martedì 30 giugno 2009

Card. Montezemolo: "Sapevamo di San Paolo da più di un anno ma dirlo spettava al Pontefice". Soddisfazione per il silenzio dei pochi testimoni (Rep)


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Il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete di san Paolo fuori le Mura

"Lo sapevamo da più di un anno ma dirlo spettava al Pontefice"

Sono molto soddisfatto che i pochi testimoni abbiano saputo mantenere il segreto cui erano sottoposti

CITTÀ DEL VATICANO

«Lo sapevamo da un anno e mezzo che nel sarcofago ci sono le ossa di San Paolo, ma non lo abbiamo detto prima perché era un annuncio che spettava fare solo al Santo Padre. E ci ha riempito di gioia sentirlo ieri sera alla solenne chiusura dell´Anno Paolino».

Sprizza gioia da tutti i pori il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica di San Paolo fuori le mura, sede da secoli della tomba dove «per tradizione» si venerano i resti dell´Apostolo delle genti, il nome con cui comunemente è stato indicato Paolo di Tarso (il futuro santo si chiamava col nome ebraico Saulo prima della conversione al cristianenismo).

Eminenza, eppure il 26 giugno scorso nella Sala Stampa della Santa Sede lei ha detto che la ricognizione non era stata fatta.

«Solo il Papa può dare annunci così solenni e impegnativi.
Sono molto soddisfatto che i pochi che lo sapevano hanno fedelmente rispettato il giuramento pontificio a mantenere il segreto a cui erano stati sottoposti quando è stato autorizzato l´inserimento del sondino nel sarcofago per avviare lo studio del contenuto.
Sono felice, emozionato per la scoperta in sé: avere la certezza che si tratta veramente dei resti dell´Apostolo non può che riempirci di gioia come cristiani e non solo. Confesso che ora mi sento anche molto sollevato perché mi sono tolto un peso enorme».

Dove sono state fatte le analisi?

«Tutto è stato fatto con la grande supervisione delle autorità pontificie competenti. Sugli scienziati che hanno studiato i reperti, senza sapere che provenivano dal sarcofago di San Paolo, posso dire solo che fanno parte di un centro di ricerca di altissima specializzazione che opera al di fuori del Vaticano. Ma non aggiungo altro perché su tutta questa impresa c´è il segreto pontificio».

Le ricerche sul sarcofago finiscono dunque qui?

«No. Dopo l´inserimento della sonda, più in là il Santo Padre ci autorizzerà ad aprire tutta la tomba. Ma sarà un lavoro lungo e delicato perché è di roccia molto spessa e occorre fare tutto il possibile per evitare anche il più piccolo danno sotto tutti i punti di vista, specialmente a carattere strutturale. Per ora gustiamoci l´annuncio del Papa, poi si vedrà».
(o.l.r.)

© Copyright Repubblica, 29 giugno 2009 consultabile online anche qui.

Molto interessante questa affermazione del cardinale:

Sono molto soddisfatto che i pochi che lo sapevano hanno fedelmente rispettato il giuramento pontificio a mantenere il segreto a cui erano stati sottoposti quando è stato autorizzato l´inserimento del sondino nel sarcofago per avviare lo studio del contenuto.

Bene...bene...riuscite a sentire gli ingranaggi delle mie rotelle girare?
R.

3 commenti:

Roberta ha detto...

Sì ma vediamo anche la ruggine di cui sono ricoperte :-)
Roberta

Raffaella ha detto...

:-(
R.

sam ha detto...

Non vorrei parlare troppo presto, perchè i colpi di coda del drago sono sempre in agguato, ma mi sembra che di questi tempi le rotelle vaticane si siano messe a girare bene... c'è voluto che il Santo Padre stesso si mettesse a fare il meccanico, ma da buon tedesco ci sa proprio fare!
E' ora di passare dalla Curia-Skoda alla Curia-Mercedes.
E mi fa piacere che qualcuno di cui ci si possa fidare c'è. Segnato sul taccuino.