martedì 26 maggio 2009

Crisi economica, card. Bagnasco: Siamo ancora nel tunnel. Sui respingimenti: Soluzione controversa e inadeguata (Izzo)


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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A CASSINO E MONTECASSINO (24 MAGGIO 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

CRISI: CARD. BAGNASCO, SIAMO ANCORA NEL TUNNEL

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 25 mag

E' "una comprensibile ansia" quella che spinge "a scrutare, e dunque quasi anticipare, i segni di uscita dal tunnel in cui ci troviamo". Si tratta di "previsioni quasi rasserenanti, che tutti naturalmente vorrebbero vedere confermate", ma la verita' e' che l'Italia vive oggi "il momento in cui la crisi tocca in modo piu' diretto, quasi cruento, la realta' ordinaria delle famiglie per le quali torniamo ad auspicare un fisco piu' equo". Lo afferma il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo i lavori della 59esima Assemblea dell'Episcopato Italiano.
"La disoccupazione - rileva la prolusione - sta intaccando anche le zone a piu' radicata tradizione industriale". "Contraendosi gli ordinativi e le commesse, dalle imprese - lamenta il porporato - viene azionata la leva occupazionale, talora in tempi e modi alquanto sbrigativi, come si trattasse di alleggerire la nave di futile zavorra. Invece, proprio il patrimonio di conoscenze e di esperienza garantito dalle persone che lavorano sara' la base realistica da cui ripartire, una volta passato il peggio". Intanto, "a patire le maggiori ripercussioni e' la fascia dei precari. e' noto come nell'ultimo decennio i posti di lavoro flessibili avessero fornito un apporto decisivo alla riduzione della disoccupazione, che ora registra un brusco aumento dovuto principalmente alla perdita di posti di lavoro non garantiti". Secondo Bagnasco, "per questi lavoratori gli ammortizzatori previsti sono davvero modesti. Ma l'incertezza ha da tempo attecchito anche nell'area del lavoro stabilizzato, che sta infatti conoscendo l'inquietudine della cassa integrazione, quando non del licenziamento". Prioprio riferendosi a questi fenomeni, ricorda il presidente dei vescovi italiani, "Benedetto XVI in visita domenica scorsa a Montecassino invitava 'i responsabili della cosa pubblica, gli imprenditori e quanti ne hanno la possibilita' a ricercare, con il contributo di tutti, valide soluzioni alla crisi occupazionale, creando nuovi posti di lavoro a salvaguardia delle famiglie' "Si tratta - osserva il cardinale - di situazioni infatti che appesantiscono molto il tessuto sociale, allargando le disuguaglianze e riducendo la serenita' di non poche comunita'. La crisi, in altre parole, sta ora producendo i suoi effetti piu' deleteri sull'anello piu' debole della nostra popolazione. Come pure sull'economia gia' precaria dei Sud del mondo, in cui e' previsto un aumento di quasi cento milioni di nuovi poveri".
Il card. Bagnasco osserva anche che "le strategie fin qui approntate hanno avuto come protagonisti per lo piu' i governi nazionali, e gia' questo dice la precarieta' e l'incompiutezza di una globalizzazione che, almeno stando al volto finora dato di se', ambiva a porsi come il destino maturo del mondo". "Ma - aggiunge - le iniziative indispensabili per rivedere i meccanismi di governo globale dell'economia per ora languono, auguriamoci non per la segreta illusione di riprendere presto le vecchie abitudini. Il sistema in realta' ha perso di credibilita' e di efficacia. C'e' bisogno a questo punto - conclude il porporato - di incarnare sui vari fronti una speranza che non si riduca all'attesa degli eventi, superando la logica del fatalismo e una ricorrente depressione psicologica e morale. Se ogni nazione, ogni categoria, ogni famiglia si sintonizzeranno sull'idea che la crisi e' anche un'opportunita' concreta per cambiare in meglio e in modo piu' stabile gli equilibri del vivere comune e gli stili personali, anche all'insegna di una ritrovata, maggiore sobrieta', allora questo tempo e le sue asperita' non si saranno presentate invano".

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RESPINGIMENTI: BAGNASCO, SOLUZIONE CONTROVERSA E INADEGUATA

(AGI) - CdV, 25 mag.

Salvatore Izzo

Il respingimento degli immigrati che tentano di arrivare via mare in Italia rappresenta, per i vescovi italiani, "una prassi controversa" che non sembra rispettare adeguatamente "il valore incomprimibile di ogni vita umana, la sua dignita', i suoi diritti inalienabili". E, come provvedimento, "finisce con l'essere fatalmente inadeguato se non lo si puo' collocare in una strategia piu' ampia e articolata che una nazione come l'Italia deve darsi a fronte di un fenomeno epocale come la migrazione di intere popolazioni". E' questa la posizione espressa dal presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, nella prolusione alla 59esima Assemblea dell'Episcopato Italiano. La vera soluzione, per il porporato, e' quella di contribuire a creare condizioni di vita piu' adeguate nei paesi di provenienza. "Cosa facciamo - si e' chiesto - per contribuire a che i figli dei Paesi poveri non si vedano costretti ad affrontare qualunque rischio pur di darsi una speranza di vita?". "La via della cooperazione internazionale deve diventare - raccomanda - un caposaldo trasversale della politica italiana ed anche europea, una scelta oculatamente perseguita e dunque anche impegnativa sul fronte delle risorse". Per Bagnasco, "solo migliorando le condizioni economiche e sociali dei Paesi di origine dei nostri immigrati si puo' togliere al fenomeno migratorio la propria carica dirompente. Ed e' questo - scandisce il presidente della Cei - un motivo in piu' questo perche' l'Italia si attivi molto nella riformulazione di quei piu' giusti meccanismi di governo dell'economia mondiale".
Inoltre, per la sua posizione geografica e la sua tradizione culturale, l'Italia rappresenta un approdo naturale per i Paesi del Sud del Mondo: si tratta per il presidente dei vescovi italiani di "un elemento, per cosi' dire, vocazionale, un'indole che connota il Paese in rapporto alla sua collocazione storico-ambientale".
Davanti alla ripresa degli attraversamenti del Mediterraneo, "che sono non la piu' ricorrente ma certo una delle piu' pericolose modalita' di ingresso irregolare nel nostro Paese", per Bagnasco accanto al "valore dirimente" del diritto alla vita e alla dignita', bisogna pero' tenere presenti valori "come la legalita', l'affrancamento dai trafficanti, la salvaguardia del diritto di asilo, la sicurezza dei cittadini". La Cei, negli ultimi tempi, aveva sempre ribadito l'esigenza di coniugare in tema di immigrazione due valori: l'accoglienza e la legalita'. Ed oggi il card. Bagnasco si e' posto ancora su questa linea ricordando che "l'immigrazione e' una realta' magmatica: se non la si governa si finisce per subirla. E la risposta non puo' essere solamente di ordine pubblico, anche se e' necessario mettere in chiaro diritti e doveri, senza prevedere sconti in nome di un malinteso multiculturalismo".
"Bisogna evitare - raccomanda Bagnasco - il formarsi di enclave etniche, perche' cosi' non solo si scongiurano micro-conflitti diffusi sul territorio, ma si modifica la percezione che non di rado i connazionali hanno circa la presenza di stranieri. Il territorio in senso antropologico e' salvaguardato quando c'e', insieme ad un fondamentale rispetto, un coinvolgimento orizzontale che provoca l'incontro tra famiglie di provenienza diversa, un'osmosi delle loro esperienze, e uno scambio di forme culturali nel rispetto delle leggi da parte di tutti". Ma sui modi di vigilare il territorio, la Chiesa esprime le sue riserve, rilevando il permanere di "ambiguita'" nel ddl sicurezza e denunciando possibili violazioni dei diritti umani. Nei giorni scorsi, ad esempio, il vescovo di Ivrea (e presidente della Commissione Cei per la pastorale sociale e il lavoro) mons. Arrigo Miglio, aveva affermato che per le stesse ragioni per le quali la Chiesa difende la vita innocente contro l'aborto e l'eutanasia, non puo' accettare che sia posta in pericolo l'incolumita' degli immigrati che affrontano il viaggio in mare verso le nostre coste. Gli immigrati respinti verso la Libia, aveva osservato, "sono stati riportati d'autorita' su strade di fame e di morte che gia' conoscevano: non tutti erano bisognosi di asilo, non tutti santi, ma poveri lo sono di certo e in questa occasione sono divenuti assai simili a Cristo, scaricato da Pilato a Erode e viceversa". Anche il vescovo di Terni (e presidente della Commissione Cei per l'ecumenismo e il dialogo), mons. Vincenzo Paglia, era arrivato a dire che "certe scelte verso gli immigrati, fanno pensare - aveva detto - alle parole tristi del Papa di fronte al muro che separa israeliani e palestinesi'". Da parte sua Bagnasco ha voluto sottolineare pero' che la prassi dei respingimenti e' stata "gia' sperimentata in altre stagioni come pure in altri Paesi" e denunciato che "la sovrapposizione con la campagna elettorale non ha sempre assicurato l'obiettivita'". Il presidente della Cei, suggerisce invece di "valutare questi episodi, al di la' delle contingenze legate allo spirito polemico o alla stagione politica".

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