mercoledì 16 settembre 2009

Udienza generale. Il Papa ricorda Simeone il Nuovo Teologo: Dio ci esorta a rispondere con l’amore all’odio e con il perdono all’offesa (R.V.)


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Udienza generale. Il Papa ricorda Simeone il Nuovo Teologo: Dio ci esorta a rispondere con l’amore all’odio e con il perdono all’offesa

Per ogni fedele è essenziale crescere nell’amore e nella conoscenza di Gesù Cristo: è l’esortazione di Benedetto XVI all’udienza generale di stamani in Aula Paolo VI, dedicata alla figura di Simeone il Nuovo Teologo. Il Papa si è soffermato sull’esperienza spirituale del monaco orientale vissuto tra il X e il XI secolo, che nella sua ricerca di Dio si lasciò sempre guidare dall’amore per il prossimo. Il servizio di Alessandro Gisotti:

“La vera conoscenza di Dio non viene dai libri, ma dall’esperienza spirituale”: è uno degli insegnamenti di Simeone il Nuovo Teologo ricordati da Benedetto XVI, che riprendendo le parole del monaco vissuto a Costantinopoli mille anni fa ha sottolineato l’importanza della “conversione del cuore, grazie alla forza della fede e dell’amore”. Una conversione, ha proseguito il Papa, che “passa attraverso un profondo pentimento e dolore sincero per i propri peccati, per giungere all’unione con Cristo, fonte di gioia e di pace”. Simeone il Nuovo Teologo ci richiama dunque ad una grande attenzione alla vita spirituale:

“Se infatti giustamente ci si preoccupa di curare la nostra crescita fisica, umana ed intellettuale, è ancor più importante non trascurare quella interiore, che consiste nella conoscenza di Dio e nella comunione con Lui, per sperimentare il suo aiuto in ogni momento e in ogni circostanza”.

L’amore di Dio, ci rammenta ancora Simeone il Nuovo Teologo, “cresce in noi se rimaniamo uniti a Lui con la preghiera e con l’ascolto della sua parola”:

“Solamente l’amore divino ci fa aprire il cuore agli altri e ci rende sensibili alle loro necessità, facendoci considerare tutti come fratelli e invitandoci a rispondere con l’amore all’odio e con il perdono all’offesa”.

Una lezione che Simeone mise in pratica nella sua vita. Fu infatti vittima di incomprensioni e patì anche l’esilio prima di essere riabilitato dal Patriarca di Costantinopoli, Sergio II. E tuttavia avvertì in se stesso “un intenso trasporto d’amore” per i propri nemici.

“Come spiegarlo? Evidentemente non poteva venire da lui un tale amore, ma doveva sgorgare da un’altra fonte. Simeone capì che proveniva da Cristo presente in lui e tutto gli divenne chiaro: ebbe la prova sicura che la fonte dell’amore in se stesso era la presenza di Cristo”.

Di Simeone, il Papa non ha mancato di ricordare l’esperienza dell’unione mistica con Dio e ha rammentato che “sotto l’influsso delle illuminazioni interiori”, si mise alla ricerca di una persona che lo orientasse e lo aiutasse “a progredire nel cammino di unione con Dio”. E trovò questa guida spirituale in Simeone il Pio, un semplice monaco di Costantinopoli. Un ulteriore elemento della sua spiritualità particolarmente attuale:

“Rimane valido per tutti – sacerdoti, persone consacrate e laici e specialmente per i giovani – l’invito a ricorrere ai consigli di un buon padre spirituale, capace di accompagnare ciascuno nella conoscenza profonda di se stesso, e condurlo all’unione intima con il Signore, affinché la sua esistenza si conformi sempre più al Vangelo”.

Cosa resta dunque di questa grande figura di monaco, mistico che tanto ha influito sulla teologia e la spiritualità dell’Oriente? Il Papa ha provato a sintetizzare così l’eredità spirituale di Simeone il Nuovo Teologo al termine della catechesi:

“Nella sua incessante ricerca di Dio, pur nelle difficoltà che incontrò e nelle critiche di cui fu oggetto, egli si lasciò guidare dall’amore. Seppe vivere lui stesso e insegnare ai suoi monaci che l’essenziale per ogni discepolo di Gesù è crescere nell’amore e nella conoscenza di Lui, per poter affermare con San Paolo: ‘Non vivo più io, ma Cristo vive in me’”.

Al momento dei saluti ai pellegrini, il Papa ha ricordato che ieri la Chiesa ha fatto memoria della Beata Vergine Maria Addolorata. Ha così esortato i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli a guardare con fiducia a Maria nei momenti di difficoltà:
"Cari giovani, non abbiate paura di restare anche voi come Maria presso la Croce, per trovare il coraggio di superare ogni ostacolo nella vostra esistenza. E voi, cari malati, possiate trovare in Maria conforto e sostegno per apprendere dal Signore Crocifisso il valore salvifico della sofferenza. Voi, cari sposi novelli, rivolgetevi con fiducia nei momenti di difficoltà alla Vergine Addolorata, che vi aiuterà ad affrontarli con la sua materna intercessione".

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