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5 commenti:
Continuo a pensare che sia Colafemmina e non l'amico Accattoli a falsificare la storia in modo "rabbioso". A quale scopo? Delegiottimare il Concilio e rilegittimare i lefebriani scismatici. Ma "non praevalebunt", ne sono certo.
Sepoi anche per assurdo padre Pio non avesse amato la nuova liturgia, non era comunque lui il papa, quindi non aveva alcun potere di porre "veti".Nella storia della Chiesa non sono mancati esempi di santi che hanno preso in buona fede abbagli nel leggere la storia del loro tempo: ad esempio durante il grande scisma d'Occidente san Vincenzo Ferrer considerò papa legittimo quello avignonese (mentre giustamente santa Caterina riconobbe il papa romano). E nel terzo secolo il martire Ippolito fu addirittura eletto antipapa in contrapposizione al papa legittimo.
Quindi, è legittimo auspicare una riconciliazione coi lefevriani, ma senza impossibili sconfessioni di un concilio e di una riforma liturgica; e basta con questi falsi scoop che seminano zizzania tra i fedeli!
attenzione a chiamare scismatici i lefebvriani.
inoltre non comprendo tutto questo livore verso un gruppo cattolico che ha la volontà di rientrare nella comunione con roma.
alberto
La verità è che il Vaticano II non è un concilio dogmatico e non può pretendere un'autorità che non ha.
La riforma liturgica? Il Papa ha il potere... non certo per devastare la Chiesa e men che mai la sua Liturgia.
Non c'è mai stata alcuna volontà di separazione da parte dei tradizionalisti...lo scisma vero lo hanno fatto i modernisti separandosi dalla tradizione cattolica di sempre!
Caro Raffaele, né Colafemmina, né Accattoli falsificano la storia, anzi!…
Basta leggere attentamente questo passo della lettera del Santo Padre Benedetto XVI del 10 marzo u.s., per capire entro quali “limiti” l’interpretazione del Concilio Vaticano II, debba essere racchiusa e intesa!!!
«Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità. Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive.
Spero, cari Confratelli, che con ciò sia chiarito il significato positivo come anche il limite del provvedimento del 21 gennaio 2009.»
Mi stia bene!
Carissimi,
io non credo di falsificare la storia, bensì di portare prove documentali alla verità sull'indulto concesso a San Pio.
Ciò non và nè a favore o difesa dei Lefebvriani, nè contro il Novus Ordo. E' semplicemente un dato di fatto che San Pio preferisse celebrare secondo il rito antico e quando gli fu consegnato l'indulto scoppiò in lacrime per questo insperato gesto di carità di Paolo VI.
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