martedì 14 aprile 2009

Il Pontefice prega per i terremotati e prepara il viaggio all’Aquila (Giansoldati)


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Il Pontefice prega per i terremotati e prepara il viaggio all’Aquila

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

Il giorno di Pasquetta, Papa Ratzinger, l’ha trascorso nella quiete di Castelgandolfo dove resterà per qualche giorno, concedendosi una piccola sosta dopo le fatiche della Settimana Santa, e dove festeggerà - il 16 aprile - il suo 82esimo compleanno.
La pausa che gli servirà per riprendersi dalle lunghe e faticose cerimonie non gli ha impedito di tenersi informato e seguire da vicino il dramma abruzzese. Le notizie gli arrivano in tempo reale. Il vescovo dell’Aquila, monsignor Molinari, si tiene in contatto coi più stretti collaborati del pontefice: resta in piedi l’ipotesi del viaggio fra i terremotati e per adesso è stata fatta la data del 1° maggio, ma tutto dipende dalle attività della Protezione civile.
Ieri mattina, ai pellegrini stipati nel cortile del palazzo di Castelgandolfo, ha proposto una riflessione pensando a coloro che stanno soffrendo. Prendendo spunto dalla Resurrezione di Cristo, infondeva ai cristiani la forza di guardare avanti, facendo leva sulla speranza, una delle tre virtù teologali alle quali ha dedicato la sua seconda enciclica, la Spe Salvi.
Chi in quest’ora è sottoposto a dure prove, come lo è la gente terremotata, non deve dimenticare che Dio non lascia solo nessuno.
«E noi, risorti con Cristo - ha affermato - mediante il Battesimo, dobbiamo seguirlo fedelmente in santità di vita, camminando senza sosta verso la Pasqua eterna, sorretti dalla consapevolezza che le difficoltà, le lotte, le prove, le sofferenze dell’umana esistenza, compresa la morte, ormai non potranno più separarci da Lui e dal suo amore».
La Resurrezione, che «non è una teoria ma un realtà storica», ha spiegato il giorno di Pasqua da piazza san Pietro nel messaggio urbi et orbi davanti a centomila fedeli, costituisce l’evento che ha gettato «un ponte fra il mondo e la vita eterna». Poi è arrivato il saluto in lingua italiana rivolto a tutti gli «uomini e donne d'Italia», ma soprattutto a coloro che vivono nelle tendopoli e nelle zone del sisma.
«Il Cristo resuscitato guidi tutti su sentieri di giustizia, di solidarietà e di pace, e ispiri a ciascuno la saggezza e il coraggio necessari per proseguire uniti nella costruzione di un futuro aperto alla speranza».

© Copyright Il Messaggero, 14 aprile 2009 consultabile online qui.

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