martedì 1 dicembre 2009

Proposta di inserire la Croce nella bandiera italiana: Non mettete Gesù all'asta (Ubaldo Casotto)


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Su segnalazione della nostra Alessia leggiamo questo bellissimo articolo:

Non mettete Gesù all'asta

di Ubaldo Casotto

Altri diranno: salvate la bandiera italiana dalla croce (e si riaprirà ancora una volta l'asfittico dibattito sulla laicità delle nostre istituzioni). Io dico: salvate Gesù Cristo dal diventare una bandiera. Lo dico da italiano che ama il suo Paese, la sua storia, la sua arte, le sue lettere, il suo diritto così impregnati da un cristianesimo che ha saputo farsi cultura.
E lo dico anche da cattolico che non riesce a concepire la fede come fatto privato, che non accetta il tentativo moderno di cancellarla dallo spazio pubblico, di cui la sentenza della Corte di Strasburgo è solo l'ultimo, significativo, esempio.
Ma non sono queste proposte simbolico-politiche ciò di cui ha bisogno il cristianesimo e la nostra società oggi.
L'impressione è quella di giocare (anche violentemente, fino a scannarci) in un recinto costruito da altri: crocifisso sì o no, minareto sì o no, velo sì o no: tutte questioni importanti, non lo nego, ma nelle quali non può esaurirsi il problema cristiano, e quindi il problema umano, che interpella il nichilismo contemporaneo.
Fatta la tara a tutta la, giusta, indignazione per i crocefissi staccati dai muri, il problema non della sopravvivenza ma della ragion d'essere del cristianesimo nella società contemporanea è identificato dalla risposta a questa domanda, già citata in altra occasione, di Dostoevskij: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?».

Il cristianesimo, come non si stanca di ripetere Benedetto XVI, è entrato nella storia come un fatto, e solo come tale vi può permanere. La sua caratteristica, diceva Kierkegaard, è nel rendere contemporaneo Gesù Cristo. Trattarlo come un “valore” e conseguentemente come un simbolo fino a innalzarlo in una bandiera - senza misurarsi con la pretesa cristiana che lo dichiara presente “qui e ora” attraverso la Chiesa e i suoi testimoni - vuol dire eludere il problema che da duemila anni pone a ogni uomo e a ogni cultura.

Si può capire che questa non sia la preoccupazione di chi ha interessi essenzialmente politici, e quindi tratti la religione come una variabile dipendente del proprio progetto: una volta assumerà le sembianze delle ampolle che conservano l'acqua del dio Po, un'altra la difesa del rigore calvinista e un'altra ancora i toni di una crociata fuori tempo. Ma non ci si capacita che chi ha avuto la possibilità di incontrare e conoscere il cristianesimo come un'esperienza viva, fonte di giudizio sulla realtà, e di impegno gratuito nelle situazioni più disparate e difficili nelle quali la storia pone gli uomini, possa accettare di recitare questo ruolo in commedia, questa parte nel dibattito pubblico.
Nella povera teologia che si è venuta formando negli anni in questa mia testa ho maturato la convinzione che con l'incarnazione e la fondazione della Chiesa Dio si è in qualche modo consegnato a noi uomini, a coloro che accettano di credere in lui. Con ciò andando incontro a un inconveniente, che noi cristiani non si sia noi stessi, che, come diceva Nietzsche, si abbia poco «la faccia da salvati». E allora, sarò blasfemo, ma non c'è croficisso o bandiera che tenga.

© Copyright Il Riformista, 1° dicembre 2009 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

C'è qualcosa che non torna! Tre settimane fa tutti ad attaccare Crocifissi ai muri (a parole). Oggi tutti a cercare le motivazioni più impertinenti ed assurde per dire no ad una Croce sulla bandiera. (Quella più ridicola è quella di Casini: "è bella così com'è." Non è difficile capire perchè. Dentro gli edifici col tempo è facile far sparire i crocifissi in occasione di ristrutturazioni, rinnovo arredi etc. (trovatemi, se siete capaci, un crocifisso nelle nuove sedi universitarie o in un comune dell'Emilia Romagna. Ma la bandiera è una, la croce la vedrebbero tutti, e da lì non c'è custode che possa cancellarla la vigilia di ferragosto o di capodanno. E allora perbacco! A Chi serve l'ipocrisia? Si abbia il coraggio di dire che uno Stato fondato su principi di convivenza cristiana non ci interessa! Del resto, se la bandiera italiana avesse avuto una croce, Eluana non sarebbe stata essere sacrificata.
Mazzarino Da ALMA PREX
P.S. Grazie coraggioso Sen Castelli, sul nostro sito (http:// www.webalice.it/ingcom )può trovare un paio di bozze di bandiere italiane con Croce Trifogliata al centro da noi proposte una settimana fa.