lunedì 21 settembre 2009

Una preghiera per don Ruggero Ruvoletto, missionario barbaramente assassinato in Brasile


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Ricordiamo nella preghiera Don Ruggero Ruvoletto, barbaramente assassinato sabato scorso.
Dopo una breve biografia a cura di Fides le parole del card. Bagnasco
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R.

AMERICA/BRASILE - Don Ruggero Ruvoletto, missionario Fidei donum italiano, ucciso nella canonica della sua parrocchia a Manaus

Manaus (Agenzia Fides)

Don Ruggero Ruvoletto, missionario Fidei donum italiano di 52 anni, è stato ucciso intorno alle ore 7 di mattina (ora locale) di sabato 19 settembre, nella sua parrocchia dedicata al “Sagrado Corazon de Maria” nel barrio Santa Etelvina, quartiere periferico di Manaus (Brasile). Secondo le informazioni diffuse dalla diocesi di Padova, di cui era originario don Ruggero, il diacono della parrocchia, sentiti gli spari, è accorso e ha trovato il corpo senza vita di don Ruggero, inginocchiato vicino al letto, con il capo reclinato, colpito alla nuca da un proiettile.
Da testimonianze raccolte sul luogo, pare che siano stati rubati una cinquantina di Real (circa diciannove Euro), lasciando molto altro denaro nell’abitazione.
Don Ruggero Rivoletto era nato a Galta di Vigonovo il 23 marzo 1957, in provincia di Venezia, diocesi di Padova. Era stato ordinato sacerdote nel 1982 dal Vescovo Filippo Franceschi, di cui fu segretario durante tutto il suo Episcopato (1982-1988). Dopo aver studiato ecclesiologia a Roma, era rientrato in diocesi nell’agosto 1994, dove si occupò per circa un anno di Pastorale sociale e del lavoro, quindi fu nominato Direttore del Centro Missionario Diocesano, incarico che ricoprì dal 1995 al 2003. Il 6 luglio 2003 partì per il Brasile, come missionario fidei donum, nella diocesi di Itaguaì a Mangaratiba. L’anno seguente partecipò ad un progetto di presenza missionaria alla periferia di Manaus, voluto dalle diocesi locali.
Un luogo di confine tra la città e la foresta dove la criminalità è particolarmente aggressiva. Lo stesso don Ruggero aveva recentemente partecipato a una manifestazione per chiedere maggiore sicurezza. Il missionario viveva con un diacono, un prete e una piccola comunità di suore.
“Era un buon sacerdote. Molto amato dalla comunità” ha detto alla stampa padre Danival de Oliveira, dell’arcidiocesi di Manaus. Non appena appresa la notizia, centinaia di persone si sono riunite presso la parrocchia, dove sono rimaste a lungo. Celebrazioni di suffragio e momenti di preghiera e di riflessione si sono svolti sia a Manaus che nella diocesi di Padova, dove è atteso il rientro del corpo del sacerdote. (S.L.)

© Copyright (Agenzia Fides 21/9/2009)

MISSIONARIO UCCISO: BAGNASCO, SACRIFICIO DI UN'ANIMA ELETTA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 set.

"Partecipazione" a nome di tutta la Chiesa Italiana e' stata espressa dal presidente della Cei, Angelo Bagnasco per "il grave lutto che ha colpito la diocesi di Padova con l'assassinio di don Ruggero Ruvoletto, missionario fidei donum impegnato nella periferia di Manaus, capoluogo dello Stato brasiliano dell'Amazzonia.
"Un delitto - ha detto Bagnasco aprendo i lavori del Consiglio Episcopale Permanente - che da una parte segnala il clima di crescente violenza cui e' esposta quella importante regione del Brasile, e dall'altra ci conferma sulle condizioni di pericolo alle quali e' comunque esposto il lavoro missionario. Preghiamo per l'anima eletta di questo nostro Confratello e per il conforto dei suoi familiari e amici".

© Copyright (AGI)

2 commenti:

massimo ha detto...

ciao raffa e a tutti,sì preghiamo,ma preghiamo con lui,questo sacerdote,penso,ha dato la vita per Gesù,ecco un uomo modello altro che i prete milanese di cui oggi si parla.
vi segnalo questa notizia:
http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=492&ID_sezione=&sezione=

ciao mas.s.

Anonimo ha detto...

Questi sono i veri martiri, ma, quanti ne hanno parlato? a parte l'Avvenire e l'Osservatore Romano? Solo il rdiogiornle vaticano ha comunicato la notizia, come se la morte dei sacerdoti non faccia notizia e non tocchi il cuore di nessuno. Non è un voler fare polemica, ma un dovere di giustizia