martedì 30 giugno 2009

L’emozione del Papa «È una conferma: sono i resti di Paolo» (Vecchi)


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L’indagine nella tomba

L’emozione del Papa «È una conferma: sono i resti di Paolo»

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

«Piccolissimi frammenti ossei, sottoposti all’esame del carbonio 14 da parte di esperti ignari della loro provenienza, sono risultati appartenere a persona vissuta tra il I e il II secolo».
Benedetto XVI parla nella basilica di San Paolo fuori le mura, ai piedi dell’altare una lastra di cristallo lascia vedere il sarcofago dell’apostolo, la voce quasi s’incrina.
Perché è un annuncio clamoroso, quello che il Papa ha voluto fare di persona, ieri sera, durante i vespri che hanno concluso l’anno giubilare dedicato a Paolo di Tarso: il Pontefice ha ordinato un’ispezione della tomba, «nel sarcofago che non è mai stato aperto in tanti secoli è stata praticata una piccolissima perforazione per produrre una speciale sonda» e la ricognizione ha rivelato la presenza di spoglie d’un uomo contemporaneo dell’apostolo che fu decapitato a Roma nell’anno 67.
«Ciò sembra confermare l’unanime e incontrastata tradizione che si tratti dei resti mortali di Paolo. Tutto questo riempie il nostro animo di profonda emozione» ha mormorato Benedetto XVI.
L’uomo sepolto nel sarcofago era in effetti una personalità oggetto di grande devozione: «Sono state rilevate tracce di un prezioso tessuto di lino colorato di porpora, laminato di oro zecchino e di un tessuto di colore azzurro con filamenti di lino. È stata anche rilevata la presenza di grani di incenso rosso e di sostanze proteiche e calcaree».
Una «conferma clamorosa» che richiama un altro momento storico: «Quando Paolo VI, il 26 giugno 1968, annunciò al mondo che Pietro era stato ritrovato, 'in modo che possiamo ritenere convincente'» ricorda Giovanni Maria Vian, storico e direttore dell’«Osservatore Romano».
La tradizione, del resto, è antichissima. Nella Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea (265-340), si cita la testimonianza di un ecclesiastico chiamato Gaio che ai tempi di Papa Zefirino, tra il 198 e il 217, diceva: «Io posso mostrarti i trofei degli Apostoli. Se vorrai recarti al Vaticano, o sulla via Ostiense, troverai i trofei dei fondatori di questa Chiesa».

© Copyright Corriere della sera, 29 giugno 2009

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