarcofago, conservato sotto l’alta­re papale, è stato fatto recente­mente oggetto di un’attenta ana­lisi scientifica: nel sarcofago, che non è stato mai aperto in tanti secoli, è stata praticata una picco­lissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate trac­ce di un prezioso tessuto di lino colorato di por­pora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. È stata anche rilevata la presenza di grani d’incenso rosso e di so­stanze proteiche e calcaree. Inoltre, piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all’esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenien­za, sono risultati appartenere a persona vissuta tra il I e il II secolo». Dunque, con tutta probabilità quella è la tomba di san Paolo.
E «questo riempie il nostro animo di profonda emozione » , ha ag­giunto il Pontefice. Ecco, quindi, che i milioni di pellegrini che sono sfilati nell’ultimo anno davanti a quel sarcofago, hanno in un certo senso «seguito le vie dell’Apo- stolo». «Quelle esteriori e più ancora quelle inte­riori », ha rimarcato Benedetto XVI. E anche in fu­turo avverrà lo stesso.
«L’Anno Paolino si conclu­de – ha fatto notare in effetti il Pontefice –, ma es­sere in cammino insieme con Paolo, con lui e gra­zie a lui venir a conoscere Gesù, e, come lui, esse­re illuminati e trasformati dal Vangelo – questo farà sempre parte dell’esistenza cristiana».
Nel corso dell’omelia Benedetto XVI ha anche pro­posto una sorta di bilancio degli insegnamenti pao­lini maggiormente messi in evidenza dall’Anno appena terminato.
Prima di tutto «l’Apostolo ci e­sorta ad un non-conformismo». In pratica «non sottomettersi allo schema dell’epoca attuale». Il modo di pensare comune è rivolto, in genere, ha ricordato infatti il Papa, «verso il possesso, il be­nessere, l’influenza, il successo, la fama e così via». Invece «bisogna imparare a comprendere la vo­lontà di Dio, così che questa pla­smi la nostra volontà».
Secondo insegnamento. «Paolo desidera che i cristiani abbiano una fede adulta». Frase che negli ultimi anni «è diventata uno slo­gan diffuso». Il problema è che la si intende «nel senso dell’atteg­giamento di chi non dà più a­scolto alla Chiesa e ai suoi Pa­stori, ma sceglie autonomamen­te ciò che vuol credere o non cre­dere ». Il Papa ha ricordato, inve­ce, che «fa parte della fede adul­ta impegnarsi per l’inviolabilità della vita umana, riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita». In altri termini «non lasciarsi trasportare qua e là da qualsiasi corrente» e «opporsi ai venti del­la moda». In definitiva (ed è il terzo insegnamento sottoli­neato da Benedetto XVI) «l’Apostolo ci dice che, a­gendo secondo verità nella carità, noi contribuia­mo a far sì che il tutto (l’universo) cresca ten­dendo a Cristo. Chi insieme con Cristo serve la verità nella carità, contribuisce al vero pro­gresso del mondo».
La celebrazione dei vespri ha a­vuto anche una coloritura ecu­menica, grazie alla partecipa­zione di una delegazione del Pa­triarcato ecumenico di Costanti­nopoli. Così san Paolo continua a camminare anche sulle vie dell’u­nità dei cristiani.

© Copyright Avvenire, 30 giugno 2009

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