venerdì 19 giugno 2009

Si poteva fare meglio in Basilica: preti che dormono e coro che stona

In compenso straordinaria omelia del Papa e, in fondo, e' questo che conta :-)
Noi fedeli abbiamo ascoltato ed assaporato...

16 commenti:

sonny ha detto...

Cari sig.ri sacerdoti, prendete la lettera del Papa ai vescovi di qualche tempo fa, aggiungete la lettera ai sacerdoti pubblicata ieri e l'omelia odierna. Trovate una bella cornice e incorniciate il tutto e fatene un quadro.Mettelo sul vostro comodino, magari vicino a una Bibbia. Quando avete tempo ( trovatelo il tempo!)leggete e assaporate le parole scritte dal Papa, non perchè le ha scritte il vostro "capo", ma perchè le ha scritte un padre ai propri figli.
P.S in merito alla qualità di oggi in Basilica..effettivamente c'era un po' di " PENNICA" in giro. Ciao

don Marco (disagiato) ha detto...

ho fatto un voto ed ho guardato quel che è accaduto in basilica.

Non vi nascondo che sono a disagio.
A disagio quando vedo le pizze portate come ostie in processione e a disagio quando vedo queste cerimonie ormai fuori tempo che fanno davvero ridere. Tutti sti pizzi, sti paramenti regali........ mah. Non lo so, ma sono davvero a disagio; speriamo bene!!

Anonimo ha detto...

Il coro era terribile ! Fino a quando ascolteremo la pseudopolifonia di mons.Giuseppe Liberto.
Angel

sam ha detto...

Caro Don Marco francamente non capisco il disagio per la cerimonia Pontificia in pompa magna.

Una cerimonia celebrata dal Santo Padre, che deve accogliere la Presenza di Dio, del nostro Signore, al centro della Basilica di San Pietro e simbolicamente anche di tutta la Santa Chiesa universale, DEVE essere regale e solenne!

In generale, secondo me, la ricchezza dei paramenti dovrebbe essere di volta in volta adeguata ai luoghi, alle situazioni e alle circostanze, pur salvaguardando sempre una certa dignità e rispetto della funzione. Questa è una comune norma di educazione e di eleganza persino tra gli uomini. In Parlamento non si può entrare senza cravatta, ma in una corsa campestre sarebbe ridicola...

Oggi il nostro Re scendeva ad incontrare ufficialmente tutti i Suoi Ministri in terra, nel Suo Quartiere Generale, in apertura di un anno di grazia, di Sua grazia, per loro. E' Lui che è sceso, chiamato dal Suo Vicario e amico fedele Benedetto XVI, per portare ai Suoi ministri un tributo di onore, grazie ed indulgenze, che - diciamocelo chiaramente - è dovuto più alla generosità Sua, di Sua Madre, dei Suoi Santi e dei Suoi Martiri, che non ai presenti meriti dei sacerdoti...
E a lei sembra che i cerimonieri abbiano esagerato?
A me francamente non sembra: dovendo ricevere il Padrone di Casa, Colui che provvede quotidianamente a voi, anzi a noi tutti, credo che gli onori non siano mai troppi.

Certo quando viene ad abbracciare i miei bimbi in Africa, oppure a parlare ai ragazzi dell'oratorio, si veste diversamente.
Ma oggi doveva sedere sul Suo Trono e, d'accordo con Raffaella, mi pare che i Suoi servi avrebbero potuto riceverlo anche con un po' più di riguardo.

Peraltro mi sembra che il nostro Re sia già stato spogliato e umiliato abbastanza in questo mondo...

massimo ha detto...

c'è una bella differanza però tra pizze e pizzi,
forse chi sottolinea una regalità dell'eucarestia fà qualcosa di diverso e indica qualcosa di sostanzialmente diverso da qualcosa che sà di osteria o picnic,,,,,,ho appena 38 anni e non mi sento a disagio a cercare di sottolineare la sacralità dei gesti liturgici,mi sentirei a disagio forse a comportarmi davanti a un tabernacolo come se fossi davanti a una pinta di birra nel mio pub preferito.
un augurio a tutti i sacerdoti per questo anno, che sappiano capire e seguire la strada indicata da Pietro,così facendo rischiano solo una "botta" di santità.
m.s.

Scipione ha detto...

Beh don Marco non ci lamentiamo delle pizze portate in processione con i mollettoni da nettezza urbana (quelli per raccattare la spazzatura che nemmeno gli spazzini vogliono toccare)... perchè sono la logica e sacrosanta conseguenza del pensiero (che spopola da 50 anni) che trova fuori tempo pizzi, abiti regali, pompa e bellezza per rappresentare le cerimonie sacre. Del resto non ci sono alternative. Se davvero ci si deve ispirare nelle cerimonie all'estetica (e alla morale) moderne beh basta guardarsi in giro per capire come aqnche nella forma dovranno celebrarsi: bermuda, short inguinali, canottiere, ciabattoni di plastica, magliette di nylon dai colori e dalle fantasie sguaiate, sedie di plexiglass e tavoli di formica, faretti alogeni di metallo satinato, pareti "affrescate" con graffiti spray ecc. Questa è l'estetica dei nostri tempi e se si vuole davvero che Dio e la sua Chiesa si adeguino ad essi e rinuncino alla bellezza (e quindi ai pizzi, agli abiti regali ecc.) allora non scandalizziamoci delle pizze sui mollettoni, anzi speriamo che per maggiore igiene la prossima volta quel prete austriaco della foto rinunci anche a quel residuo di paramento semi antiquato stile poncho westwern che portava e indossi direttamente guanti di lattice, grembiule e cuffietta magari tutto nei toni rossi e gialli come i bravi commessi di Mc Donald.

Anonimo ha detto...

Verso la fine dell'omelia del papa il mio televisore è andato in tilt ed è stato disturbato per molti minuti: sono io maliziosa perchè ho pensato che fossero disturbi provocati dal cornuto? E' successo solo al mio televisore o anche al vostro?

euge ha detto...

Per anonimo: il cornuto come lo definisci tu, ieri si è manifestato sotto altre forme: come per esempio l'atteggiamento tenuto indegnamente da cardinali, vescovi e sacerdoti che dormivano si sventolavano e tutto facevano fuorchè essere attenti alle parole di Sua Santità e comprendere il senso dell'Anno Sacerdotale.
Per Don Marco: stavolta non sono d'accordo con lei. A me sinceramente farebbe vergognare di più la pizza scambiata per il Santissimo e la pinza su cui è stata infilzata. Non vedo niente di strano in una cerimonia papale nel fatto che ci siano dei pizzi....... evidentemente anche lei Don Marco è stato contagiato dal fatto che la liturgia non debba essere bella ma, soltanto pratica e sbrigativa. Anche lei è per un Concilio Vaticano III come Martini?

don Marco (pensoso) ha detto...

Calma calma, non fatemi dire quel che non ho detto nè ho pensato.

Mi ha fatto orrore e ribrezzo la pagnotta portata con le pinze da netturbino, e su quello la scomunica va da sè.
Però mi domando: è davvero necessario fare un passo indietro per riportare ordine e disciplina? Lo Spirito soffia, vero, ma di solito se soffia spinge e non fa retrocedere.

Non ho detto che dobbiamo tornare con vuoti archeologismi al II o III o IV secolo, sto solo chiedendo di andare avanti e non ributtare tutto al XVIII secolo, anche perchè ogni epoca esprime qualcosa.
Ho solo espresso disagio!!
Ho cominciato a leggere il libro di Mosebach (trovato dopo molte peripezie) ma onestamente dopo le prime 60 pagine ho smesso più volte e temo di non riuscire a leggerlo fino in fondo. Non possiamo lamentarci, non possiamo fare i "laudatores temporis acti" temo sia un peccato contro lo Spirito Santo.
Anche gli attacchi contro Ranher, mi sembrano fuori luogo, ormai lui è morto e noin può difendere le sue tesi. Solo il Papa lo ha contestato da vivo e ne ha mostrato i lati deboli, gli altri si accodano comodamente davanti alla sua tomba. Mi sembra tanto il processo a Papa Formoso!!! Non può difendersi.

Cara Euge come ho già detto in un altro post tra il bello (ontologico) e il bello (estetico) ci sta una grossa e abissale differenza. Forse non ci piace essere nel 2009 e affrontare gli enormi problemi e ci rifugiamo nei secoli passati? Non lo so! Ma a me sembra che questa strada sia pericolosa. Problemi moderni, soluzioni nuove

Anonimo ha detto...

Ero in Basilica ed ho potuto gustare quei momenti di grazia, che avrei voluto non finissero mai. Non ho neanche fatto caso ai pizzi e ai merletti, francamente eravamo lì per qualcosa di ben più importante! Se qualcuno, come il sottoscritto, cervava di farsi aria con il libretto, era per via del caldo soffocante. Se posso permettermi, non giudicherei troppo facilmente una celebrazione dalla ripresa televisiva. Il raccoglimento e la devozione non sono percepibili dalle telecamere.

Scipione ha detto...

Rev.mo don Marco (non uso questo incipit per schernirla ma, visto che è inziato l'anno sacerdotale e credo che un pizzico di rispetto anche formale per i sacerdoti non guasti... visto poi che qui si parla di forma...) noi cattolici (o in genere noi cristiani) nel ragionare di "cose" relative alla nostra Fede, alla nostra Chiesa, dobbiamo assolutamente smetterla di adoperare delle categorie logiche che non ci appartengono e che anzi sono in netta contraddizione con quelli che sono il senso e la sostanza della nostra religione. Mi riferisco a quella logica prettamente laicista e figlia del modernismo più fanatico (che domina da 200 anni circa) che giudica tutto non sulla base del vero e del falso, del buono e del cattivo, del giusto o dell'ingiusto (tutti valori assoluti che non sono più ammessi) ma solo del vecchio e del nuovo. Per il mondo non esiste più altro concetto di bene che non si risolva nell'idea (eminentemente relativa) di nuovo. E' bene tutto ciò che è nuovo e male tuto ciò che è vecchio. Anche la pubblicità ormai non ci presenta più i prodotti dicendo che sono buoni... ma solo che sono nuovi. Così unico vero crimine oggi è la mancata adorazione del nuovo, la mancata costante ricerca del nuovo... crimine che diviene eresia quando magari si associa alla riscoperta del passato. Tutto ciò è assurdo, ma lo è ancora di più quando diviene logica fatta propria anche dagli uomini di Chiesa, di una Chiesa per sua natura eterna, atemporale, che insegue i valori assoluti del vero e del bene e non può tralasciarli per timore di trovarli in ciò che una generazione non considera nuovo (oltretutto che ridicolo questo nuovo che tra poco sarà comunque vecchio e quindi per logica dovrà a sua volta divenire ingiusto). Lei dice che non si può tornare indietro (cronologicamente non lo nego) e lo dice come se fosse un'empietà ripercorrere una strada giusto solo perchè già percorsa. Mi chiedo: se lei andando da Milano a Roma per errore sbagliando casello si ritrovasse a Napoli (quindi sulla via sbagliata) che farebbe? Non invertirebbe la marcia e non tornerebbe indietro? O forse proseguirebbe e farebbe il giro del globo (ammesso fosse possibile) per tornare a Roma? Quale somma presunzione ci fa credere di essere la generazione hegelianamente assoluta, quella i cui bisogni, i cui pensieri, le cui esigenze, i cui gusti sono così intoccabili che tutto a noi deve riferisri e nulla può spingerci a rivederli a mutarli? Il vento dello Spirito non soffia ciecamente sempre avanti, non cerca ottusamente sempre e solo il nuovo, questo lo vedo più tipico delle forze meccaniche e naturali che incessantemente incedono in una corsa senza senso e scopo. No, lo Spirito non può che cercare il bene, il giusto e come un vero vento può soffiare "bizzosamente" in ogni direzione pur di spingerci verso la meta che ha deciso, e se vede che noi si va troppo a sud può di colpo soffiare verso nord e poi verso est... ecc. e non sta a noi decidere una volta per tutte che adesso non può che soffiare verso "l'avvenire" magari da intendere ideologicamente e storicamente con tutti quei connotati filosofici, politici e sociali che nulla hanno a che vedere con la Fede.
Quanto agli attacchi a Rahner... beh se la regola per cui non si devono criticare i defunti fosse da rispettare, non si dovrebbe quasi più parlare di nessuno; invece magari chi la oppone ai detrattori di Ranher si guarda bene dall'adoperarla per Pio XII e tanti tanti altri. Credo basti il rispetto, ma chi ha scritto, chi ha agito nel mondo lasciando nel mondo la propia opera e il proprio ricordo non può mai sottrarsi al giudizio del mondo... salvo per alcuni si chieda non la santificazione ma addirittura la divinizzazione.

euge ha detto...

"Forse non ci piace essere nel 2009 e affrontare gli enormi problemi e ci rifugiamo nei secoli passati? Non lo so! Ma a me sembra che questa strada sia pericolosa. Problemi moderni, soluzioni nuove"

Caro Don Marco mi scusi ma, mi sembra che questo suo intervento sia alquanto sibillino. Se ora come ora nella chiesa c'è qualcuno che affronta i problemi che la chiesa stessa si trascina da più di venti interminabili anni, è proprio Benedetto XVI. Che da profondo conoscitore del Concilio, visto che lo ha vissuto direttamente, sa benissimo che risolvere i problemi attuali, non significa ignorare il patrimonio culturale della chiesa e non mi riferisco ai pizzi ed ai merletti, ma, a cose un pò più di contenuto.
Purtroppo, spesso si riscontra non solo nei sacerdoti ma, come abbiamo visto nei vescovi ed anche in molti cardinali, la paura di un ritorno al passato che, secondo me, non ha ragione di esistere. Del resto, Papa Benedetto XVI, nonostante venga definito dell'esimio più teologo che pastore, proprio in questa veste agisce con pazienza e determinazione per arginare una deriva relativistica che si è impadronita della chiesa già da molti anni e che nessuno, forse per comodità e forse anche per paura, ha lasciato dilagare in maniera direi insopportabile. Non posso negare che ieri, anche se la devozione ed il raccogliemento spesso non rende nelle immagini televisive, notando l'atteggiamento sconsolato quasi rassegnato di alcuni sacerdoti e prelati di alto grado, mi ha lasciato veramente amareggiata e di questo non si possono incolpare certo l'abbigliamento usato dal Papa od altri aspetti superficiali della questione. Sembrava come se quella funzione fatta proprio per i sacerdoti ed in particolare per i parroci proprio per riflettere sulla propria missione, fosse stata accolta quasi con rassegnazione....... della serie " Vabbè se proprio dobbiamo andare facciamo sto sacrificio " Questo è il vero problema Don Marco non i paramenti del Papa oppure l'addobbo dell'altare; è l'atteggiamento stanco, stufo ed insofferente dei ministri di DIO lasciati per troppo tempo in balia di se stessi e soprattutto di quella smania sempre crescente e pericolosa di adattare i contenuti della dottrina ed anche della litergia, a qualcosa di moderno che meravigli con effetti speciali i fedeli. Mentre, caro Don Marco, molti fedeli come la sottoscritta, si accontenterebbero di una Messa celebrata senza stravaganze, senza libere interpretazioni della scrittura e senza quegli odiosi scambi di pace che costringono il sacerdote a farsi il giro di tutta la parrocchia a stringere mani a destra e manca, facendolo simile ad una sorta di nuovo attore di chissà quale rappresentazione teatrale.
Caro Don Marco quanto sarebbe bello se si tronasse ad una Messa celebrata veramente con il cuore rivolto al Signore capendo e facendo capire ai fedeli il vero senso della celebrazione e del Sacrificio Eucaristico; una messa che sia degna di questo nome magari dopo una bella confessione fatta con un sacerdote che non pensi solo alla carta per adornare le candele oppure a come ristrutturare il campetto da calcio.

don Marco (equilibrista) ha detto...

Cara Eugenia mi trovi in accordo.
Io sono per lo Spirito che guida la Chiesa e non per gli uomini che non sapendo come fare la portano al sicuro rimandandola indietro nei secoli.
Se ti può consolare uso sull'altare le 6 candele, molto spesso dico la preghiera eucaristica in latino, non di rado, in alcune solennità mi giro con le spalle al popolo.
Non sono martiniano, anzi!!
Detesto come te le stravaganze di ogni genere, ma se sono stravaganze quelle proiettano verso un avanti assurdo, sono stravaganze quelle che riportano le lancette indietro. Hic et nunc, viviamo l'oggi senza nostalgie, perchè così facendo se han ragione quelli che son fermi al 18° secolo han ragione quelli che dicono perchè non al 4° con la liturgia in greco? o altri periodi?
Troviamo, pensiamo ad una soluzione, ragioniamo, studiamo, preghiamo, ma non sfuggiamo dal nostro tempo.

Cosa ha voluto dire Scipone non l'ho capito, ma non importa.
Sul fatto dei defunti criticati, era una questione sibillina, ma forse non poteva coglierla il caro amico. Mi riferisco alle facoltà teologiche che fino allo scorso anno si sono servite del grande teologo per insegnare la teologia dei sacramenti ed han dato dell'ignorante al prof Ratzinger.
Ho studiato sia sui libri dell'uno che dell'altro, a me vanno bene entrambe i punti di partenza senza esasperazioni. Trovo strano che adesso il grande teologo venga messo da parte a danno dell'altro.
tra 20 anni, che accadrà?
La mia è una preoccupazione retorica che non vede in questi oscuri tempi serenità di studio e di riflessione ma solo gratuiti attacchi verso chi non può più difendere le sue tesi. Il paragone con Pio XII non regge, son questioni diverse.
Altro èil dialogo e la ricerca e altro e, non avendo argomenti, insultare, tipico della nostra cultura. Me la prendo con quei baroni universitari, qualcuno anche cardinale che si è dimenticato troppe cose, ma per fortuna il papa non si vendica. Questa è cultura!

don Marco (accademico smemorato) ha detto...

dimenticavo:
Per Scipione.

sicuramente ricorderà che le famose dispute medievali sull'eucarestia tra Pascasio Radberto e Ratramno di Corbie che portarono alla presunta eresia di Berengario avevano alle spalle Platone e Aristotile, per questo non si capivano e fecero un pochino di confusione.
Questi non so pizzi e trine, son questioni che han determinato il percorso della Chiesa circa la dottrina eucaristica risolta poi da Tommaso.
(scusate l'accademia)

Scipione ha detto...

Cito don Marco: Cosa ha voluto dire Scip(i)one non l'ho capito, ma non importa...
Sul fatto dei defunti criticati, era una questione sibillina, ma forse non poteva coglierla il caro amico...

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Bene, se oltre a non riuscire non le importa nemmeno capire quel che dico (perchè, come lascia intuire, ha subodorato trattarsi certamente di puerilità indegne di tanto suo accademico sapere... che ovviamente io non posso intendere), allora è inutile che le risponda e continui a dialogare con lei.

Un saluto.

PS
(Per tutti gli altri sempliciotti comuni mortali non accademici che non credono di saperla più lunga anche del Papa e non guardano con bonaria sufficienza le sue ridicole cerimonie...)
Se il prete con il "pinzone" da spazzino (altri cento come lui) ci venisse a dire che siamo degli ottusi arretrati fuori tempo e che nel III millennio la si deve smettere con le liturgie fatte di ostensori in acciaio satinato ma comunque ostensori, paramenti non regali ma comunque paramenti simil antichi e non tute spaziali ecc. ecc. perchè cose tutte ormai inadeguate ai veri nuovi segni dei tempi (non voglio credere che i segni dei tempi siano sempre e perennemente quelli del 1965...) chi oserà, dopo aver deriso pizzi e merletti e ridicole e antiquate cerimonie ratzingeriane, contraddirlo? E su che basi? Del resto se in Austria se la sentono di fare così... significa che là lo spirito magari soffia ancora più avanti di qua...

euge ha detto...

Cara Eugenia mi trovi in accordo.
Io sono per lo Spirito che guida la Chiesa e non per gli uomini che non sapendo come fare la portano al sicuro rimandandola indietro nei secoli.


Caro Don marco equilibrista, credo che stavolta abbia fatto uno scivolone......... Infatti, la sua risposta rimane ancora più sibillina e vaga del suo ultimo post. Non mi piace poi quel riferimento a coloro che lnella chiesa per portarla al sicuro, la riporterebbero indietro di anni...... è pregato di dire chiaramente senza reticenze a chi si riferisce. Mi fa piacere apprendere, che lei non è un martiniano le credo sulla parola..... ma, allora perchè è così critico su ciò che si è visto durante la cerimonia dell'apertura dell'anno sacerdotale? Perchè la disturba tanto un abbigliamento che come tante altre cose fa parte comunque di una liturgia che è e rimane patrimoni della chiesa? Perchè nelle altre religioni questo disagio non si avverte anzi mentre in quella cristiana ci si azzuffa per queste cose? Non pensa caro Don Marco che in qualche modo anche la preparazione accurata di una liturgia sia un mezzo per lodare il Signore? Oppure lei preferisce sempre ridurre tutto ad un laconico pizzi e merletti?
Attendo risposta e questa volta non sia ne sibillino ne equilibrista ma, solamente estremamente chiaro.