mercoledì 4 novembre 2009
Lombardi: Crocifisso segno di amore. La Cei: dalla Corte ideologia (Mazza)
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«Sentenza miope e sbagliata»
Lombardi: Crocifisso segno di amore. La Cei: dalla Corte ideologia
DA ROMA SALVATORE MAZZA
Decisione che suscita «amarezza » e «non poche perplessità». È netto il giudizio della Cei sulla sentenza con cui ieri la Corte europea vieta, in sostanza, la presenza dei crocifissi nelle scuole. Per la Conferenza episcopale italiana infatti, «fatto salvo il necessario approfondimento delle motivazioni », stando a «una prima lettura » della sentenza «sembra possibile rilevare il sopravvento di una visione parziale e ideologica ». «Risulta ignorato o trascurato - osserva la Cei - il molteplice significato del crocifisso , che non è solo simbolo religioso ma anche segno culturale».
Nella sentenza insomma «non si tiene conto del fatto che, in realtà, nell’esperienza italiana l’esposizione del crocifisso nei luoghi pubblici è in linea con il riconoscimento dei principi del cattolicesimo» come «parte del patrimonio storico del popolo italiano », ribadito dal Concordato del 1984. In tal modo, si rischia di separare artificiosamente l’identità nazionale dalle sue matrici spirituali e culturali».
Di «stupore e rammarico» rispetto alla sentenza ha parlato anche il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, che alla Radio Vaticana ha sottolineato come il crocifisso «è stato sempre un segno di offerta di amore di Dio e di unione e accoglienza per tutta l’umanità.
Dispiace che venga considerato come un segno di divisione, di esclusione o di limitazione della libertà». In particolare, per Lombardi, «è grave voler emarginare dal mondo educativo un segno fondamentale dell’importanza dei valori religiosi nella storia e nella cultura italiana». Per questo, se è «sbagliato e miope volerla escludere dalla realtà educativa», a stupire è «che una Corte europea intervenga pesantemente in una materia molto profondamente legata alla identità storica, culturale, spirituale del popolo italiano.... Sembra che si voglia disconoscere il ruolo del cristianesimo nella formazione dell’identità europea, che invece è stato e rimane essenziale». E il presidente del pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti, monsignor Antonio Maria Vegliò, pur senza entrare nel merito della sentenza, ha tuttavia rilevato che «sono cose che danno molto fastidio».
Sempre alla Radio vaticana monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Commissione Cei per l’ecumenismo il dialogo, aveva in precedenza osservato che il crocifisso ha «una dimensione anche di peso culturale ed educativo che è davvero irresponsabile voler cancellare». Per il presule la sentenza parte «da un presupposto di una debolezza umanistica, oltre che religiosa, del tutto evidente: perché la laicità non è l’assenza di simboli religiosi, ma la capacità di accoglierli e di sostenerli». Per il cardinale Dionigi Tettamanzi, la sentenza «non è consistente», perché «non mi sembra affatto convincente né il dire che c’è una violazione del diritto educativo dei genitori, né tanto meno una violazione della libertà di religione».
Sulla questione il Forum delle associazioni familiari osserva come «l’accoglienza dell’altro e il rispetto della sua diversità debbano partire dal riconoscimento della propria identità». Gli fa eco l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche, rilevando come «nessuno può educare senza valori, e questi vivono solo in società che ne riconoscono l’origine ». Di ragionamento «viziato sul presupposto che il crocifisso possa costringere ad una professione di fede» ha parlato invece il rettore della Lumsa, Giuseppe Dalla Torre. Esso, per il giurista, è invece «un simbolo passivo, che cioè non costringe in coscienza nessuno».
Davvero, sottolineano le Acli, «una triste parabola» per un’Europa che ha perso lo spirito che l’ha animata, per diventare solo unione economica. Un’Europa, è l’amara conclusione, dove «finiremo per sostituire i crocifissi nelle scuole con i codici a barre».
© Copyright Avvenire, 4 novembre 2009
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3 commenti:
Così parla l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere: tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca.
Ap 3, 14-16
http://www.radiomaria.it/archivio_audio/popup.php?id=2128&browser=0
molti, per difendere il crocifisso, provano a dargli un significato quasi laico: "è simbolo d'amore" "è simbolo di carità" ecc. ecc., quasi a giustificare la sua presenza.
il cricifisso è il simbolo della religione cristiana. è il simbolo della redenzione data della morte e ressurrezione di Cristo. ci si può credere o no, si può discutere se toglierlo o no dalle scuole, ma il significato è quello e bisogna prenderlo tutto.
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