domenica 20 settembre 2009

Il Papa dà la linea alla Cei su Afghanistan e mass media: il puntuale ed articolato commento di Salvatore Izzo


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Il Papa: "Se ciascuno, nel proprio ambiente, riuscisse a rigettare la menzogna e la violenza nelle intenzioni, nelle parole e nelle azioni, coltivando con cura sentimenti di rispetto, di comprensione e di stima verso gli altri, forse non risolverebbe tutti i problemi della vita quotidiana, ma potrebbe affrontarli più serenamente ed efficacemente" (Angelus)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo puntuale e molto approfondito commento di Salvatore Izzo.
R.

PAPA: DA' LA LINEA ALLA CEI SU AFGHANISTAN E MEDIA

(AGI) Castelgandolfo, 20 set.

(di Salvatore Izzo)

Solidarieta' ai militari italiani che piangono i loro sei commilitoni uccisi in Afghanistan, dove ''i contingenti internazionali operano per promuovere la pace e lo sviluppo delle istituzioni, cosi' necessarie alla coesistenza umana'', e un invito a politici e media a ''rigettare la menzogna e la violenza nelle intenzioni, nelle parole e nelle azioni, coltivando con cura sentimenti di rispetto, di comprensione e di stima verso gli altri''.
All'Angelus Benedetto XVI ha anticipato oggi almeno due temi della prolusione che terra' domani il card. Angelo Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio Permanente della Cei: la nostra presenza nelle crisi internazionali, con la ferma condanna di fatti come l'attentato di Kabul, ''che suscitano profonda
riprovazione, nonche' sconcerto nelle societa' che hanno a cuore il bene della pace e della civile convivenza'', un ''incoraggiamento alla promozione della solidarieta' tra le Nazioni per contrastare la logica della violenza e della morte, favorire la giustizia, la riconciliazione, la pace e sostenere lo sviluppo dei popoli'', e, tema certo non ugualmente drammatico ma senz'altro doloroso per i vescovi, l'imbarbarimento della politica e dei media, che con il ''caso Boffo'' ha avuto pesanti ricadute su equilibri consolidati all'interno del cattolicesimo italiano, spingendo parte di esso a una sorta di arroccamento descritto da autorevoli commentatori con l'immagine di una Chiesa che non dimentichera' l'offesa infertale da organi di stampa ritenuti - a torto o a ragione - espressione del premier.
Con le sue parole, Ratzinger sembra esortare a una logica diversa da un pur comprensibile desiderio di rivalsa (peraltro accompagnato da una ricerca di complici all'interno che rischia di creare altri veleni e vittime).
''Ai nostri giorni, forse anche per certe dinamiche proprie delle societa' di massa, si constata non di rado - denuncia il Pontefice - un carente rispetto della verita' e della parola data, insieme a una diffusa tendenza all'aggressivita', all'odio e alla vendetta''. ''Se ciascuno, nel proprio ambiente - ragiona ad alta voce, nel breve discorso pronunciato a Castelgandolfo dove venerdi' sera aveva ricevuto Bagnasco - riuscisse a rigettare la menzogna e la violenza nelle intenzioni, nelle parole e nelle azioni, coltivando con cura sentimenti di rispetto, di comprensione e di stima verso gli altri, forse non risolverebbe tutti i problemi della vita quotidiana, ma potrebbe affrontarli piu' serenamente ed efficacemente''.
''Perche' - si domanda - non attingere dalla fonte incontaminata dell'amore di Dio la sapienza del cuore, che ci disintossica dalle scorie della menzogna e dell'egoismo?''.
''Questo - scandisce il Pontefice teologo - vale per tutti, ma, in primo luogo, per chi e' chiamato a essere promotore e 'tessitore' di pace nelle comunita' religiose e civili, nei rapporti sociali e politici e nelle relazioni internazionali''.
In lingua polacca, al termine della preghiera mariana, ricorda poi che in Polonia si celebra oggi la Giornata dei Mezzi di Comunicazione Sociale, e ritorna cosi' sul rapporto tra etica e media chiedendo ''a tutti gli operatori nel settore delle comunicazioni sociali di propagare una cultura del rispetto, del dialogo e dell'amicizia''.
Raccomandazioni che il nuovo direttore di Avvenire - quando sara' nominato - dovra' mettere in pratica.
Cosi' come riguardano anche la scelta (non facile) del candidato piu' adatto a sostituire Dino Boffo, dopo la sua traumatica uscita, le parole che il Papa ha rivolto sabato 12 settembre ai nuovi vescovi ordinati in San Pietro, quando ha indicato come criteri guida per chi esercita autorita' nella Chiesa le virtu' della fedelta' (che in questo caso deve portare a rinunciare ai personalismi), della prudenza (che nella scelta di un nuovo direttore deve far evitare alla Chiesa ulteriori rischi, imbarazzi e anche i problemi legati a possibili gelosie) e della bonta' (che deve spingere a fare sempre piu' del giornale cattolico uno strumento di umanizzazione e di evangelizzazione).
''Avvenire non va in piazza, va in edicola'', ha scritto ieri opportunamente il giornale cattolico in un editoriale sui problemi dell'informazione, ammonendo le fazioni che si confrontano aspramente nella politica a rispettare il carattere ''super partes'' della Chiesa e dei suoi organi. ''Nessuno - ha chiesto il quotidiano della Cei - ci strattoni: non ci facciamo arruolare, ne' ci facciamo inti­midire. Avvenire e' il giornale di ispirazione cat­tolica, e non rinuncia alla sua autonomia e alla sua indipendenza''.

© Copyright (AGI)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Speriamo che le lungimiranti parole del Santo Padre illuminino le menti ed i cuori di chi, anche dentro la chiesa ha fatto dell'odio e della divisione il proprio verbo quotidiano (mi riferisco alle parole di un sacerdote della mia diocesi che potete leggere qui.http://www.dongiorgio.it/principale.php?id=223).
Un preghiera per l'anima di 6 poveri italiani che hanno perduto la vita senza altra colpa se non quella di aver adempiuto al loro dovere di operatori di pace.

Anonimo ha detto...

Certo, "Avvenire non va in piazza va in edicola", come no, ma poi aveva aderito all'ipocrita manifestazione di piazza per la libertà di stampa che fortunatamente non c'è stata. Ecco, vedano di ricordarselo che non vanno in piazza ma in edicola.
Matteo