mercoledì 2 settembre 2009

Adesso anche il Papa vuole informazioni sul caso (Andrea Tornielli)


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Adesso anche il Papa vuole informazioni sul caso

di Andrea Tornielli

Roma

La convulsa giornata vissuta nei sacri palazzi vaticani e in quelli della Cei ruota attorno a una dichiarazione del portavoce vaticano e a una telefonata, che Benedetto XVI ha fatto ieri pomeriggio al cardinale Angelo Bagnasco, chiedendo «notizie e valutazioni» sul caso Boffo ed esprimendo al contempo «stima e apprezzamento» alla Cei e al suo presidente. Il Papa si sta informando, l’appartamento pontificio è in costante contatto con la Segreteria di Stato e con la presidenza dei vescovi italiani.
Ieri mattina era toccato al direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi, far arrivare da Oltretevere un segnale rassicurante smentendo l’esistenza di tensioni tra il Vaticano e la Conferenza episcopale. «È chiaro - ha dichiarato - che vi è accordo tra la Santa Sede e la Chiesa in Italia, nel rispetto delle rispettive competenze, ed essendovi frequente contatto e profonda conoscenza e stima fra il cardinale Segretario di Stato e il presidente della Conferenza episcopale». Pertanto «i tentativi di contrapporre» la Segreteria di Stato e la Cei «non hanno consistenza». Tensioni e diversità di approccio che erano state fatte notare a più riprese in questi giorni (anche dal Giornale) e che a onor del vero non riguardavano tanto il caso Boffo quanto piuttosto la gestione dei rapporti con la politica e il governo della stessa Cei. Ora, nonostante le smentite ufficiali, l’esistenza di approcci diversi in merito alla gestione della politica è un fatto noto e sotto gli occhi di tutti, così come è noto che sin dall’inizio del mandato di Bagnasco il cardinale Bertone ha voluto mettere nero su bianco la volontà di avocare alla Segreteria di Stato la cabina di regia nei rapporti con il mondo politico, decisione non entusiasticamente gradita ai vertici Cei e destinata a segnare la fine dell’era Ruini. Allo stesso modo è indubbio che in Segreteria di Stato non siano stati particolarmente graditi alcuni recenti interventi provenienti dalla galassia dell’episcopato italiano e da Avvenire.
Nella sua dichiarazione Lombardi ha quindi aggiunto che «non vi è motivo di stupirsi peraltro se vi sono differenze di approccio fra i media vaticani e quelli del mondo cattolico italiano quanto ai temi e ai dibattiti in corso nella società e nella politica italiana, date le differenti finalità e attenzioni prioritarie di tali media». Ma importante, per ciò che dice come pure per ciò che non dice - fanno notare alcune fonti vaticane - è la prima frase della dichiarazione del portavoce: «Confermo che il cardinale Segretario di Stato ha parlato con il dottor Boffo manifestandogli la sua vicinanza e solidarietà».
Nessun riferimento a un intervento del Pontefice o ad una solidarietà al direttore di Avvenire data da Bertone a nome di Benedetto XVI, com’era stato invece ipotizzato da alcune agenzie di stampa e come campeggiava ieri sulla prima pagina di un quotidiano.
Secondo un autorevole prelato dei sacri palazzi, proprio il tentativo di coinvolgere il Papa nella vicenda ancora in via di chiarimento avrebbe provocato la messa a punto di Lombardi, limata parola per parola in Segreteria di Stato.
Nel pomeriggio è poi però giunto un preciso segnale dal Pontefice. L’ufficio stampa della Cei ha reso noto «che nel pomeriggio di oggi martedì 1° settembre è intervenuta una telefonata tra il Santo Padre, Benedetto XVI e il Presidente della Conferenza episcopale italiana, Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova. Il Santo Padre ha chiesto notizie e valutazioni sulla situazione attuale ed ha espresso stima, gratitudine ed apprezzamento per l’impegno della Conferenza episcopale italiana e del suo Presidente». La telefonata ribadisce la fiducia del Pontefice al vertice della Cei da lui nominato, apprezzandone l’impegno.
Il mancato accenno alla solidarietà a Boffo viene spiegato da alcune fonti come una scelta dettata dal fatto che in questo momento non è sotto scacco un uomo - il direttore di Avvenire - quanto piuttosto si sente attaccata la Chiesa stessa in quanto istituzione. Ma c’è anche chi fa notare come sul caso Papa Ratzinger si sia limitato a chiedere «notizie e valutazioni», in attesa che tutti i contorni della vicenda siano chiariti.

© Copyright Il Giornale, 2 settembre 2009 consultabile online anche qui.

6 commenti:

gianniz ha detto...

Una cosa positiva in questa vicenda mi sembra esserci.
Anche sui giornali e nei media si comincia a distinguere tra Santa Sede, Conferenza Episcopale Italiana o (si spera) Conferenze Episcopali di altri paesi.
Batti e ribatti forse il termine Chiesa (onnicomprensivo) non copre più la complessità di un insieme.
Almeno in questo caso Papa Benedetto non è stato costretto a fare da parafulmine di ogni grande o piccolo (umano) bagliore!

Raffaella ha detto...

Batti il 5, Gianni :-)
R.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Gianni: è importante distinguere tra Papa, Santa Sede, Conferenza Episcopale. Chiesa è un termine teologico troppo generico per non dire abusato rispetto a polemiche inutili che lasciano il tempo che trovano. Sono convinto che il Santo Padre abbia in questo periodo molto a cui pensare. Per questo non avrà seguito tutta la guerra delle conferme e smentite che si è avuta in questi giorni. quondi, da persona onesta qual'è, vuole vederci chiaro prima di esprimere una linea sua.

euge ha detto...

Per anonimo: pienamente d'accordo.

Del resto, Benedetto XVI non si esprime mai senza avere un quadro della situazione e senza aver valutato lui stesso tutto l'accaduto.

f. ha detto...

qui siamo tutti contenti che il papa si batta per l'unità della chiesa, però noi stiamo sempre a distinguere fra cei, santa sede e pontefice. mi chiedo se sia un atteggiamento coeremte.

gianniz ha detto...

Cara/o f., non concordo con te.
Il Papa si deve battere per l'unità per salvaguardare il "depositum fidei”. La Verità impone l’unità.
Quelle che invece sono problematiche collaterali (vedi affare Boffo), che entrano, perciò, nel raggio delle competenze gestionali proprie di ogni ramo organizzativo, anche ecclesiale, beh, allora… in questi casi, a ciascuno le proprie responsabilità!