mercoledì 20 maggio 2009

Quando il dialogo tra religioni diventa solo una cerimonia (con litigi). Monumentale ed istruttivo articolo di Taino


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

QUANDO IL DIALOGO TRA RELIGIONI DIVENTA SOLO CERIMONIA (CON LITIGI)

Danilo Taino

Davanti a una Crocifissione di­pinta da Guido Reni, l’ecumeni­smo estremo non funziona.
Un cattolico e un protestante ne saranno ammirati. Un ebreo resterà probabilmente freddo. Un musulmano potrebbe avere una rea­zione forte.
Se non si discute e si fingono solo amicizia e buoni sentimenti, ne può risultare una zuffa cultural-religiosa op­posta alle sante intenzioni di chi ha mes­so i quattro nella stessa stan­za.
È quello che sta succeden­do con l’Hessischer Kultur­preis 2009.
Il ricco land tede­sco dell’Assia ha deciso di da­re il suo premio, 45 mila eu­ro, proprio a rappresentanti delle quattro religioni, in se­gno di dialogo.
I vincitori di­chiarati erano il cardinal Karl Lehmann, vescovo cat­tolico di Mainz, Peter Steinacker, ex nu­mero uno della Chiesa luterana in Assia, Salomon Korn, del Consiglio centrale ebraico in Germania, e Navid Kermani, scrittore iraniano che vive a Colonia, mu­sulmano.
Il problema è che, in marzo, Kermani ha scritto un articolo per la Neue Zürcher Zeitung su un suo viaggio recente a Roma. Nella basilica di San Lo­renzo in Lucina — racconta — ha avuto modo di ammirare la Crocifissione di Gui­do Reni. E l’osservazione gli ha dato mo­do di riflettere, per esempio sulla richie­sta di Cristo al Padre di guardare il dolore terreno, non il suo.
«Gesù non soffre… Gesù denuncia», è stata la sua lettura del­la tela. In questo contesto, l’affermazione forte, «drastica» la definisce Kermani stesso, sulla teologia della croce: si tratta di «idolatria e blasfemia».
Lehmann e Steinacker si sono rifiutati di condividere il premio con Kermani. Lo hanno comunicato al Comitato culturale del land, il qua­le ha deciso di non pre­miare più lo scrittore ira­niano. Mezzo scandalo delle organizzazioni dei musulmani tedeschi ma anche del vescovo lutera­no di Berlino, Markus Dröge, e del presidente del Bundestag, il cristiano-democratico Norbert Lammert, il quale ha detto che, se le cose in Assia vanno così, forse sareb­be bene abolire il premio.
È che quando il dialogo interreligioso si riduce a cerimonia e mette da parte le idee, diventa babele.
Il mantello di un pre­mio non può essere cucito con soli buoni propositi: nel vuoto che rimane sotto, al­trimenti, non ci si confronta, si litiga.

© Copyright Corriere della sera, 19 maggio 2009

Ohoooooooooooooooooooooooooohhh!!!
Finalmente e' accaduto cio' che prima o poi doveva succedere e sono particolarmente contenta che la frittata sia stata fatta proprio in Germania e che protagonista sia il cardinale Lehmann! :-))))))
Come dire: chi e' causa del suo mal... :-))
Per anni si e' coltivato un dialogo di facciata, fatto di tante belle parole, di tanti bacini sulla guancia, di tante strette di mano, di tanti: "ma come sei bravo...ma no! Sei meglio tu! Ma per carita'...ma quanto siamo amici!".
Ecco i risultati che questo genere di dialogo, che nasconde le differenze, produce.
Proprio per questo a me interessanto poco i canti (non le preghiere) del Papa mano nella mano con un rabbino ed un imam.
Sono gesti mediatici ma ad essi deve seguire il dialogo concreto, un confronto che non nasconda le differenze nel massimo rispetto reciproco.
Il fatto che il patatrac sia accaduto in Germania non puo' che farmi sorridere e pare che la polemica stia lievitando :-)
Forse per i vescovi tedeschi sara' l'occasione per ripensare al concetto di evangelizzazione e di dialogo interreligioso. Magari la si smettera' di polemizzare con il Santo Padre per la revoca della scomunica ai Lefebvriani.
Detto questo, inviterei i rappresentanti di tutte le religioni a manifestare rispetto per la fede altrui. La sparata dello scrittore iraniano e' offensiva ed inaccettabile
.
R.

4 commenti:

Alessandra Mirabella ha detto...

Per un mussulmano la teologia della Croce è blasfema ed idolatra? MA SAI CHE NOVITA'!!
Lo dicono più o meno da 1300 anni. Lehmann se ne è accorto solo ora?
Ammesso e non concesso che sia così (ma sarebbe gravissimo questo) mancherebbero proprio i presupposti del dialogo.

Perchè per dialogare bisogna avere chiaro chi si ha di fronte (oltre ad avere chiaro chi si è, ma quella è un'altra storia).

Speriamo che sia la voltabuona che si capisca che questa atmosfera da "volemose bene" non serve a nessuno

gianniz ha detto...

L'amico non è necessariamente identico a te. Non necessariamente deve pensarla allo stesso tuo modo. E' possibile vivere gomito a gomito e rispettarsi anche se diversi. Non ci sono solo liti sulla faccia della terra!
A me sembra importante che si spendano energie per migliorare questa realtà proprio perchè di liti non ne mancano! E per alimentare le "pacifiche convivenze" è importante incontrarsi. Per conoscersi, non per confrontarsi sulla Verità o per "con-vertirsi" o per arrivare, necessariamente, a "credere e professare" un Dio unico.
Benedetto XVI ha ben volentieri accettato di unire le sue mani a quelle di un rabbino e di un imam e ha cantato per la pace.
Si può non condividere questo?

euge ha detto...

Per Alessandra Mirabella: come hai ragione!!!!! Più volte ho sostenuto che la strategia del " volemose bene a tutti i costi" solo per far contenti i media e forse anche tanti politici, ha portato solo problemi e di certo non ad un dialogo che abbia rispetto delle differenze delle verie fedi religiose.
I gesti mediatici valgono solo come scena ma, i progressi quelli veri, vengono solo discutendo lealmente. Questi sono i risultati di problemi mai affrontati seriamente; non sò perchè. Forse non c'era la volontà di farlo o forse non c'era la persona giusta per farlo oppure, non era il momento storico adatto. Tante sono le ipotesi ma, per troppo troppo tempo, si sono ignorati problemi di reciprocità che andavano affrontati seriamente. Benedetto XVI lo sta facendo con pazienza, coraggio e fermezza. Mi auguro che non si butti via questa possibilità.
Come si dice: Il treno passa una sola volta nella vita e direi che questo momento e da cogliere al volo altrimenti i risultati saranno molto ma molto gravi.

Anonimo ha detto...

Questa polemica tedesca è un po' strana: Kermani non è mai stato un fondamentalista e, leggendo per intero il suo articolo, non mi sembra blasfemo ma alla ricerca di un qualche punto di convergenza assai difficile fra le due religioni. Mosebach e qualche altro filoratzingheriano sono molto critici nei confronti di Lehmann. Questa volta la Merkel (alle prese con le accuse di essere stata una spia della Stasi) non si è precipitata a condannare quello che, oggettivamente, è uno sgarbo nei confronti di un mussulmano, con la cittadinanza sia tedesca che iraniana, e non allineato al regime di Teheran.Saluti, Eufemia