venerdì 22 maggio 2009

Se il Papa ti manda un "poke" (Nicoletti)


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Se il Papa ti manda un "poke"

GIANLUCA NICOLETTI

Benedetto XVI sbarca su Facebook. La notizia passerà sicuramente come l’annuncio di un pastorale social networking, però le cose non stanno così.
Il Papa non chiederà mai l’amicizia on line, prima ancora non manderà un «poke» (richiesta di contatto) per poter occhieggiare nei profili altrui. Non lo vedremo certamente apparire nell’elenco dei nostri contatti disponibili alla chat. Tutto questo per una semplicissima ragione, il Papa non può mettersi a disposizione di chiunque voglia scambiare con lui «amicizia». In realtà chi ha un profilo Facebook potrà solo scaricarsi un’applicazione chiamata «Pope2You» che gli permetterà di inviare cartoline con immagini del Papa e suoi pensieri. Insomma un santino digitale da usare come sfondo del desktop anziché infilarlo nel portafogli.
Chi sta in rete questo l’ha capito e usa l’applicativo pontificio come le altre migliaia che Facebook mette a disposizione per augurare il buon compleanno o per regalare un mazzo di virtual fiori. Chiunque sia caduto nell’equivoco è in parte giustificato, la comunicazione prestava qualche margine di dubbio per la popolazione più digitalmente sprovveduta, ma è pure vero che di simulatori di presenza papale in Facebook ne erano stati messi dentro già un’infinità, tanto che alcuni giornali, a corredo della notizia su cui stiamo ragionando, hanno pubblicato lo screenshot di uno dei tanti profili fasulli, quelli creati da chi intende la rete come luogo in cui sperimentare la propria capacità di contraffazione di illustri identità.
Dietro questo progetto c’è, invece, don Paolo Padrini, quel parroco di Stazzano che ha una particolare predilezione a programmare piccoli supporti informatici alla fede. Dopo averlo già fatto su iPhone, con un Breviario per tecno-preti da scorrere quotidianamente con il touch screen, ora si è cimentato nello sviluppo dell’applicativo per Facebook e si dice soddisfatto per le venti cartoline al minuto che già stanno passando tra i computer dei primi fedeli scaricatori.
Il proposito di chi cura l’immagine papale è senza dubbio sinceramente orientato a creare un contatto virtuale, oltre che virtuoso, soprattutto laddove si pensa che i giovani passino la maggior parte del loro tempo e amino sollecitare le loro emozioni. Don Padrini è il primo a dirci che «il Papa non è un divo di Hollywood che firma autografi», cerca di spiegarci che il suo strumentino informatico «favorisce dinamiche relazionali sull’esperienza cristiana», dicendo di temere per primo il fraintendimento di un Papa che apra il suo profilo Facebook.
In realtà la comunicazione attorno a Ratzinger sembra volerlo associare sempre di più spesso e volentieri al cyber-pensiero. Nella giornata mondiale della gioventù a Sydney del 2008 ha fatto notizia la compressione del suo nome in «BXVI» come firma di un sms che è stato mandato dall’organizzazione ai convenuti. Nel gennaio dell’anno successivo i giornali titolavano la svolta vaticana su YouTube con un canale dedicato alle attività del Pontefice.
Sembra quasi che nel voler comunicare questo Papa si cerchi una strategia in forte antitesi rispetto a ciò che rese unico il precedente. La potenza d’immagine mediatica di Wojtyla era fortemente condizionata dalla sua fisicità; sia in piscina che sugli sci, sia sanguinante in piazza San Pietro che agonizzante negli ultimi giorni. Insistere con l’affinità di Ratzinger per l’incorporeo web 2.0 non sollecita certamente l’emotività popolare, chi crede ha forse ancora bisogno di immaginare papi e santi fatti di carne come ogni altro essere umano.

© Copyright La Stampa, 22 maggio 2009 consultabile online anche qui.

Ma non si e' ancora capito che Benedetto XVI e' il Papa di internet?
Parliamoci chiaro: i media tradizionali (stampa e tv) non riescono a tenere il passo con Papa Ratzinger, mentre il web riesce a veicolare alla massima velocita' i suoi messaggi proprio per le sue caratteristiche di immediatezza e accessibilita'.
Ormai chi vuole attingere ai testi del Santo Padre corre su internet.
Davvero si pensa che il Pontificato di Giovanni Paolo II sia legato alla piscina ed agli sci?
Stiamo scherzando? Ben poca cosa resterebbe di trent'anni di storia della Chiesa se una simile affermazione fosse vera!
Cio' che deve restare di un Papa non e' certo la fisicita' (che passa) o i gesti (inutili se non seguiti da fatti concreti), ma i documenti, i messaggi, le omelie, le catechesi...
Sono gli scritti ed i libri che sopravvivono al tempo.
Forse possiamo parlare della fisicita' di Paolo? Di Agostino? Di San Benedetto? Di Gregorio Magno? Di Ambrogio?
No! Sono i lori messaggi ed i loro lavori teologici che hanno attraversato i secoli e che si studieranno nelle universita' anche nei prossimi millenni.
Che cosa ci importa di come trascorreva le sue giornate Giovanni Crisostomo?
Poi, se proprio vogliamo, mettere i puntini sulle "i" ed essere perfidi, come siamo, potremmo ricordare a Nicoletti che la miriade di pellegrini (superiore ad ogni aspettativa dopo piu' di quattro anni di Pontificato) non va certo a vedere un "Papa virtuale" ma un Pontefice in carne ossa.
Quindi...non facciamo i furbi!
Una cosa sono le emozioni, altra e' sfruttare le potenzialita' di un mezzo di comunicazione fondamentale come la "rete".
Il Papa l'ha capito? Onore al merito!
Mi auguro che la nuova iniziativa mediatica del Vaticano porti i suoi frutti e credo che Don Padrini meriti maggiore rispetto da parte dei giornalisti
.
R.

FOTO: i "contatti virtuali" di Benedetto con i fedeli :-)

4 commenti:

Guareskj ha detto...

L'articolo di Nicoletti è molto più che rispettoso: è vero. Andrebbe forse capito.

Anonimo ha detto...

il problema cara Raffaella, non è tanto capire o meno se BXVI è il papa do internet, il problema vero è che molti, troppi, nella Chiesa e nella società, non hanno ancora capito il valore dell'internet. Il papa lo ha capito. La Curia lo capirà pian piano, senza fretta.

Raffaella ha detto...

:-))

gemma ha detto...

credo che ciò che il Papa intenda quando parla di valorizzazione della comunicazione via internet non sia ciò che alla fine viene recepito. Lui parla di divulgazione di messaggi, di verità, non allude certo alla divulgazone de suoi santini, così distaccato com'è dall'interesse per la sua immagine. Un papa ottuagenario non può far conto sulla sua fisicità, per forza di cose. E il ritornello della piscina e degli sci un pò hanno stufato. Si può dire?