martedì 30 giugno 2009

Una sonda nella tomba trova i resti di San Paolo (Tornielli)


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IL SARCOFAGO E' STATO SOTTOPOSTO AD UN'ATTENTA ANALISI SCIENTIFICA CHE SEMBRA CONFERMARE L'AUTENTICITA' DELLE SPOGLIE DI S. PAOLO: ANNUNCIO E COMMENTI

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Cari amici, solo oggi e' stato reso disponibile online l'articolo di Andrea Tornielli sulle analisi compiute sul corpo di San Paolo.
Leggiamo insieme:


MISTERI RELIGIOSI

Una sonda nella tomba trova i resti di San Paolo

Lo ha annunciato Benedetto XVI ieri durante i vespri. I risultati di anni di studi tenuti segreti rivelano che i frammenti analizzati appartengono all’«apostolo delle genti».

Il test del Carbonio 14 conferma: vissuto tra il I e il II secolo

Andrea Tornielli

Roma

L’annuncio, a sorpresa, è arrivato proprio all’inizio dell’omelia papale, durante i vespri presieduti da Benedetto XVI nella basilica di San Paolo fuori le Mura: i frammenti ossei ritrovati nel sarcofago dove secondo la tradizione si conservavano i resti dell’Apostolo delle genti sono stati sottoposti all’esame del carbonio 14 e la datazione attesta che si tratta di una persona vissuta tra il I e il II secolo dopo Cristo.
Una scoperta importantissima, che giunge al termine di analisi e studi durati anni e i cui risultati sono stati tenuti fino ad oggi segreti.
Ora, con questa conferma, è lo stesso Pontefice ad annunciare che la presenza delle ossa di Paolo a Roma non è più soltanto una tradizione, ma è una realtà supportata dalla scienza.
«Siamo raccolti presso la tomba dell’Apostolo, il cui sarcofago, conservato sotto l’altare papale,è stato fatto recentemente oggetto di un’attenta analisi scientifica – ha detto Ratzinger chiudendo l’Anno Paolino –.
Nel sarcofago, che non è stato mai aperto in tanti secoli, è stata praticata una piccolissima perforazione per introdurre una speciale sonda, mediante la quale sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato con oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino». «È stata anche rilevata–ha continuato– la presenza di grani d’incenso rosso e di sostanze proteichee calcaree».
Poi il decisivo annuncio: «Inoltre–ha detto ancora il Papa– piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all’esame del carbonio 14
da parte di esperti ignari della loro provenienza, sono risultati appartenere a persona vissuta tra il Ie il II secolo. Ciò sembra confermare – è la conclusione di Benedetto XVI – l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali dell’apostolo Paolo.
Tutto questo riempie il nostro animo di profonda emozione».
Il grande convertito,ebreo e cittadino romano, che da persecutore dei primi cristiani di Gerusalemme, divenne dopo il misterioso incontro con Gesù sulla via di Damasco l’instancabile annunciatore del Vangelo, ha concluso come Pietro la sua esistenza terrena a Roma, dov’è stato martirizzato e sepolto.
Il sarcofago di Paolo si trova in quel luogo da venti secoli.
Non era stato mai aperto,e risultava affondato in trenta metri cubi di calcestruzzo. Dagli scavi, promossi dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete della basilica, sono emersi frammenti di una lastra marmorea spezzata,con l’iscrizione «Paolo apostolo martire», in latino.
Nelle cronache del monastero si parla del sarcofago che fu scoperto durante la ricostruzione della basilica dopo l’incendio del 1823, sotto l’area della Confessione.
Le indagini archeologiche, iniziate nel 2002 e terminate nel 2006, l’hanno finalmente riportato alla luce. La tomba, di marmo grezzo, non levigato, è lunga circa 2,55 metri, larga 1,25 metri e alta97centimetri.
Grazie a una «finestra» appositamente aperta,si è cominciato ad esplorare – con l’autorizzazione delPapa – l’interno del sarcofago. Le tracce di tessuto color porpora sono una testimonianza molto significativa dell’antichissima devozione: la porpora era il colore delle vesti imperiali, ma anche il colore dei tessuti preziosi con cui si avvolgevano i corpi dei santi martiri più venerati, proprio com’era accaduto per l’altra tomba, quella sul colle Vaticano, dove venne sepolto l’apostolo Pietro. Nulla si sapeva, invece, del fatto che i frammenti ossei rinvenuti nella tomba fossero stati sottoposti all’esame del carbonio 14, e l’analisi fosse stata eseguita da «esperti ignari della loro provenienza».
Il risultato scientifico attesta che dentro quell’antico cubicolo di marmo grezzo, la cui lastra lungo i secoli i pellegrini hanno toccato attraverso un foro collocato in superficie, ci sono i resti di una persona vissuta tra il I e il II secolo, e dunque la datazione, perfettamente compatibile, conferma la tradizione.

© Copyright Il Giornale, 29 giugno 2009 consultabile online anche qui.

Chi era

Da persecutore a convertito

Paolo (o Saulo) di Tarso, più noto come San Paolo, è statol'«apostolo dei Gentili», ovvero il principale (sebbene non il primo) missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo ellenista che godeva della cittadinanza romana vissuto tra il I e II secolo dopo Cristo.
Sebbene lui, come tanti connazionali, avversasse la Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente- secondo la narrazione biblica - un giorno, mentre si recava da Gerusalemme a Damasco per perseguitare i cristiani della città, venne accecato da
una luce e sulle sue palpebre si formarono delle squame. Subito dopo fu chiamato da Gesù risorto, che gli apparve lungo il cammino, illuminandolo.
Da quel giorno iniziò a predicare il Cristianesimo.

© Copyright Il Giornale, 29 giugno 2009 consultabile online anche qui.

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