domenica 5 aprile 2009

Stasera e domani, su Raiuno, la fiction su suor Giuseppina Bakhita, storia di una schiava divenuta Santa (Radio Vaticana)


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Stasera e domani, su Raiuno, la fiction su suor Giuseppina Bakhita, storia di una schiava divenuta Santa

Una storia di dolore, privazione, ma anche di perdono, amore e testimonianza cristiana. E’ la vita di Suor Giuseppina Bakhita - che Giovanni Paolo II canonizzò nel 2000 - raccontata dal regista, Giacomo Campiotti, in una miniserie televisiva prodotta da Rai Fiction e Titania. La pellicola andrà in onda su Raiuno oggi e domani, in prima serata. Il servizio di Massimiliano Menichetti.

La terra rossa sollevata dall’arrivo dei predoni a cavallo, i colpi di machete che rompono la festa dei tamburi e spezzano per sempre la gioia del villaggio. Inizia così, nel Sudan di fine Ottocento, il film che racconta la storia di Santa Giuseppina Bakhita. Strappata dalla sua terra a nove anni, viene venduta più volte come schiava e dopo innumerevoli sofferenze fisiche e morali, che le tolgono la consapevolezza di essere una persona, giunge in Italia a Venezia. La pellicola mette in evidenza l’incontro con le suore Canossiane. Bakhita conosce Colui che lei stessa definisce “il Signore di tutti i signori” e decide, non senza altre dure prove, di servirlo. La speranza e l’amore sbocciano nel suo cuore, dove non c’è ombra di rancore nei confronti di chi l’ha sfruttata e torturata:

“Se incontrassi quelle persone, mi metterei in ginocchio per baciare le loro mani perché se non fossi stata così, ora non sarei cristiana.”

L’incontro con Cristo dona a Bakhita una consapevolezza nuova e una gioia contagiosa, sarà testimone di speranza anche quando dovrà affrontare la lunga e dolorosa malattia che la porterà alla morte. Il regista del film Giacomo Campiotti:

“E’ un film che mano a mano si focalizza proprio sulla scelta di questa donna incredibile, che all’inizio sembra una donna debole, fragile, una schiava, è remissiva, perdona, non porta rancore: poi capiamo che queste qualità nascondono in realtà una forza incredibile, perché Bakhita, alla fine, conquista tutti”.

Un esempio straordinario, quello di Bakhita, tanto che il Papa - nella sua Enciclica Spe Salvi – l’ha citata quale testimone della speranza e della solidarietà. Ancora Giacomo Campitoti:

“Bakhita è una Santa del cuore, dell’amore, della generosità, della purezza. Quello che mi piace di lei è che il suo messaggio non è inarrivabile”.

Il cast, composto da attori professionisti - tra i quali Stefania Rocca, Fabio Sartor, Francesco Salvi - vede, nei panni di suor Bakhita, Fatou Kine Boye, una ragazza senegalese alla sua prima esperienza cinematografica, che nella vita lavora come commessa in un negozio romano:

“Il preparare il ruolo di santa Giuseppina Bakhita, mi ha insegnato davvero l’umiltà che lei aveva, la sua semplicità, il perdono e la voglia di aiutare”.

Storie, dunque, che fanno riflettere, realtà che presentano un’altra prospettiva, fatta di fede, amore e solidarietà.

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1 commento:

A.R. ha detto...

Se non conoscete la nostra "Santa Moretta" non perdetevi lo sceneggiato. Speriamo che sia veritiero e serio. Qui in veneto, soprattutto nella sua Vicenza, santa Bakhita ha una grande forza. Secondo me è un esempio di integrazione, oltre che di santità. Da noi gli immigrati non mancano, e come sapete anche i problemi. Eppure piano piano tanti fratelli cattolici di tutti i colori stanno sempre più interagendo anche con le comunità cristiane, non per le primarie necessità, perchè lavorano e molti qui stanno bene, ma per le necessità dello Spirito. Tanti sono cattolici, ricordiamocelo. Che Santa Bakhita, che parlava perfettamente e solo in dialetto, perchè l'italiano allora non lo sapeva quasi nessuno, interceda per la nuova chiesa multicolore che anche in Italia è una realtà.