martedì 7 aprile 2009
Giornate Francescane per ricordare l'VIII Centenario dell'Ordine fondato dal Poverello di Assisi (Radio Vaticana)
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Giornate Francescane per ricordare l'VIII Centenario dell'Ordine fondato dal Poverello di Assisi
Ad Assisi un evento senza precedenti ricorda l’VIII Centenario della fondazione dell’Ordine francescano. Dal 15 al 18 aprile, circa 2 mila frati da 65 Paesi diversi, in rappresentanza di tutti i francescani sparsi per il mondo, si riuniranno nei luoghi di Francesco per testimoniare la bellezza e l’attualità del carisma del Santo di Assisi. Le celebrazioni si concluderanno con l’udienza delle quattro Famiglie Francescane dal Santo Padre, presso il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, e con una visita al capo di Stato Italiano, Giorgio Napolitano. Dell’iniziativa, presentata oggi presso la Sala Marconi della nostra sede, ci parla Claudia Di Lorenzi:
Sulle orme di Francesco, dalla Porziuncola al Tugurio, da San Damiano all’Eremo delle Carceri, e poi la Basilica di Santa Chiara e il Sacro Convento. I frati francescani ripercorrono i sentieri del Santo di Assisi per testimoniare al mondo la bellezza e l’attualità del suo carisma. L’occasione è la celebrazione di un nuovo “Capitolo internazionale delle Stuoie”, che a distanza di oltre otto secoli intende perpetuare e rilanciare l’invito di Francesco alla essenzialità delle fede. Ascoltiamo padre Josè Carballo, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori:
“Nel 1221, cinque anni prima di morire, San Francesco convocò, presso la Porziuncola ad Assisi, i suoi frati. I Fioretti ci raccontano che erano 5 mila venuti da tutte le parti. Allora dormivano sulle stuoie. Ma oltre a questo, l’importante è che il Capitolo delle Stuoie vuole essere un momento forte di testimonianza al mondo come fraternità e di riflessione sui temi fondamentali della nostra vita”.
E proprio quattro sono i temi delle Giornate francescane: dall’accoglienza alla testimonianza, dal significato della penitenza e del digiuno a quello della gratitudine. Ma grande spazio è dedicato anche ad una riflessione sul tema dell’apostolato e dell’impegno missionario, giacché – spiega padre Carballo - i francescani sono il primo Ordine missionario:
“San Francesco è il primo fondatore che scrive nella sua regola un capitolo per la missione in terre cristiane, ma è il primo anche che scrive un capitolo per la Missio ad gentes, per coloro che andavano tra i cosiddetti saraceni e altri non cristiani. Siamo stati sempre sulla frontiera dell’evangelizzazione e questo sarà il nostro impegno anche per il futuro. Il nostro chiostro è il mondo e San Francesco utilizza un’espressione: “andare tra”. E allora la grande sfida per noi è rimanere frati del popolo, rimanere tra la gente”.
Una missione fra la gente che vede i francescani impegnati anche sul fronte del dialogo interreligioso, che rappresenta oggi una priorità in particolare per la Terra Santa. Ascoltiamo fra Paolo Fiasconaro, segretario del “Capitolo internazionale delle Stuoie”:
“Il mio pensiero va in questo momento a questi nostri frati della Terra Santa. I francescani sono al centro di questo mondo contrapposto, ma la semplicità, l’autenticità, la radicalità di Francesco, credo spiazzi tutti. E quindi nel dialogo interreligioso, i francescani hanno giocato e giocano ancora un ruolo importante”.
Ma il dialogo si estende anche alle nuove generazioni, che in San Francesco trovano un modello sempre attuale di carità. Una proposta che – sottolinea il segretario del Capitolo - molti giovani riuniti nella Gifra, la Gioventù Francescana, hanno già accolto:
“La Gioventù francescana è la parte giovanile di questo laicato francescano sparso nel mondo e che oggi è una schiera enorme. Solo in Italia sono più di 15 mila i giovani. Loro fanno un cammino spirituale in noviziato e poi emettono la professione, perché sono un ordine approvato dalla Chiesa. Loro si impegnano a vivere questa caratterizzazione tipica di Francesco di Assisi, cioè quella di attuare il Vangelo nel luogo dove tu ti trovi”.
Una proposta quella di San Francesco che offre percorsi significativi anche a fronte della attuale crisi economica. Dal Santo di Assisi giunge forte l’invito ad una vita piena vissuta nella sobrietà e nella radicalità della fede. Sull’attualità di questo messaggio ascoltiamo ancora fra Paolo Fiasconaro:
“L’attualità è tanto semplice, cioè vivere il Vangelo nella quotidianità, testimoniarlo con gesti e segni concreti ma soprattutto cercare di aiutare il fratello povero, indigente. San Francesco lo fece da uomo giovane, cavalleresco: abbandonò tutto e abbracciò Madonna Povertà. Questo è il segno che ci fa capire come Francesco, nella radicalità evangelica, ha saputo incarnare Cristo”.
Un compito che interpella oggi anche i numerosi laici francescani, chiamati a testimoniare la speranza alla luce lungo il percorso tracciato da San Francesco.
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