venerdì 30 gennaio 2009
Lombardi: tanto più è grave se la negazione della Shoah viene dalla bocca di un sacerdote o di un vescovo
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"Shoah e mistero di Dio": editoriale di padre Lombardi
“La Shoah induca l’umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell’uomo”.
Con queste parole al termine dell’udienza di mercoledì 28 gennaio, il Papa ha ripreso la profonda meditazione del suo discorso nel campo di concentramento di Auschwitz. Non ha solo condannato ogni forma di oblio e di negazione della tragedia dello sterminio di sei milioni di ebrei, ma ha richiamato i drammatici interrogativi che questi eventi pongono alla coscienza di ogni uomo e di ogni credente. Perché è la fede nella stessa esistenza di Dio che viene sfidata da questa spaventosa manifestazione della potenza del male. La più evidente per la coscienza contemporanea, anche se non la sola. Benedetto XVI lo ha riconosciuto lucidamente nel discorso di Auschwitz, facendo sue le domande radicali dei salmisti a un Dio che appare silente ed assente.
Di fronte a questo duplice mistero – della potenza orribile del male, e dell’apparente assenza di Dio – l’unica risposta ultima della fede cristiana è la passione del Figlio di Dio. Queste sono le questioni più profonde e decisive dell’uomo e del credente di fronte al mondo e alla storia.
Non possiamo e non dobbiamo evitarle e tanto meno negarle. Se no, la nostra fede è ingannevole e vuota. Chi nega il fatto della Shoah non sa nulla né del mistero di Dio, né della Croce di Cristo. Tanto più è grave, quindi, se la negazione viene dalla bocca di un sacerdote o di un vescovo, cioè di un ministro cristiano, sia unito o no con la Chiesa cattolica.
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3 commenti:
Tutto condivisibile. Anche Fini aveva detto le stesse cose già qualche giorno fa. Mi viene il sospetto che il presidente della Camera, memore di chi ha vinto la guerra e come stanno i rapporti di forza, ha capito per tempo come bisogna muoversi. E mi fa piacere che nessuno, a parte Biloslavo redarguito da Malpelo, abbia fatto notare che la voce che Kyrill fosse un agente del KGB non è peregrina. Mentre la Stasi aveva messo parecchi agenti alle costole di Ratzinger per incastrarlo.Saluti, Eufemia
Tanto per cambiare argomento, ti segnalo delle bellissime foto del papa che accarezza il leoncino sul sito di petrus. Sono tenerissime! E ci vogliono in giorni come questi... Ciao, grazie, marco
P.S.: stavo pensando che i mesi di gennaio per il papa sono molto infuocati... Tra poco siamo in febbraio, speriamo in un cambiamento di stagione... Ciao
Attenti ai titoli dei giornali: padre Lombardi non ha detto proprio così. Se lo avesse fatto, sarebbe stata una mostruosa bestemmia: la Shoah non è la nuova Passione e il popolo ebraico non è il nuovo Messia collettivo (dell'influenza di questa dottrina sul pensiero del sionismo religioso e sull'attuale politica israeliana, meglio non parlare...), così come - con buona pace di Marx - non lo era il proletariato.
In ogni caso, trovo ugualmente maldestro e inopportuno l'accostamento operato da padre Lombardi: da parte sua mi sarei aspettato maggiore cautela (vedi secondo comandamento).
Questa uscita, purtroppo, è la conferma della sudditanza della stessa Chiesa nei confronti di una visione tendente all'assolutizzazione e alla sacralizzazione dello sterminio ebraico, fatto oggetto di una sorta di pubblico culto, al quale nessuno può sottrarsi.E' inconcepibile, per un cattolico, accostare un fatto (per quanto tragico e paradigmatico) della storia umana all'evento della Passione del Dio incarnato, morto e risorto per la redenzione di tutto il genere umano.
I cristiani dei primi secoli subirono il martirio per essersi rifiutati di bruciare incenso davanti alla statua dell'imperatore, di cui pure riconoscevano l'autorità in campo temporale; non vorrei che noi, cristiani del XXI secolo, ci prestassimo così facilmente a bruciare incenso sull'altare della Shoah, di cui pure riconosciamo la veridicità e la drammaticità.
Sarebbe una forma non meno grave, per quanto più sottile, di idolatria.
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