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Il ministro trevigiano
Zaia: bestialità, ho molti amici ebrei
So cos'è stata la Shoah
M. Antonietta Calabrò
ROMA
«Ha detto di più di una cazzata. Ha detto una bestialità».
Forse non sarà politicamente corretto, ma chiarisce bene il suo pensiero, il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia, parlamentare leghista di Treviso, cioè della provincia dove vive e celebra il sacerdote lefebvriano Abrahamowicz secondo cui le camere a gas nei campi nazisti servivano a disinfettare i prigionieri.
Ma lei lo conosce?
«No, mai visto».
Eppure ha celebrato la messa in latino per Bossi, Bricolo e Borghezio ed altri leghisti...
«Io vado a messa dal mio prete di campagna. Ma se Bossi va a una messa celebrata da un sacerdote cristiano e poi il prete fa un'intervista e dice cose che si commentano da sole, non è il fedele che è responsabile. E allora che cosa dovrebbero fare i cattolici americani che hanno avuto vescovi pedofili? Sono loro i responsabili delle azioni dei loro vescovi, sono responsabili dei loro reati? La risposta è no. E lo stesso vale per Bossi».
Cosa deve fare adesso questo Abrahamowicz?
«Scusarsi, coprirsi il capo di cenere. Nessun revisionismo storico è possibile quando ci sono state stragi, stermini, genocidi, le sofferenze di tanta gente. Ho molti amici ebrei e so che cosa ha significato per le loro famiglie la Shoah. E poi questo sacerdote, mi sembra abbia anche lui dei parenti ebrei: bisogna avere un rispetto assoluto dei morti».
Il presidente della Regione Veneto Galan ha detto che questo prete non è degno di vestire la talare. Lei che ne pensa?
«Galan è più esperto di Chiesa di me».
Prima Williamson, poi Abrahamowicz, dichiarazioni che mettono in imbarazzo tutta la Chiesa ed espongono al rischio di una grave rottura con gli Ebrei...
«Il Papa ha espresso pubblicamente solidarietà agli ebrei, così come ha chiesto perdono alle vittime dei preti pedofili. Aveva fatto anche un gesto stupendo di perdono nei confronti dei lefebvriani: se sono cattolici adesso seguano il Papa e basta. Come diceva padre Dante: "Avete il Pastore della Chiesa". Chi si chiama fuori, si è messo fuori da solo».
© Copyright Corriere della sera, 30 gennaio 2009 consultabile online anche qui.
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