sabato 23 maggio 2009

Pedofilia. Il lato oscuro della Chiesa (Maria Novella De Luca)


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Leggiamo e poi commentiamo:

Pedofilia. Il lato oscuro della Chiesa

di Maria Novella De Luca

Raccontano di stanze buie, di violenze nelle camerate, di molestie nel confessionale. Ricordano nel dettaglio botte, sevizie, ricatti, attenzioni morbose, paura e vergogna. Anche se sono passati venti, trenta, quarant' anni. Loro, gli ex bambini, non dimenticano. Erano piccoli, adolescenti, disabili, orfani. La Chiesa apre il suo archivio più sconvolgente, per la prima volta in tutto il mondo le vittime parlano e vengono ascoltate, e si scopre che i casi di pedofilia sono migliaia e migliaia. La Chiesa americana, quella australiana, e ieri, dopo nove anni di inchiesta, la chiesa irlandese: negli enti per minori gestiti da religiosi generazioni di bambini hanno subito stupri e soprusi.
Per colpa di "preti traditori", così li aveva chiamati un anno fa papa Ratzinger a Sydney, affermando che chi si macchia di queste colpe «è una vergogna per la Chiesa» e deve essere processato.
Il risultato è che le storie vengono alla luce, è di pochi mesi fa la denuncia degli ex allievi dell' Istituto "Antonio Provolo" di Verona, bambine e bambini sordomuti oggi adulti di mezza età, che in sessanta hanno raccontato di essere stati «violentati e bastonati per anni», dai religiosi che li avrebbero dovuti accudire e proteggere, e che oggi nonostante le accuse sono ancora lì, in quello stesso istituto. Dal 2000 ad oggi sono almeno 60 i casi di preti condannati o in attesa di giudizio perché colpevoli di abusi sessuali. Una presa d' atto durissima per chi nella Chiesa lavora e alla dedizione agli altri ha consacrato la propria vita.
Come don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele di Torino, presidente di Libera, che dice: «Ci vuole trasparenza, quanti silenzi complici ci sono stati, bisogna ripensare la formazione nei seminari, il cammino verso il sacerdozio». Con un dolore tremendo però. «Come si fa a non sentirsi sconvolti leggendo che cosa è successo in Irlanda, è giusto cercare la verità, punire chi ha coperto gli abusi. Ma ci vuole attenzione, questa è una pagina oscura che non deve infangare la parte sana della Chiesa, anche se è necessario fermarsi, riflettere. Difendendo le vittime, ma accogliendo anche chi ha sbagliato». E don Ciotti racconta di aver seguito più di un prete accusato di pedofilia, e di averlo "accompagnato" verso il processo. Cercando di guardare quel lato oscuro, malato, che poi diventa crimine. La Chiesa si apre e svela il lato buio. A scorrere le cronache giudiziarie i casi italiani sono decine e decine. Alcuni più noti, e a lungo coperti dalle gerarchie ecclesiastiche, come quello di don Lelio Cantini, sacerdote fiorentino ritenuto colpevole di «abusi sessuali pluriaggravati e continuati su minori», ma restato al suo posto di parroco fino al 2005, quando ormai ottantenne è stato "punito" dal Papa con la riduzione allo stato laicale. Per 10 anni, dal 1975 al 1985 aveva imposto rituali sessuali di ogni tipo a ragazzi e ragazze adolescenti che soltanto anni dopo avrebbero trovato il coraggio di denunciare. Perché spesso accade così. Gli ex bambini devono diventare adulti per riuscire a descrivere ciò che hanno subito. A volte perché l' orrore è tale che si cerca di dimenticare, più spesso però perché non vengono creduti. C' è da osservare infatti il contesto in cui questi fatti accadono, collegi, comunità, scuole, oratori. Contesti fragili, di storie difficili. Come la Comunità Incontro di don Pierino Gelmini ad Amelia, famosa e iper-sponsonsorizzata comunità di recupero per tossicodipendenti. Nell' agosto del 2007 due ex pazienti della comunità accusano don Gelmini di averli ripetutamente molestati e abusati trai il 1999 e il 2004, quando erano ancora minorenni. «Ci portava nella stanza del camino e ci faceva quelle carezze». Gli inquirenti ritengono le accuse fondate, decine di politici si mobilitano in difesa del sacerdote, che viene però rinviato a giudizio. La Chiesa svela il suo lato oscuro. Don Antonio Mazzi, fondatore della Comunità Exodus, parla con il dolore nella voce e con veemenza. «Leggendo il resoconto delle sevizie fatte sui bambini negli istituti gestiti da religiosi ho capito che la crisi è totale, senza ritorno, che questa Chiesa pensa soltanto ad esibire ricchezza e potere, dimenticando le scritture, profezia. Non sono pochi casi, è un orrore che va dall' America all' Australia, dall' Irlanda all' Italia: noi dobbiamo guardarci dentro, ci vuole un nuovo concilio - incalza don Mazzi - com' è possibile che centinaia di preti abbiano distrutto le vite di bambini innocenti, approfittando dei più fragili, gli organi, i disabili, che avrebbero invece dovuto proteggere. Come a Verona, nell' istituto per piccoli sordomuti...Davvero è accaduto tutto questo? E il Vaticano che fa, dov' è?».
La malattia è estesa, aggredisce più lati, avanza.
Ma la Chiesa ne parla, apre gli archivi, condanna.
Proprio sull' Avvenire, il quotidiano della Cei, lo psichiatra Vittorino Andreoli, in una serie di riflessioni dedicate alla vita del prete, spezza il tabù, e parla dei sacerdoti pedofili. «Il sacerdote, che è uomo della sacralità, si rivolge ai bambini ma come oggetto di piacere sessuale. Il che produce l' immagine peggiore che possa venire da un prete e dà il senso proprio della degenerazione...Per questo credo che nel caso dei preti pedofili sia fondamentale poter intervenire presto, se ciò è dato; e che in ogni caso la pena sia applicata con severità. E, assieme gli sia accordata la cura...». Certo, la reticenza c' è, ed è ancora forte, soprattutto ad uscire dalle pieghe delle istituzioni vaticane, dei propri tribunali e consegnare i preti pedofili ai tribunali dello Stato. E di questo cupo castello ancora presente di omertà e resistenze, dà conto un piccolo ma dettagliato libro dal titolo provocatorio «Lasciate che i pargoli vengano a me. Storie di preti pedofili in Italia» di Paolo Pedote. Un viaggio attraverso quindici casi di religiosi condannati per violenza sessuali. Nomi a volte poco noti, o dimenticati, se non ci fossero le vittime, piccole, spesso inascoltate, a volte addirittura messe al bando, a ricordare il lato oscuro della Chiesa. Ecco allora don Marco Gamba, giovane parroco di Chiusa San Michele (Torino), condannato a 4 anni (con un notevole sconto) per il possesso di materiale pedopornografico e per violenza sessuale aggravata su due giovani chierichetti. O don Giorgio Mazzoccato, parroco della borgata di Arpinova, a due passi da Foggia, condannato a sei anni di reclusione per aver molestato e abusato di 10 bambine e bambini dai 7 ai 12 anni, attirandoli in casa sua, dentro il confessionale, durante le gite della parrocchia. E poi don Giuseppe Rassello, don Luciano Michelotti, don Giorgio Carli, don Bruno Puleo, don Romano Dany, don Mauro Stefanoni, don Paolo Pellegrini, don Marco Cerullo. Centinai di preti, centinaia di piccole vittime. Un catalogo lungo, dettagliato, triste.

© Copyright Repubblica, 22 maggio 2009 consultabile online anche qui.

Attenzione a non fare di tutta l'erba un fascio: tutti sono innocenti fino a sentenza irrevocabile di condanna.
Non si puo' generalizzare ma, essendoci dei reati, occorre valutare il singolo caso.
Noto che ancora una volta il caro don Mazzi ha perso una buona occasione per tacere.
Lo vedo sempre in televisione e mi chiedo quando trovi il tempo di dire Messa, ma questa e' tutta un'altra questione...
Un nuovo concilio? Ma che cosa c'entra?
Ma scherziamo?
Se proprio vogliamo essere perfidi, potremmo constatare che i casi di pedofilia sono esplosi dopo il Concilio Vaticano II.
Il don si chiede dove era il Vaticano e io gli chiedo: dove erano i preti? E i vescovi?
La Santa Sede non possiede sfere di cristallo o webcam per spiare all'interno di ogni scuola o seminario o ente educativo o comunita' di recupero.
Devono essere i sacerdoti ed i vescovi a denunciare per primi presunti casi di pedofilia in modo che la Congregazione per la dottrina della fede decida se e in che modo "avocare", cioe' riservare a se', l'eventuale inchiesta.
Non accetto, caro don Mazzi, che si scarichi la colpa sul Vaticano quando e' provato che gli insabbiamenti avvenivano alla "base".
Ricordo che don Cantini e' stato punito solo dopo che le vittime hanno scritto a Benedetto XVI.
Nel 2001 fu approvato un documento per sottrarre (quando e' il caso) le inchieste alle diocesi.
Altro che Concilio! Qui siamo di fronte ad una emergenza educativa anche nei seminari e Benedetto XVI ha impugnato la ramazza in modo esemplare.
Riflettere prima di parlare!
Do' atto all'autrice di questo articolo di essere stata molto obiettiva, di sicuro molto di piu' di certi sacerdoti
.
R.

4 commenti:

euge ha detto...

Cara raffaella condivido il tuo sfogo insieme a tante altre cose che hai detto e che purtroppo, ancora una volta, provengono da persone interne alla chiesa.
Giustamente, come hai detto tu oltre a non fare di tutta l'erba un fascio, perchè ringraziando Dio a parte qualche prete rampante, come Don Mazzi che non aspetta altro che il mettersi in mostra con le sue critiche, ci sono tanti sacerdoti che fanno della loro ordinazione una vera missione. Un nuovo Concilio e per fare che? Vorrei ricordare al caro Don Mazzi, che ancora non si è afferrato bene il senso del Concilio Vaticano II che, tutti, si permettono di storpiare nel suo vero significato, a seconda delle proprie utilità ed ideologie politiche figuriamoci indirne un altro.
Non siamo assurdi........! Se ci sono delle colpe e ci sono, nessuno le nega, vanno imputate a tutti coloro soprattutto vescovi, che non hanno teneuto conto, delle denunce e delle segnalazioni di certi fatti. Vorrei ricordare a tal proposito, l'intervento di Mons. Fisichella nella famosa puntata di Anno Zero nella quale si cercò tramite un filmato tarocco della BBC di addossare le colpe di tutto al Card. Ratzinger e vorrei ricordare anche, la figuraccia che taluni fecero in quella circostanza. Quindi, prima di condannare senza appello, prima di chiamare in causa il Vaticano e prima di sparare la richiesta non assurda di più di un Concilio Vaticano III, cerchiamo di considerare tutto quello che è stato fatto e si sta facendo sotto il Pontificato di Benedetto XVI per questa orribile piaga che è dilagata nella chiesa.

Alessandro VI ha detto...

E' proprio vero il fumo di satana è entrato nella chiesa.

PAOLO VI COME AVEVI RAGIONE!!!!!!

Anonimo ha detto...

Don Gelmini non è stato ancora condannato. Migliaia di suoi ragazzi lo difendono in massa. Tranne quei 5 che aveva cacciato dalle sue comunità perchè dannosi e che lo hanno denunciato ancora tossicodipendenti o condannati per vari reati (quindi molto fragili e strumentalizzabili e non del tutto attendibili).
Sappiamo che Don Gelmini era nel mirino, sia per un modello di comunità contrario all'utilizzo di metadone e succedanei vari, sia per un'eccessiva esposizione politica, oltretutto dalla parte "scorretta".
Quindi appare imprudente e ben poco cristiano l'atteggiamento giustizialista assunto sin dall'inizio dall'icona Don Mazzi.
Speriamo in ogni caso che sia fatta piena luce e giustizia sulla base di dati veri e fondati.

Per il resto preghiamo tantissimo perchè la Madonna aiuti a smascherare tutti i demoni pedofili travestiti da preti e il buon Papa Ratzinger li butti tutti dal ponte senza riserve, com'è sua bella abitudine.

Anonimo ha detto...

Gesù disse che il buon pastore conosce bene le sue pecorelle. Allo stesso modo i vescovi, pastori delle diocesi, dovrebbero conoscere bene le prorpie pecorelle, in primis i sacerdoti, i candidati al sacerdozio e gli educatori dei seminari. Se il vescovo avesse costanti colloqui potrebbe notare squilibri di certe persone. Quindi credo che la prima cosa da fare è che il vescovo aumenti i contatti con i sacerdoti! Marco