giovedì 6 novembre 2008

Il Papa ai leader islamici: "Siamo membri dell'unica famiglia di Dio" (Sir)


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BENEDETTO XVI: AL FORUM ISLAMO-CATTOLICO, “MEMBRI DELL’UNICA FAMIGLIA DI DIO”

Benchè musulmani e cristiani abbiano “approcci diversi” riguardo alle questioni relative a Dio, essi sono “adoratori di un Dio che ci ha creati”. Pertanto “insieme dobbiamo dimostrare, attraverso il nostro reciproco rispetto e solidarietà, che noi ci consideriamo membri di un’unica famiglia: la famiglia che Dio ha amato e riunito dalla creazione del mondo alla fine della storia umana”. Con queste parole papa Benedetto XVI ha accolto oggi in Vaticano i partecipanti al Seminario organizzato dal “Forum cattolico-musulmano” che si è aperto a Roma il 4 novembre e si concluderà questo pomeriggio con una sessione pubblica alla Università Gregoriana durante la quale verrà letta una dichiarazione finale. “Questo incontro – ha detto oggi il Papa – è un chiaro segno della nostra reciproca stima e del nostro desiderio ad ascoltarci gli uni coi gli altri con pieno rispetto. Posso assicurare di aver seguito in preghiera lo svolgimento del vostro incontro, consapevole che esso rappresenta un ulteriore passo verso una più profonda comprensione tra musulmani e cristiani nel quadro di altri incontri regolari che la Santa sede promuovere con asltri gruppi musulmani”. Il Santo Padre ha auspicato che gli “sviluppi positivi” emersi in questi giorni di dialogo non siano “limitati ad un piccolo gruppo di esperti e studiosi” ma giungano “al servizio di tutti” e diano “frutto” nella “vita di tutti i giorni”.

BENEDETTO XVI: AL FORUM ISLAMO-CATTOLICO, “INSIEME NELLA DIFESA DEI COMUNI VALORI MORALI”

Il Papa si è poi soffermato al tema scelto per l’incontro, “Amore di Dio. Amore del prossimo”. Ed ha ricordato di aver dedicato proprio a questo tema la sua prima enciclica dal titolo appunto “Deus Caritas Est”. “Per i cristiani – ha aggiunto il Papa – l’amore di Dio è profondamente unito all’amore per i nostri fratelli e sorelle, per tutti gli uomini e le donne, senza distinzione di razza e cultura”. “Anche la tradizione musulmana – ha proseguito Benedetto XVI - è chiara nell’incoraggiare un impegno concreto al servizio dei più bisognosi”. “Dovremmo quindi lavorare insieme nel promuovere un genuino rispetto per la dignità della persona umana e i fondamentali diritti umani, anche se le nostre visioni antropologiche e le nostre teologie lo giustificano in modi differenti. C’è un grande e vasto campo – ha proseguito il Papa - in cui possiamo agire insieme nella difesa e promozione del valori morali che sono parte del nostro comune patrimonio”. Questa azione si sostanzia nel riconoscimento della “centralità della persone e nella dignità di ogni essere umano”. “Solo sulla base di questo riconoscimento” cristiani e musulmani possono “trovare un fondamento comune per costruire un mondo più fraterno, un mondo in cui i contrasti e le differenze sono affrontare pacificamente e in cui il potere devastante delle ideologie sia neutralizzato”.

BENEDETTO XVI: AL FORUM ISLAMO-CATTOLICO, “DEPLOREVOLI” GLI ATTI CONTRO LA LIBERTÀ DI COSCIENZA

“La mia speranza, ancora una volta, è che questi diritti umani fondamentali siano garantiti ovunque a tutti i popoli”. Con questa frase di auspicio, papa Benedetto XVI – ricevendo questa mattina in Vaticano i partecipanti al Forum cattolico-musulmano – ha affrontato la delicata questione della libertà di coscienza e di religione, cruciale nel dialogo tra le due religioni. “I leader politici e religiosi – ha detto Benedetto XVI - hanno il dovere di garantire il libero esercizio di tali diritti, nel pieno rispetto per la libertà di coscienza e libertà di religione dell’individuo. La discriminazione e la violenza che ancora oggi le persone religiose sperimentano in tutto il mondo, e spesso le violente persecuzioni a cui sono sottoposte, rappresentano degli atti inaccettabili e ingiustificabili, tanto più gravi e deplorevoli, quando sono compiuto in nome di Dio. Il nome di Dio non può che essere un nome di pace e di fraternità, di giustizia e di amore. Siamo chiamati a dimostrare, con le nostre parole e soprattutto con le nostre azioni, che il messaggio delle nostre religioni è più che mai un messaggio di armonia e di comprensione reciproca. È essenziale che lo facciamo, perché altrimenti indeboliamo la credibilità e l'efficacia non solo del nostro dialogo, ma anche delle nostre stesse religioni”.

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