domenica 4 ottobre 2009

Card. Bagnasco: è dovere della Chiesa partecipare al dibattito pubblico (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

CEI: BAGNASCO, DOVERE DELLA CHIESA PARTECIPARE AL DIBATTITO PUBBLICO

Salvatore Izzo

(AGI) - Parigi, 3 ot.

La Chiesa Cattolica "non puo' venire meno alla propria missione" rinunciando a "esprimere liberamente la propria fede, partecipare in nome del Vangelo al dibattito pubblico, portare serenamente il proprio contributo nella formazione degli orientamenti politico-legislativi accettando sempre le decisioni prese dalla maggioranza non puo' essere scambiato per una minaccia alla laicita' dello Stato". Lo afferma il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco nella relazione sul Papa e i media tenuta oggi pomeriggio a Parigi in occasione dell'incontro annuale delle Conferenze Episcopali Europee. E' dovere della Chiesa, ricorda il cardinale, "segnalare i rischi che la mancanza del rispetto incondizionato per l`essere umano puo' comportare per la dignita' dell'uomo", e questa azione "non e' certamente segno ne' di ostilita' verso la scienza ne' di ottusa resistenza verso il moderno; e' compito della Chiesa segnalarli, la loro segnalazione e' piuttosto un sintomo di sollecitudine e di amicizia: l'amico non puo' non segnalare un pericolo". Secondo Bagnasco, "si vorrebbe forse da parte di taluni ambienti una Chiesa o supinamente allineata sull`opinione che si autoproclama prevalente e progressista, o semplicemente muta. Le linee di demarcazione chiare, che impongono scelte a volte laceranti per le coscienze e quasi sempre non facili, non sono certamente in sintonia con un mondo dove la relativita' (o il relativismo) dell'etica e della morale sottrae la scelta alla coscienza per consegnarla in un limbo dove tutto e' al di la' del bene e del male". Da parte sua, ribadisce il presidente della Cei, "la Chiesa non vuole imporre a nessuno la propria morale 'religiosa': enuncia da sempre e non puo' non enunciare - insieme a principi tipicamente religiosi - i valori fondamentali che definiscono la persona e ne garantiscono la dignita', senza alimentare polemiche ma privilegiando sempre il metodo del confronto sereno e costruttivo e la ricerca del bene comune". Da qui un appello ai media: " nell'esercizio di un compito cosi' delicato prevalgano sempre le ragioni e i criteri di una responsabilita' deontologica che, se non esclude la possibilita' di critiche fondate e costruttive, tuttavia trova la propria ultima verifica nella capacita' di contribuire alla conoscenza e alla ricerca della verita'".

© Copyright (AGI)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Partecipare al dibattito politico è ben diverso dal fare politica.
Non prendiamoci in giro.