lunedì 21 settembre 2009

Cei, Bagnasco: con attacco ad Avvenire colpita tutta la Chiesa. Anche se scomoda, la Chiesa è amica e non padrona (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

CEI: BAGNASCO, CON ATTACCO A AVVENIRE COLPITA TUTTA LA CHIESA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 set.

Con parole misurate, il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e' tornato a condannare oggi l'attacco del Giornale di Vittorio Feltri al direttore di Avvenire Dino Boffo, che in seguito a questo ha presentato le sue dimissioni.
"E' ancora vivo in noi - dice Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente - un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente diretto ad una persona impegnata a dar voce pubblica alla nostra comunita', ha finito per colpire un po' tutti noi: la gravita' dell'attacco non puo' non essere ancora una volta stigmatizzata, come segno di un allarmante degrado di quel buon vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere".
"La telefonata che il Santo Padre ha avuto la bonta' di farmi, per raccogliere notizie e valutazioni sulla situazione contingente, e le parole di grande benevolenza che egli ha riservato al nostro impegno - confida il presidente della Cei agli altri porporati e presuli riuniti a Roma - ci hanno non poco confortato".
Ribadendo che "la Chiesa e' in questo Paese una presenza costantemente leale e costruttiva che non puo' essere coartata ne' intimidita solo perche' compie il proprio dovere", in sintonia con l'invito pronunciato ieri dal Papa all'Angelus, a rinunciare ad ogni aggressivita', nel suo intervento Bagnasco indica una linea di condotta ("che non va pero' equivocata") volta a non acuire le tensioni nel Paese e anche quelle che possono essersi create all'interno della comunita' ecclesiale.
"Seguendo la sapienza della Croce - afferma - liberi da interpretazioni estranee alla logica della Chiesa e nel rispetto delle persone, tutto acquista una prospettiva diversa, e le tribolazioni, che pur non cerchiamo, diventano il germe misterioso di salvezza e di bene gia' in questa vita e poi per l'eternita' ". "Siamo ben coscienti - scandisce - che gli altri, guardandoci, hanno il diritto di ricevere da noi, dal tessuto della nostra vita comunitaria, una testimonianza genuinamente cristiana. E anche quando i punti di vista possono essere legittimamente diversi, non possiamo comportarci in maniera triste, come quelli che non hanno speranza".

© Copyright (AGI)

CEI: BAGNASCO, ANCHE SE SCOMODA, CHIESA E' AMICA E NON PADRONA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 set.

"La comunita' cristiana mai potra' esimersi dal dire, sulla base di un costume di liberta' che sarebbe ben strano fosse proprio a lei inibito, cio' che davanti a Dio ritiene sia giusto dire. Peraltro, anche quando annuncia una verita' scomoda, la Chiesa resta con chiunque amica". Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, tiene a riaffermarlo nella prolusione al Consiglio Episcopale Permanente. La Chiesa, sottolinea, "non ha avversari, ma davanti a se' ha solo persone a cui parla in verita', dunque mai con parole che possano essere scambiate o accomunate a quelle legittimamente espresse in nome della politica o del costume. Questo servizio, che consegue alla nostra missione di Pastori, non puo' non essere colto nel suo intreccio di verita' e carita', e rimane vivo e libero da qualsiasi possibile strumentalizzazione di parte". E, scandisce il porporato, "niente ci e' piu' estraneo della volonta' di far da padroni: cittadini di questo Paese: conosciamo bene i principi e le regole che reggono una democrazia pluralista, nella quale tuttavia le religioni sono presenze ne' abusive ne' sconvenienti, puntando esse in tutta trasparenza, e fuori da ogni logica mercantile, al colloquio con le coscienze e alla lievitazione della riflessione comune". E d'altra parte "nell'agenda della vita socio-politica nazionale, sono in evidenza - rileva Bagnasco - questioni importanti, alcune delle quali non possono, per la valenza etico-umanistica che racchiudono, non interessare il nostro ministero.

© Copyright (AGI)

6 commenti:

Caterina63 ha detto...

...la Chiesa è amica????
non comprendo....nel Vangelo c'è scritto che la Chiesa è SEGNO DI CONTRADDIZIONE....e suggerisce di dare a Cesare ciò che è di Cesare....quanto all'essere amici Gesù ha detto un altra cosa in Gv. 15

15 Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.

Certamente che la Chiesa è amica, anzi lo vuole essere, ma per diventare Amici occorrono delle condizioni poste da Gesù...
L'amicizia vera ha un immenso valore che si applica sul Calvario...evitiamo di continuare a banalizzare questo termine, anzi, a inflazionarlo...

^__^

Zenit ha detto...

Sono sconcertato. Che delusione. Non credevo che fosse possibile una cosa del genere. Il cardinale Siri probabilmente piange dal cielo.

Anonimo ha detto...

non una parola di mea culpa su come è stata gestita la faccenda boffo all'interno della cei.
delusione e sconcerto.

sam ha detto...

Cara Caterina, è vero anche che Gesù si rivolge a Giuda chiamandolo "amico". Se Giuda avesse fatto tesoro di questa sola parola rivolta a lui dal Verbo incarnato da lui tradito e avesse afferrato quella mano tesa di misericordia con lacrime di vero pentimento e con fede, era ancora in tempo a salvarsi. Ma non L'ascoltò e così si dannò, nonostante l'amicizia di Gesù.
Non mi pare perciò scandalosa l'idea di una Chiesa che resta sempre e comunque amica.
"vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi" vale quantomeno per tutti coloro che siano stati cresciuti nella fede cristiana e nella conoscenza del Vangelo.

Concordo invece con la profonda delusione inerente il perdurante tono da predica dal pulpito, come da un sepolcro imbiancato, senza atteggiamenti di umiltà e revisione interna, nonostante la citazione delle recenti e reiterate ammonizioni del Papa ai Vescovi.
Basta confrontare toni, lunghezza ed enfasi della parte che riguarda i richiami fortissimi, inediti e gravissimi del Santo Padre, con quelli dei passaggi (soprattutto l'apertura della prolusione) che riguardano la lesa maestà da parte della stampa e della politica.
I Vescovi Italiani sembrano più preoccupati dalle inezie temporali di un Feltri contro un Direttore di Avvenire, piuttosto che dai pesanti avvertimenti spirituali del Santo Padre, Vicario di Cristo, verso i Vescovi stessi.
Nel mondo e, purtroppo troppo spesso, del mondo.
E mi pare che anche questo lo avesse detto tempo fa in un Angelus o un'Udienza il Santo Padre.

Antonio ha detto...

Rendano a Cesare quel che è di Cesare...e si preoccupino di diffondere il Santo Vangelo in spirito di bontà e obbedienza.
I Vescovi non hanno imparato la lezione continuano a difendere un molestatore condannato da un tribunale della Repubblica!
Chiusi nella loro Fortezza sembrano sordi a tutto,arroganti e supponenti come i vescovi prima della Riforma ...poi si sa come andò a finire con la Chiesa che perse metà dell'Europa!

Anonimo ha detto...

ci vuole ben altro per colpire la Chiesa intera che lo scandaletto su Boffo. Neanche fosse che dopo di lui il diluvio...