venerdì 30 gennaio 2009

Prof Giovagnoli: dal Papa linguaggio preciso. Sul lungo periodo la riammissione dei lefebvriani funzionerà nel contrastare l’antisemitismo (Nunberg)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Lo storico: «Sì al dialogo, i cattolici tra i meno antisemiti della società»

di FRANCESCA NUNBERG

ROMA

Saranno fratelli, saremo fratelli, ma il dialogo tra ebrei e cattolici si arena in continuazione e torna alla ribalta perfino il negazionismo: ritiene la frattura insanabile?

«Mi sembra che l’incidente che c’è stato a questo punto tenda a ridimensionarsi», risponde Agostino Giovagnoli, cattolico, docente di Storia contemporanea all’Università Cattolica di Milano.

Incidente?

«In buona parte credo di sì. La conferma viene dalle parole del Papa, che dimostrano come avesse intenzioni molto diverse da quelle che gli sono state attribuite, ossia di restaurazione ante Vaticano II, di freddezza nei confronti degli ebrei e “indifferenza” per la Shoah. Con il linguaggio preciso che gli è proprio, il Pontefice ha mandato due messaggi distinti, di solidarietà ai fratelli ebrei e di rifiuto del negazionismo».

Dunque una vicenda di cui non sono state valutate le conseguenze?

«Diciamo che si potevano evitare due coincidenze, quella con i 50 anni dell’annuncio del Concilio da parte di Giovanni XXIII, avvenuto il 25 gennaio del ’59, e quello con la Giornata della memoria che si celebra il 27. Questo è stato un difetto di comunicazione, i messaggi andavano inviati prima in via riservata».

Cancellare la scomunica ai lefebvriani poteva non essere un atto più che pubblico?

«Sto dicendo che bisognava avvisare prima il mondo ebraico di quello che stava per accadere e spiegarne il contenuto. Esistono ormai tanti canali di dialogo consolidati tra la Santa Sede, il rabbinato, l’Anti-Defamation League; l’intervista incriminata di Williamson risale a tre mesi fa, le sue posizioni sono note e queste reazioni si potevano prevedere. Diciamo però che oltre alla sottovalutazione dell’impatto mediatico, c’è stato anche un difetto dall’altra parte...».

Cosa rimprovera agli ebrei?

«La richiesta di riprendere il dialogo a patto che Williamson non fosse più vescovo, nasceva da disinformazione. E’ impossibile per la teologia cattolica: si può essere scomunicati ma non de-vescovizzati. Bisognava quindi capire che si trattava di due piani distinti, che la riammissione alla comunione di Williamson non presupponeva affatto una condivisione delle sue posizioni negazioniste. Anzi, il Pontefice ha preso una posizione decisamente opposta, accogliendo le richieste degli ebrei».

Ritiene la loro reazione esagerata in questa circostanza?

«Certamente no, perché la questione è troppo importante. C’è stato forse solo un difetto di analisi, ma comprensibile: loro non sono dentro la Chiesa».

Paradossalmente l’antisemitismo sembra alimentarsi di nuova linfa anche quando tutti sembrano “stare dall’altra parte”; come mai?

«L’antisemitismo è per sua natura un fenomeno carsico che si inabissa, riemerge, ed è purtroppo possibile solo contenerlo e non eliminarlo. Oggi la situazione è peggiorata perché gli ebrei pagano anche per il generale clima xenofobo e razzista. Ma sono convinto di due cose: che un Williamson non fa primavera e che il mondo cattolico sia meno antisemita del resto della società».

E da che cosa lo deduce?

«L’approccio è cambiato, nei seminari cattolici si insegnano l’ebraico e l’Antico testamento, cosa che prima del Concilio era inimmaginabile, c’è un nuovo tipo di formazione. E questo è vero attorno alle istituzioni, ma anche a livello di base. Così come prima era impensabile il rapporto diplomatico tra Vaticano e Israele che oggi nessuno sogna di mettere in discussione».

Dunque lei potrebbe definirsi ottimista?

«Indietro non si torna. Anzi arrivo a pensare che sul lungo periodo la riammissione dei lefebvriani funzionerà nel contrastare l’antisemitismo. Giacché il loro capo, Bernard Fellay, interessato al dialogo e alla comunione con Roma, è stato costretto a sconfessare il vescovo negazionista. Quindi sì. Il mondo cattolico ha una sincera volontà di dialogo; il mondo ebraico perché dovrebbe privarsi di tale interlocutore? Una strada la troveranno».

© Copyright Il Messaggero, 29 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

RICHIESTA: scusate, se c'è qualche sacerdote o esperto in linea, vorrei una risposta in merito ad una cosa detta da questo professore. Davvero prima del Concilio i futuri sacerdoti in seminario non studiavano l'Antico Testamento? Mi sembra una tal panzana...
Che sappia io, tutti i Santi del passato hanno adoperato citazioni bibliche! E moltissimi vescovi, teologi e dottori sapevano l'ebraico per approfondire le Sacre Scritture.
Invece nei Seminari l'Antico Testamento sarebbe stato off-limits?!
E com'è che la Liturgia delle Ore che tutti i consacrati recitano almeno 5 volte al giorno si fonda sui Salmi? Li facevano pregare senza sapere cosa pregavano?
Ripeto... questa informazione mi puzza

Anonimo ha detto...

Carissima Raffaella, penso che sarebbe interesante di pubblicare la lettera di Williamson a Castrillon.

Raffaella ha detto...

Siamo sicuri che e' autentica?

Anonimo ha detto...

LEFEBVRIANI: VERSO RIMOZIONE WILLIAMSON DA SEMINARIO; STAMPA

(ANSA) - BUENOS AIRES, 30 GEN - Il vescovo lefebvriano
negazionista Richard Williamson, uno dei quattro ai quali il
Papa ha revocato la scomunica, potrebbe ''essere rimosso'' dalla
direzione del seminario che dal 2003 dirige in un monastero a
Buenos Aires.
Lo riferisce la stampa argentina, legando la decisione alla presa di distanze da parte del superiore degli
ultra-tradizionalisti, mons. Bernard Fellay, che ha anche
chiesto perdono al Papa per le dichiarazioni negazioniste sulla
Shoah fatte dal vescovo britannico.
(ANSA).
Saluti, Eufemia

mariateresa ha detto...

la notizia l'ha portata Eufemia sul blog di Accattoli, spero che non si offenda se forse l'ho preceduta:


LEFEBVRIANI: VERSO RIMOZIONE WILLIAMSON DA SEMINARIO; STAMPA

(ANSA) - BUENOS AIRES, 30 GEN - Il vescovo lefebvriano
negazionista Richard Williamson, uno dei quattro ai quali il
Papa ha revocato la scomunica, potrebbe ‘’essere rimosso'’ dalla
direzione del seminario che dal 2003 dirige in un monastero a
Buenos Aires.
Lo riferisce la stampa argentina, legando la decisione alla
presa di distanze da parte del superiore degli
ultra-tradizionalisti, mons. Bernard Fellay, che ha anche
chiesto perdono al Papa per le dichiarazioni negazioniste sulla
Shoah fatte dal vescovo britannico.
(ANSA).

Io penso che andasse fatto.
La lettera di scuse, abbiate pazienza, non è roba da fare i salti ribaltati dalla gioia.
E' pentito, ma di cosa?

Anonimo ha detto...

E autentica e si trova pubblicata nel blog de Williamson stesso: http://dinoscopus.blogspot.com/2009/01/letter.html

Ti ringrazio di cuore. Se ancora hai difficolta, una telefonata a Ecclesia Dei per confermare.

Anonimo ha detto...

"RICHIESTA: scusate, se c'è qualche sacerdote o esperto in linea, vorrei una risposta in merito ad una cosa detta da questo professore..."

Diciamo che il professore ha radicalizzato un po'la sua affermazione per calcare la mano sulla differenza tra prima e dopo il CVII.
In linea generale, il curriculum della formazione dei sacerdoti non prevedeva studi specifici e mirati su quelle tematiche. Tuttavia, volendo, si potevano approfondire facoltativamente l'Antico Testamento e lo studio della lingua ebraica in un corso di studi separato, una sorta di specializzazione. La formazione del prete "comune" di solito si fondava per lo più sull'ecclesiologia e i sacramenti, senza scendere in studi dettagliati sulle materie in questione.
Da come si esprime il professore nell'articolo, però, sembra quasi che i preti novelli non sapessero praticamente nulla di AT.
Eppure, qualcosa sull'epistola nell'omelia della Messa Tridentina dovevano pur dirlo...

Anonimo ha detto...

In Germania, finora in pratica nessuno ha tentato la minima giustificazione alla revoca della scomunica. Chi è, forse, d'accordo tace e gli altri a stracciarsi le vesti. Finalmente è arrivato anche il buon Kung, accusando il papa, oltre le solite cose, di non fare come Obama, il quale continua a bombardare in Afghanistan, ma è così carino.
http://www.sueddeutsche.de/politik/
999/456666/text/
http://www.ksta.de/html/artikel/1233148779585.shtml
http://www.nytimes.com/2009/01/26/world/europe/26pope.html?em
Saluti, Eufemia